martedì 31 agosto 2010
Fondo sovrano cinese acquista il 10% della Morgan Stanley
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A Melfi continua lo scontro Fiat - Cgil
Giovedì 26 agosto durate il meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, l’A.D. Sergio Marchionne non ha nascosto la sua insofferenza per il protrarsi della situazione ed ha parlato di un ritorno agli anni ’60. In quegli anni i dirigenti Fiat, nella fabbrica simbolo del boom economico italiano, si scontravano con dei sindacati molto forti, un Partito comunista onnipotente e delle lotte molto più dure che le gesta dei tre lavoratori di Melfi. Per l’A.D. della Fiat questo accanimento della Cgil per salvarli dal licenziamento non è altro che un tentativo di salvare un sistema fossilizzato. L’insofferenza dell’Amministratore Delegato Fiat riguarda tutta l’Italia, il solo mercato al mondo dove la Fiat subirà delle perdite questo anno come l’anno scorso. “Come si possono mantenere 4 fabbriche del gruppo oggi nella Penisola se non a costo di un sacrificio patriottico”, S. Marchionne ha aggiunto che “spesso le ragioni del declino economico e sociale di una nazione sono nell’immobilismo. Questo è da molto tempo il grande male che affligge la Fiat. In Italia manca la volontà di cambiare”. Questa critica è anche un avvertimento. Mentre l’azienda si appresta ad investire 20 miliardi di euro per sostenere la produzione nazionale in cambio di una maggiore produttività per equiparare i prezzi e i risultati migliori che si ottengono in Brasile, in Polonia o in Serbia. Egli ritiene che l’approccio debba essere globale, la nuova architettura aziendale dell'Azienda che la vedrà scissa in due società egualmente quotate in borsa, l’accordo con l’americana Chrysler, il profilo internazionale del suo gruppo dirigente (S. Marchionne é nato a Toronto e il presidente John Elkann è nato a New York) sciolgono poco per volta i legami con l’Italia, ma permettono di cogliere meglio le opportunità oltre oceano.
“Tutto ciò di cui noi abbiamo bisogno è la garanzia che le fabbriche italiane possano funzionare in maniera egregia; non c’è niente di straordinario di voler adattare il nostro sistema al nuovo corso mondiale” ha aggiunto l’A.D. Marchionne dichiarando che la contrattazione sindacale italiana era troppo sbilanciata a favore dei lavoratori. Per il giornalista del Corriere della Sera, Sergio Romano, gl’interlocutori dell’A.D. della Fiat non gli chiedono altro che fare delle scelte conformi alle regole dell’economia mondiale, altrimenti è difficile spiegare perché il sindacato di Detroit sarà più povero di diritti dei loro colleghi di Pomigliano o di Melfi. Un paragone simbolico: lunedì 23 agosto, quando i tre lavoratori di Melfi cercavano invano di entrare in fabbrica a Melfi, Sergio Marchionne riceveva a Detroit il vice-presidente degli USA Joe Biden, che nel suo saluto ha dichiarato che “nel mondo la Fiat è una impresa che cerca quotidianamente di migliorare le condizioni di produzione e di collaborazione".
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lunedì 30 agosto 2010
Fusione tra United Airlines e Continental Airlines
Nel luglio scorso l’UE aveva ugualmente dato semaforo verde all’aggregazione. Bruxelles aveva ritenuto che le due compagnie erano complementari nella misura in cui esse avessero gestito piattaforme comuni in diverse città USA e che eventuali aumenti di prezzo sarebbero stati marginali. Questa fusione avrà un forte impatto sul mercato mondiale del settore per il numero di destinazioni servite, volume d’affari e numero d’aerei con relativo personale. E dovrà confrontarsi con le incertezze del mercato, la concorrenza feroce della compagnie low cost, la stagnazione dei prezzi del petrolio e le inquietudini provenienti dalle minacce terroristiche. La parte più difficile inizia ora.
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domenica 29 agosto 2010
Yen e Franco svizzero spiccano il volo
La moneta giapponese dopo 15 anni di attesa risale sul dollaro e dopo 9 anni sull’euro. Malgrado una ripresa vacillante l’impero del Sol Levante, tra i grandi paesi sviluppati è il miglior posto dove si possono fare profitti utilizzando la spinta proveniente dall’Asia del Sud-Est. Ma anche perché la banca centrale cinese diversifica le sue enorme riserve, vendendo dollari e comprando yens. A Tokyo questo risalita diventa un rompicapo. Di fatto migliaia d’affari non riescono a concludersi perché la rivalutazione erode la capacità d’esportare e può pesare sino al 1,5% del PIL e frena la crescita. D’altra parte il forte apprezzamento dello yen alimenta la deflazione, male endemico contro il quale il Giappone combatte da più di 15 anni. I prezzi dei prodotti importati si abbassano e contribuiscono a un indietreggiamento generalizzato dei prezzi. Dopo tanti indugi il governo e la Banca del Giappone dovrà annunciare delle misure entro il 31 agosto. La scelta è particolarmente difficile tra acquistare massicciamente dollari per fare diminuire la quotazione dello yen come agl’inizi degli anni 2000, con il rischio d’essere accusati di manipolare la propria divisa, come i loro vicini cinesi, e la deflazione.
La Svizzera ha fatto dei tentativi, ma sono risultati vani. All’inizio si è lanciata in acquisti massicci di € nel tentativo di frenare il franco, ma ha bloccato l’operazione nel mese di giugno sotto lo spettro della deflazione. Il risultato è stato un balzo in avanti da 1,49 franchi svizzeri per un euro, a 1.30, anche perché, in questi tempi agitati la moneta svizzera viene vista come un rifugio dagl’investitori. Colpa anche dei debiti sovrani che inducono gl’investitori a dirigersi verso i titoli di stato delle grandi potenze. La Germania e la Francia non hanno mai goduto così tanto di poter alimentare il proprio debito a tassi così bassi.
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sabato 28 agosto 2010
Ultime su Intesa Sanpaolo
Corrado Passera ha aggiunto che la banca resta determinata all'ingresso in Borsa della sua filiale di gestione fondi Fideraum, nel corso del prossimo trimestre, non appena il calendario borsistico lo permetterà. Intesa ha dovuto ritardare lo sbarco, nello scorso giugno, a causa delle turbolenze sul mercato provocato dalla crisi dei debiti sovrani in zona euro. I risultati del gruppo italiano mostrano anche un aumento del 2% dell’entrate netta per interessi nel secondo trimestre in rapporto al precedente, il primo aumento dopo tre trimestri consecutivi di ribasso.
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venerdì 27 agosto 2010
La Germania e la tassa sulle banche
La situazione è ben diversa in Italia dove il Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, aveva blindato già da un anno le banche sotto capitalizzate con la possibilità di accedere ai famosi Tremonti-Bond, che a fronte di un tasso congruo da la possibilità di coprirsi da eventuali attacchi speculativi aumentando il Tier 1. Inoltre le Banche italiane, hanno svolto una politica particolarmente attenta a non esporsi con derivati e prestiti ad istituzioni finanziarie estere particolarmente indebitate. I principi che regoleranno la tassazioni saranno eguali in Francia e in Gran Bretagna e poggiano sul calcolo delle riserve di ciascuno istituto. Più una banca possiede un capitale importante, meno si dovrà coprire dei rischi del sistema. Il fine della manovra è d’incoraggiare le banche a consolidare i loro investimenti e limitare i rischi in caso di’instabilità. In tutti i casi il prelievo non potrà superare il 15% netto degli utili. In caso d’insolvenza il testo di Schäuble prevede il sequestro e un possibile smantellamento dell’istituzione da parte dello stato. Il Ministro tedesco delle finanze valuta che la tassa potrà fruttare 1,2 mld di € all’anno. Questa cifra sarà gestita da un fondo incluso nel bilancio dello stato. Questa iniziativa ha suscitato discussioni in Germania e nelle principali capitali straniere, ma era stata già presentata e sostenuta da Nicolas Sarkozy, e dalla cancelliera Angela Merkel al G20 di Toronto nel giugno scorso, ma non aveva convinto i capi di stato presenti. Ora dopo l’arrivo a capo del governo del Regno Unito di David Cameron le divisioni sembrano essere in parte rientrate. Poi in ottobre la Francia prenderà la presidenza per 9 mesi del G20. Una opportunità unica per gli europei di farsi ascoltare dai grandi della terra.
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giovedì 26 agosto 2010
Rallentano le vendite negli Ipermercati
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mercoledì 25 agosto 2010
Facebook in borsa nel 2012
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martedì 24 agosto 2010
La Germania può diventare un problema
Angela Merkel, la cancelliera tedesca, ha difeso il diritto della Germania ad impegnarsi al massimo con la concorrenza nel commercio internazionale. Noi non ci arrenderemo perché i nostri punti di forza sono proprio l' esportazioni acquistate più di quelle di altri paesi ", ha detto in parlamento a Berlino il 17 marzo. "Se dovessimo limitarle sarebbe la risposta europea sbagliata per la competitività del nostro continente. " Allo stesso tempo, la moderazione salariale e le paure per avere una pensione di sicurezza più congrua incominciano a farsi sentire sul consumatore tedesco per l’invecchiamento della popolazione.
Dopo la riunificazione della Germania nel 1990, i consumi privati sono aumentati del 21% pari all’ aumento in termini reali del reddito disponibile. Negli Stati Uniti, invece, il reddito è salito 71% nello stesso periodo e i consumi privati sono saliti del 75%. I consumi privati andranno ancora a rilento perché in Germania non è consentito che i consumi possano crescere con più forza del reddito reale disponibile", ha dichiarato Andreas Scheuerle, economista presso DekaBank a Francoforte, che è co-autore di un libro sui 100 indicatori più importanti dell'economia mondiale. "Reddito e consumi camminare mano nella mano".
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Prodotti contraffati
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lunedì 23 agosto 2010
Il petrolio naviga in acque basse
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Le compagnie aeree sono ottimiste
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domenica 22 agosto 2010
Carrefour cambia veste
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La Cina seconda potenza economica mondiale
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sabato 21 agosto 2010
Il Giappone in attesa della ripresa
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In una Europa che cresce, la Francia vede rosa
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venerdì 20 agosto 2010
La crisi greca fa strage di negozi ad Atene
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giovedì 19 agosto 2010
Dove va l’economia italiana
Le opinioni del CEO di Intesa San Paolo registrano i risultati riportati dalle statistiche pubblicate in questi giorni da Eurostat. ll PIL nell’Eurozona è salito nel secondo trimestre dell’anno del 2,8% su base tendenziale, in rialzo rispetto al +2,4% del precedente trimestre. A guidare la crescita è la Germania (+3,7%) mentre la maglia nera spetta all’Italia (+1,1%). Il Pil dell’area Ocse è cresciuto invece dello 0,7% rispetto al trimestre precedente: a guidare la classifica sempre la Germania (+2,2%), seguita dalla Gran Bretagna (+1,1%) mentre fanalino di coda questa volta è il Giappone (+0,1%). In Italia, che si piazza al penultimo posto sopra il Giappone, la crescita è stata dello 0,4%. Sempre rispetto al primo trimestre del 2010, c’è da registrare il +0,6% di Francia e Stati Uniti. L’Italia è la «cenerentola d’Europa» e nel nostro Paese i consumi torneranno «normali» solo dal 2015. Così il Codacons commentando i dati. Per l’associazione questi dati dimostrano che «tutti quelli che nei mesi scorsi avevano avuto la sfacciataggine di sostenere che l’Italia era la locomotiva d’Europa, stavano solo fantasticando e facevano propaganda».
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Fiducia nell’economia tedesca
Nonostante questi dati positivi la fiducia degli investitori tedeschi è sceso per il quarto mese consecutivo su preoccupazioni che il rallentamento della crescita globale potrebbe infierire sulla ripresa guidata dalle esportazioni del paese. L'istituto ZEW ha dichiarato che la prospettiva per gl’investitori professionali per i prossimi sei mesi, è scesa di 14 punti in agosto, a 21,2 rispetto al mese scorso. Questo dato è al di sotto della media storica di 27,3, e fanno volgere in negativo le attese degli economisti con un di un calo del 20%. Il boom delle esportazioni ha alimentato la crescita trimestre su trimestre della Germania del 2,2% nel periodo aprile-giugno. Tuttavia, l’attesa che il ritmo sarà più lento nel secondo semestre è stato rafforzato da recenti segnali di rallentamento dell'economia negli Stati Uniti e Cina. La fiducia in calo indica che l'enorme crescita osservata nel secondo trimestre è improbabile che continui, ha dichiarato ZEW in un comunicato. Il presidente della ZEW, Wolfgang Franz, ha detto che, dati i segnali di una minor dinamica di sviluppo dell'economia globale, l'euforia per i tassi di crescita in alcuni settori mettono a disagio gli esperti del mercato finanziario, perche le loro attese di sei mesi negativi, si scontrano con la visione degli investitori che della situazione attuale della Germania si attendono un semestre molto buono. E’ anche vero che l'economia tedesca sconta una contrazione del 4,7% dell'anno scorso, una delle peggiori performance dalla seconda guerra mondiale. “Un rimbalzo molto forte per quest'anno nel suo complesso è una certezza, ha dichiarato Alexander Koch, un economista di UniCredit. 'Ma anche che non ci sono segni di una brusca fine della ripresa e non ci sono indicazioni allarmanti per qualsiasi tipo di recessione, lo slancio dell'economia tedesca è impostato su una moderata, ma sostanziale crescita per la fine dell'anno e nel 2011'.
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mercoledì 18 agosto 2010
Malpensa ricupera e segna la rotta
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martedì 17 agosto 2010
Sotto osservazione il rating di USA, Regno Unito, Francia e Germania
La distanza di un eventuale downgrade per questi quattro debiti sovrani è stata ridotta, il che significa che la loro qualità del credito all'interno di tale categoria di punta è in declino. Essi continuano ad essere ben posizionati sulla base di una valutazione prospettica della dinamica del loro debito e dell'accessibilità al credito, ha aggiunto Moody's. Sull'ultimo numero di Moody's Aaa Sovereign Monitor, il dibattito ha riconosciuto che la tempistica di stretta fiscale è stata portata a termine in modo ottimale dai governi europei più grandi con rating AAA, mentre ora tutti sono concentrati sulle misure di riduzione del deficit, mentre negli Stati Uniti, una strategia per la stabilizzazione del debito è ancora nelle fasi iniziali di sviluppo. Solo il rating AAA della Spagna è stato messo sotto osservazione per un possibile declassamento il 30 giugno. Le sfide che Moody's ha evidenziato per la necessità di rilanciare la crescita sono la necessità di affrontare il rilancio mirato degl’investimenti, la ricerca e l'invecchiamento della popolazione.
Solo credibili programmi a medio termine di risanamento di bilancio, in un momento in cui gli stimoli non saranno effettivamente più disponibili possono mantenere l'accesso ai finanziamenti possibili.
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lunedì 16 agosto 2010
Prospettive sulle materie prime
Materie Prime: giornata negativa per le principali materie prime. In calo gli energetici ad eccezione del gas naturale (+0,7%). Negativi anche i metalli industriali guidati dall’alluminio (-2,6%) che registra la peggiore performance giornaliera all’interno del GSCI. Intorno alla parità l’oro, in calo il grano (-1,5%). Il migliore del giorno è stato lo zucchero (+2,4%) su attese di aumento delle importazioni dalla Russia e dal Pakistan. I corsi petroliferi sono aumentati per gran parte del mese di luglio, recuperando il calo registrato all’inizio del mese. Il 4 agosto il greggio di qualità Brent è stato quotato a 81,9 dollari per barile, un livello superiore di circa il 4,6% rispetto agli inizi dell’anno. In prospettiva, gli operatori si attendono una crescita lenta dei prezzi nel medio periodo, viste le quotazioni dei contratti future con scadenza nel dicembre 2012 che si collocano a 89,1 dollari per barile. Per quanto riguarda i fondamentali, la domanda di petrolio rimane elevata nei paesi non appartenenti all’OCSE e sta costantemente migliorando nei paesi OCSE, in particolare negli Stati Uniti. L’Agenzia internazionale per l’energia prevede un aumento della domanda mondiale di petrolio dell’1,6 per cento nel 2011, sospinta principalmente da un incremento della domanda nei paesi non appartenenti all’OCSE. Dal lato dell’offerta, la capacità produttiva di petrolio resta ampia e i livelli delle scorte continuano a essere elevati, frenando in parte le pressioni dal lato della domanda sui corsi petroliferi. I prezzi delle materie prime non energetiche sono aumentati significativamente in luglio. I prezzi dei beni alimentari sono saliti sulla scia di un considerevole rincaro del frumento anche prima degli incendi in Russia. Anche i prezzi dei metalli hanno recuperato quota dai minimi di inizio giugno, in particolare a seguito degli incrementi dei prezzi del rame e del piombo. Verso la fine di luglio l’indice aggregato dei prezzi (in dollari) delle materie prime non energetiche era superiore di circa il 17,6 per cento rispetto agli inizi dell’anno. In un contesto caratterizzato da incertezza, i rischi per l’attività economica mondiale rimangono sostanzialmente equilibrati. Per quel che riguarda i rischi verso l’alto, l’interscambio potrebbe segnare una ripresa più forte di quanto previsto al momento. Quanto ai rischi di una diminuzione, sussistono timori relativi all’emergere di rinnovate tensioni sui mercati finanziari, a un ulteriore incremento delle altre materie prime, a spinte protezionistiche e alla possibilità di una correzione disordinata degli squilibri mondiali.
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domenica 15 agosto 2010
Minaccia d’inflazione, i pareri degli esperti
Il tedesco Weber ritiene che presto i dati di crescita potranno esprimere un mandato più stretto per le politiche economiche. "Le divergenze nella zona euro non si placheranno e per la BCE ci sarà molto lavoro ", ha continuato, Weber, e potrebbe spingere ad avviare una politica di strategia d’uscita prima del previsto.
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sabato 14 agosto 2010
Germania da record, nuovo rompicapo per la BCE
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venerdì 13 agosto 2010
Il finanziamento delle IFM (Istituzioni Finanziarie Monetarie) dell’Eurozona
L’impatto è stato visibile nei differenziali sulle obbligazioni bancarie e nei premi sui CDS (credit default swap) bancari, aumentati bruscamente in maggio e giugno, ma è anche probabile che abbia inciso negli ultimi mesi sulle decisioni delle banche dell’area dell’euro di emettere debito. A riprova di ciò, i dati sui bilanci delle IFM hanno evidenziato un calo netto dei titoli di debito emessi dalle IFM sia in maggio che in giugno. Questa tesi è avvalorata dagli ultimi risultati dell’indagine sul credito bancario condotta dall’Eurosistema, che evidenziano un peggioramento dell’accesso al finanziamento all’ingrosso nel secondo trimestre. Le esposizioni degli istituti al debito sovrano, e le incertezze riguardo all’entità di tali esposizioni, avrebbero anche accresciuto il rischio di controparte e inciso sulla probabilità di insolvenza delle banche più in generale. Questa circostanza si è rispecchiata, ad esempio, nei differenziali sulle obbligazioni bancarie con rating AA e A, che sono aumentati di circa 70-100 punti base tra metà aprile e metà giugno rispetto a un indice composito dei titoli di Stato dell’area dell’euro. Più di recente, i differenziali sulle obbligazioni bancarie, pur rimanendo su livelli elevati rispetto al primo trimestre del 2010, si sono in qualche misura ristretti, riflettendo – tra le altre cose – la pubblicazione dei risultati dell’esercizio di stress test sul sistema bancario a livello di UE il 23 luglio scorso. L’incremento dei costi sostenuti dalle IFM per emettere debito sul mercato finanziario in maggio e giugno potrebbe aver dissuaso molte banche dell’area dell’euro dal rinnovare il debito in scadenza, come riflettono i flussi netti negativi dei titoli di debito emessi dalle IFM in questi due mesi. Tale andamento è stato anche corroborato dalle statistiche sulle emissioni di titoli di debito (per le quali i dati sono disponibili fino a maggio): queste hanno rilevato, in maggio, un’emissione netta negativa di 25 miliardi di € circa da parte delle IFM dell’Eurozona, contro una media di lungo periodo di emissione netta mensile sempre da parte delle IFM dell’area pari a circa 22 miliardi di euro. Un motivo del decremento delle emissioni nette di titoli di debito da parte delle IFM, nei mesi recenti, potrebbe risiedere nel fatto che il settore bancario dell’area dell’euro si trova attualmente in una fase di aggiustamento dei bilanci, o come sta succedendo in Germania con la creazione di una “bad bank” nella quale far confluire eventuali esposizioni in eccesso di quantità di debito sovrano. Questa razionalizzazione potrebbe avere, sia pure a spese dei contribuenti, effetti indubbiamente positivi sul look delle banche.
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giovedì 12 agosto 2010
Lenta e discontinua la ripresa nell’Eurozona
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La Russia fra recupero del PIL e arretratezze infrastrutturali
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mercoledì 11 agosto 2010
Fiat recupera fiducia nel mondo e Chrysler Group va
Dal “Il Sole 24 ore” di oggi si apprende che la Banca Centrale di Norvegia e il suo fondo pensione si rafforza nel capitale Fiat salendo a oltre il 2% e non è improbabile che sarà presente nel capitale della nuova Fiat Industrial. Oltre Oceano, a giugno, con i profitti che hanno raggiunto i 326 milioni dollari, si è orientati a pensare che l’azienda automobilistica, con questo utile operativo, abbia superato il break-even fissato a $ 200 milioni. In questi giorni la Chrysler e il Chief Executive Officer di Fiat Sergio Marchionne hanno detto che è "altamente probabile che sia i profitti che il flusso cash verrà aggiornato dopo il terzo trimestre. Hanno precisato anche che non è stato fatto subito, perché si voglione vedere i risultati delle vendite del ridisegnato Jeep Gran Cherokee e gli effetti trainanti sull’intero comparto industriale.
Il CEO Marchionne, in una “conference call” con analisti e giornalisti ha dichiarato, anche, che nel 2011 gli obiettivi potrebbero essere cambiati. "E possibile che noi possiamo essere significativamente in anticipo rispetto al programma. Il titolo della conferenza della Chrysler in cui si è anche accennato al miglioramento: s’intitolala "preparando un aggiornamento della linea guida." Il fatturato del secondo trimestre della Chrysler è salito dell’8,2% a 10,5 miliardi dollari, rispetto ai primi tre mesi dell'anno. Gli analisti economici americani valutano che l’Azienda, dopo le difficoltà dello scorso anno, stia beneficiando di una riduzione dei costi, pur proseguendo una politica di sconti maggiori verso la clientela e sostenendo forti spese relative alla produzione della Jeep Grand Cherokee. Ma è tutto il Gruppo Chrysler negli Stati Uniti che beneficia di un percorso di crescita. Nel secondo trimestre 2010, i marchi Chrysler, Jeep, Dodge e Ram Truck registrano una penetrazione del 9,4%, con un incremento di 0,3 punti percentuali rispetto al primo trimestre dell'anno. Nel quarto trimestre 2009 era pari all'8,1%. A questo si aggiungono le dichiarazioni del CEO Marchionne che è anche Amministratore delegato di Fiat, che intende accrescere la quota del 5% quest'anno, introducendo la Fiat 500 negli USA.
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martedì 10 agosto 2010
Bruxelles chiede nuovi fondi
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lunedì 9 agosto 2010
Mentre l’Europa va, scontro in USA tra chi vede rosa e chi vede nero
Tra chi invece vede rosa si deve annoverare la Morgan Stanley attraverso un veterano analista come Richard Berner di 64anni che punta ad un rialzo del PIL USA del 3,8% nel terzo trimestre. Berner ha presentato calcoli precisi su aspettative di una inflazione all’1,2% su base annua, o quasi vicina allo zero come ha dichiarato un capo-economista della Goldman. Gli analisti di entrambi i campi sono comunque d’accordo che tutto dipenderà da una eventuale deflazione e delle ricadute sui salari.
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domenica 8 agosto 2010
L’economia mondiale riparte
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sabato 7 agosto 2010
Dal Tier 1 a Basilea 3
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Calano i rendimenti degli hedge funds
“La gente ha ridimensionato le aspettative. Oggi, il rendimento di un 10% annuo sembra piuttosto buono ', ha detto Odi Lahav, vice presidente di un gruppo d’ investimento alternativo Moody's. 'Nel 2006 o nel 2007, il 10% non avrebbe ottenuto l'attenzione degl’ investitori, quando in campo c’erano ritorni spettacolari di oltre 1.000% all’anno. Trafalgar Capital Advisors, che sta raccogliendo quote per un nuovo fondo Cayman, che offre prestiti a piccole imprese quotate, ha detto che il suo target di rendimento di un 12-14% ad un anno ormai sembra più attraente per i potenziali clienti. La crisi che seguì il crollo della Lehman Brothers ha fatto scempio dei rendimenti degli hedge fund. Oggi, nel mercato si comincia ad accettare l’idea che non c'è strategia che rende sempre soldi e che può rimanere indenne nei casi di crisi. Gl’investitori che hanno visto i fondi speculativi come cura per tutto ciò che desideravano guadagnare, forse si erano illusi un po’ troppo.
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venerdì 6 agosto 2010
Obbligazioni bancarie, poche informazioni per gl’investitori
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Migliora l’economia in Italia
Ieri il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha detto che l'Europa sta recuperando più velocemente del previsto e anche la fiducia dei mercati monetari europei sta crescendo in campo economico. Segnali di ripresa s’intravedono nel tasso di disoccupazione tedesco diminuito di un 5,5% rispetto al mese precedente e da una ripresa delle esportazioni nell’ Eurozona.
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giovedì 5 agosto 2010
Gli stress test bancari non finiscono mai
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La Cina è più vicina
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mercoledì 4 agosto 2010
Le quotazioni dell’Euro risalgono la china
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lunedì 2 agosto 2010
Auto: fine di un era?
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domenica 1 agosto 2010
L’Europa in ritardo sui biocarburanti
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La Chrysler ritorna al profitto
'L'unica ragione per cui non stiamo facendo i soldi sulla rete è che devo pagare gli interessi sui prestiti presi dal governo e che ho soldi in banca per coprire tale debito, abbiamo denaro sufficiente per pagare il tutto, ma non è possibile eseguire un business senza contanti, quindi è solo una funzione della nostra struttura finanziaria. Se avessimo preso i fondi del patrimonio netto, come ha fatto la GM, avremmo un saldo ancor più positivo. Marchionne ha detto di aspettarsi che la Chrysler sarà in grado di ridurre la dipendenza del minor margine di profitto vendite di veicoli ai gestori di parchi, come le agenzie di noleggio auto, per recuperare il mercato negli Stati Uniti. Speriamo che il consuntivo del mese di luglio faccia prevedere un mercato più forte perché ciò è indicativo di come andranno le vendite nel resto dell'anno. Un fondo fiduciario che paga le spese di assistenza sanitaria ai pensionati in collaborazione con il sindacato United Auto Workers e detiene il 55% del capitale di Chrysler, potrebbe mettere in vendita una parte delle azioni per monetizzare la partecipazione dell'Unione nel settore automobilistico non prima del 2011. Chrysler e la sua più grande rivale General Motors, detenuta in maggioranza dal Tesoro degli Stati Uniti, si stanno preparando per una offerta pubblica di azioni. L’A.D. Marchionne, parlando poi degli sviluppi futuri, ha dichiarato che probabilmente la Chrysler potrebbe optare per eseguire l’ assemblaggio del nuovo SUV Jeep Durango a Jefferson North. Alla domanda circa la prospettiva di un terzo turno, Marchionne ha risposto che dipende da come andranno le vendite nel quarto trimestre di quest'anno della Durango che sta per andare in produzione.
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