mercoledì 18 agosto 2010

Malpensa ricupera e segna la rotta

Nuovo look e 2 centri alberghieri entro la fine del 2011 sono i nuovi obbiettivi dell’aeroporto di Malpensa, di cui uno in grado di attirare il business congressuale. Il primo, della catena Sheraton , forte di 440 camere quasi attaccato al terminal 1, aprirà nel giro di 3 mesi. Questo albergo che si svilupperà su 3 piani avrà una sala conferenze modulare che potrà ospitare incontri anche di 1000 persone e un servizio di ristorazione permanente. Il secondo hotel, vicino al terminal 2 sarà anche questo di una nota catena internazionale. Passata la preoccupazione di avere poche rotte internazionali dopo il de-hubbing Alitalia, Malpensa sta lavorando sodo nell'attirare nuove compagnie aeree in grado di attrarre un traffico passeggeri con alto valore aggiunto. Nel frattempo procedono i lavori per sistemare la 3° parte dell’aerostazione con un nuovo satellite in grado di accogliere 15 finger d’imbarco da utilizzare anche per smaltire i passeggeri dei nuovi Airbus 380. Nei piani di sviluppo della SEA entro il 2015 Malpensa dovrebbe essere in grado di accogliere il doppio dei passeggeri attuali, circa 38 milioni. Questo sviluppo sposa il nuovo piano Enac, portato all’attenzione del Governo e degli enti locali. Secondo questo piano lo stato dovrà fare dei passi indietro sulla gestione degli scali più piccoli lasciando oneri e onori ai Comuni, alle Provincie e alle Regioni. L’Ente nazionale per l’Aviazione Civile proporrà da qui al 2030 di concentrare su 14 scali strategici il traffico soprattutto quello internazionale: aeroporti come Malpensa, Linate, Bologna, Bari e Palermo, dagli studi fatti, questi scali hanno tutti la possibilità di raddoppiare il numero di passeggeri nei prossimi dieci anni. Poi ci sono almeno 10 aeroporti primari che già oggi hanno un traffico intorno al milione di passeggeri, poi c’è un ultima fascia detta “complementare” che saranno operativi solo per soddisfare esigenze locali particolari o posizionati nelle isole. Per evidenziare lo spreco di risorse che in questi anni si è avuto nel settore senza un piano nazionale il presidente dell'Enac cita il caso emblematico di Comiso, in provincia di Ragusa: "Una struttura nuova, pronta per essere inaugurata dopo 4 anni di lavori e un investimento di 53 milioni di euro. Ma mai aperto per difficoltà di conoscere l'ente gestore. Se il Comune, che reclama attenzione, ma nel contempo ha già problemi di bilancio per l'attività normale prima di occuparsi di un aeroporto, oppure se la responsabilità è della Regione Sicilia. Che a sua volta punta alla gestione spalmando però i costi sull'intera collettività. Per questo sarebbe meglio che lo Stato cedesse completamente il controllo agli enti locali. I quali, precisa Riggio,a quel punto dovranno farsi due conti e scegliere se pagare le spese di un aeroporto che muove pochi passeggeri l'anno, di sobbarcarsi la spesa per il lavoro degli "uomini radar", per quello dei pompieri, per tenere a norma tutte le strutture o se lasciar perdere e spendere in altro modo i loro soldi"

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