lunedì 2 agosto 2010

Auto: fine di un era?

Ieri alcuni giornali campeggiavano titoli a tutta pagina sulla crisi delle vendite di auto in Europa e soprattutto in Italia. I dati sulle vendite in Italia, Spagna e Francia, tre delle quattro maggiori economie dell'area euro, segnano cali piuttosto accentuati. L'Italia, fanalino di coda nelle immatricolazioni: solo 152 mila vetture vendute (-25,97% su base annua). Una retromarcia alimentata dalla fine degli incentivi che avevano trainato il mercato nel 2009. Per l'intero 2010 si attende una flessione delle vendite dell'11% rispetto allo scorso anno. Anche il mercato dell'usato regredisce, a luglio -3,6%. L’Italia è seguita a ruota dalla Spagna con una contrazione del 24%, dopo 10 mesi consecutivi di progressi. Un'inversione di tendenza favorita dall'aumento dell'Iva (effettivo da luglio), dalla fine (a maggio) degli incentivi alla rottamazione (complessivamente uno sconto di 1.500 euro sul prezzo di ogni vettura); dalla conclusione (a luglio) del programma interessi zero sui primi 10 mila euro di spesa. L'associazione spagnola dei produttori prevede un mercato dell'auto in calo del 30% nel secondo semestre. In Francia il calo delle vendite è stato più contenuto, la flessione è stata del 12,9%, ma restano ancora in vita gli incentivi alla rottamazione. Dal primo luglio il bonus è sceso da 750 a 500 euro per vettura. Non a caso si è registrato il boom delle auto low cost, dove 500 euro di sconto incidono in maniera più significativa sul prezzo finale. Qualche valutazione a questo punto va fatta. Rispetto agli aumenti del costo delle auto, dell’assicurazione RCA, dei carburanti, della manutenzione, dei pedaggi autostradali, etc. possono bastare degli incentivi, una tantum, a mantenere alte le vendite? Forse è giunto il momento di pensare che la politica del trasporto delle persone può trovare delle vie meno costose, più efficienti, utilizzando mezzi di trasporto pubblici in modo più razionale. Più treni, magari più alta velocità; più auto in code-sharing, più piste ciclabili. Difficile pensare che rispetto ad un aumento costante dei costi, tutto rimane come prima.

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