martedì 30 aprile 2013

Le monete in attesa della Fed e della BCE

Oggi l'euro è stabile contro dollaro, in un mercato che ha colto positivamente la formazione del nuovo governo in Italia ed è in attesa delle riunioni della Federal Reserve (Fed) e soprattutto della Banca centrale europea (BCE), che potrà decidere di abbassare i tassi d'interesse. Oggi nel primo pomeriggio a Roma l'euro veniva scambiato a 1,3095 dollari contro 1,3097 dollari di ieri lunedì. In chiusura degli scambi asiatici, l'euro è salito a 1,3121 dollari, il livello più alto da dieci giorni prima di cancellare i suoi guadagni. L'euro ha perso qualche posizione nei confronti della moneta giapponese a ¥ 127,76 contro 128,01 ¥ di ieri. Il dollaro è rimasto stabile nei confronti della moneta giapponese a ¥ 97,69 contro 97,73 ¥ di lunedì. Lee Hardman, analista di Bank of Tokyo Mitsubishi, ha osservato che: "L'euro ha ottenuto modeste rivalutazioni dopo il voto di fiducia al nuovo governo di coalizione in Italia, mentre la fiducia degli investitori nel debito sovrano dei paesi periferici della zona euro è migliorata". L'euro, inoltre, è affaticato dal tenere il passo con il rallentamento del commercio europeo in un mercato stabile, e nel dover sopportare un nuovo record della disoccupazione che nella zona euro a marzo ha toccato il 12,1% della forza lavoro, anche se ha beneficiato di un forte rallentamento dell'inflazione nel mese di aprile, 1,2% il più basso da tre anni. Inoltre gl'indicatori sono deludenti sul fronte occupazionale, il rallentamento delle tendenze inflazionistiche in Europa, in particolare in Germania, "dovrebbe incoraggiare la BCE ad allentare la politica monetaria". Valentin Marinov, analista di CitiFX ritiene che nella riunione del prossimo giovedì si potrebbe avere una riduzione dei tassi d'interesse. Molto probabilmente con tassi BCE più bassi c'è la possibilità che nei prossimi mesi ci sia un rallentamento della progressione dell'euro nei confronti del dollaro, già partire da questa settimana. Così la pensano gli analisti del Crédit Agricole, osservando che a causa del rallentamento dell'economia europea, una nuova fase di debolezza della moneta unica non è lontana. Un taglio dei tassi da parte della BCE potrebbe effettivamente contribuire a rendere l'euro meno attraente perché meno redditizio. Tuttavia, per alcuni operatori, un maggiore sostegno da parte della BCE potrebbe invece avere un effetto positivo sull'euro amplificando gli acquisti di attività nell'Eurozona. Lee Hardman ha notato che "L'appetito per le valute più rischiose, come l'euro, sta già cominciando a rafforzarsi gradualmente, incoraggiato dalle crescenti prospettive delle principali banche centrali di rafforzare le loro misure di stimolo e dei tentativi di rallentare il ritmo di misure di austerità nell'Eurozona."

venerdì 19 aprile 2013

Eurozona accumula attivi monetari

Oggi l'euro è salito contro il dollaro in un mercato che tenta di capire cosa si deciderà a Washington nella riunione dei ministri delle finanze dei paesi del G20 e nella riunione di Primavera del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale (BM). Nella tarda mattina l'euro incontrava il dollaro a 1,3083 dollari contro 1,3049 dollari di ieri. Anche contro la valuta giapponese la moneta unica europea si è rivalutata a ¥ 129,73 contro 128,09 ¥ di ieri. Si aspettano notizie importanti dal G20 che deve conciliare le esigenze dei singoli paesi, della loro moneta contro le manovre che dovrebbe dare un sollievo al Giappone, le cui misure di allentamento monetario hanno indebolito lo yen, come numerosi analisti hanno osservato. L'euro ha beneficiato anche di altre notizie rassicuranti, come il momento di relax nei mercati obbligazionari europei, come dimostrato giovedì con il successo conseguito dalla Spagna nella vendita di un prestito obbligazionario con il tasso più basso dal settembre 2010. Altra notizia positiva dell'Eurozona è il surplus registrato nel mese di febbraio, in base a una cifra provvisoria destagionalizzata pubblicata venerdì da parte della Banca centrale europea (BCE), di 16,3 miliardi di euro. Nel mese di gennaio, l'avanzo delle partite correnti, la più ampia misura degli scambi commerciali nella zona euro con il resto del mondo in termini di beni, servizi e flussi finanziari, è stato di 13 miliardi e 800 milioni di €.

lunedì 15 aprile 2013

Paradisi fiscali nella UE

Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo, oggi ha dichiarato di sperare che la lotta contro i "veri" paradisi fiscali diventi forte come la pressione esercitata sul suo Paese e sull'Austria per il superamento del segreto bancario. Durante una conferenza stampa a Vienna con il suo omologo austriaco, il conservatre Michael Spindelegger, ha espresso l'opinione che bisogna agire con la stessa fermezza che si è utilizzata con i paesi più piccoli dell'UE. Jean Asselborn si è dichiarato particolarmente rammaricato per la libertà concessa alle Channel Island, isole sotto il parziale controllo del Regno Unito, discusse con Londra "a quattro occhi", e con poca trasparenza su questo tema. "Né l'Austria né il Lussemburgo sono paradisi fiscali", ha insistito il capo della diplomazia lussemburghese, dicendosi favorevole ad andare nella stessa direzione sulla revoca del segreto bancario."Vogliamo stare con un partner che ha condiviso la stessa posizione per lungo tempo", ha detto Jean Asselborn. "Non è come se volessimo essere noi i buoni e gli austriaci designati come il male", ha aggiunto. Il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, sotto la pressione dei suoi partner europei e degli Stati Uniti, ha accettato il 10 aprile una revoca parziale del segreto bancario, con scambio automatico dei dati dal 1° gennaio 2015, isolando in tal modo l'Austria che è l'unico paese dell'Unione europea a mantenere il segreto bancario. Il capo della diplomazia austriaca ha auspicato che il segreto bancario venga preservato per i cittadini austriaci. Il 9 aprile, il cancelliere austriaco, il socialdemocratico Werner Faymann ha dichiarato che l'Austria è disposta a negoziare l'abolizione del segreto bancario sancito dalla Costituzione del paese per i correntisti stranieri sul suo suolo.

sabato 13 aprile 2013

L'oro in forte discesa

Venerdì a New York il prezzo dell'oro è sceso per la prima volta dal 2011 del 5% scendendo sotto i 1.500 dollari. Gli analisti parlano di un sorprendente calo dei prezzi durante il mercato per vari fattori. Con un calo del 6%, è stata la perdita settimanale più grande per l'oro dal dicembre 2011. In chiusura delle contrattazioni, il prezzo è sceso a 1.478 dollari per oncia troy, mentre il dollaro è salito. Continuano a pesare voci su una possibile vendita di oro della Banca centrale di Cipro, che secondo il World Gold Council, gestisce riserve auree pari a 13,9 tonnellate. La decisione sulle vendite d'oro sarebbe stata presa dalla banca centrale, ha detto Mario Draghi, presidente della BCE, venerdì dopo una riunione dei ministri delle finanze della zona euro a Dublino. Tuttavia, si è trattato su questo, Draghi ha continuato a dire che tutti i proventi della vendita di oro, dovranno servire, prima di tutto per coprire eventuali perdite della Banca centrale. Queste decisioni sarebbero state prese a Cipro dalla Banca nazionale per supportare la liquidità d'emergenza delle banche commerciali. In effetti l'atteggiamento degli investitori nei confronti dell'oro era già da tempo evidente che fosse cambiato. Da mesi il lingotto reagiva poco o nulla di fronte a qualsiasi notizia che un tempo gli avrebbe messo le ali: dalle iniezioni di liquidità della Banca centrale giapponese alle difficoltà dell'Eurozona, dai temporanei cedimenti del dollaro alle minacce di guerra della Corea del Nord. Gli Etf sull'oro, un tempo accumulati a ritmi da record, ora sono bersagliati da continui riscatti. E dopo dodici anni ininterrotti di rally, sempre più banche negli ultimi mesi hanno iniziato ad annunciare un'imminente inversione di rotta. Goldman Sachs questa settimana ha addirittura raccomandato di andare "short", ossia scommettere su ulteriori ribassi. Alla luce degli accadimenti un consiglio molto puntuale.

lunedì 8 aprile 2013

Cipro ha bisogno di 75 milioni di € per evitare il default

Nicosia - A 75 milioni di euro ammontano le necessità della Repubblica cipriota per evitare un default a fine aprile e per poter pagare stipendi e pensioni dei funzionari pubblici, l'ha annunciato oggi un alto funzionario dell'isola in  profonda crisi finanziaria. Il Tesoriere generale, la signora Rea Georgiou, ha dichiarato davanti alla Commissione Finanze del Parlamento che il deficit di cassa per aprile è pari a 160 milioni di euro e gli 85 milioni di riserva non sono sufficienti, per questo è necessario un importo equivalente al fine di evitare un default nei pagamenti, questa cifra dovrebbe arrivare  a maggio dal pagamento della prima tranche del piano di salvataggio internazionale concordato. Il portavoce del governo, Christos Stylianides, ha detto alla stampa che le autorità stanno cercando in fretta di trovare il modo di pagare gli stipendi e le pensioni a fine aprile. "Questo governo farà tutto il possibile nei prossimi giorni per approvare le leggi del piano di salvataggio per non aver problemi con gli stipendi e le pensioni alla fine del mese", ha aggiunto."Voglio credere che oggi, tutti dovranno esercitare la dovuta diligenza per potenziare le garanzie affinchè lo Stato abbia la capacità di raccogliere fondi", ha aggiunto. Cipro ha concordato un piano di salvataggio con l'Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale per ricevere un prestito di 10 miliardi di euro per evitare il fallimento di tutta l'isola. Nell'ambito di questo piano, il paese si è impegnato ad una drastica riduzione del suo settore bancario, un calo dell'occupazione del settore pubblico e un aumento delle imposte.

mercoledì 3 aprile 2013

Nel 730 sottrarre la quota pagata per il SSN della polizza auto

Bisogna non dimenticare di detrarre anche la quota del servizio sanitario nazionale pagata con la polizza auto al momento della dichiarazione dei redditi. Questo può portare a uno sconto variabile in base all’effettivo importo pagato nell’anno precedente perchè infatti è deducibile. Questa opportunità per tutti i cittadini è stata però modificata con la normativa introdotta dal Governo Monti nel 2012, legge che prevede che solo le assicurazioni maggiori a 402 euro possano essere dedotte dalla dichiarazione dei redditi. Una limitazione considerevole nel panorama italiano che però continuerà a far beneficiare di uno sconto, seppur contenuto, molti cittadini guidatori e titolari di polizza. Attraverso la dichiarazione dei redditi è possibile dedurre, come ovvio, non tutto il premio assicurativo, ma solo la componente che viene destinata al Servizio Sanitario Nazionale, ossia le cifre che fanno parte della quota che corrisponde alla responsabilità civile obbligatoria. Per poter usufruire di questa agevolazione è sufficiente presentare il certificato di polizza che viene rilasciato al momento del pagamento dalla compagnia assicurativa, in caso di perdita o smarrimento si può richiedere una copia, l’importante è effettuare in tempo utile la richiesta all’assicurazione. In questo certificato si deve ricercare la voce relativa al versamento al SSN che va inserita all’interno della voce del modulo 730 che cita i “Contributi previdenziali e assistenziali”. La deduzione della polizza assicurativa non segue le norme della detrazione in quanto fa riferimento ad una normativa diversa. La deduzione, infatti, fa riferimento al reddito imponibile lordo dal quale viene sottratto il corrispondente in euro dell’aliquota fiscale di riferimento. Non sono grandi importi, ma comunque possono essere considerevoli, se si pensa che l’RC Auto è obbligatoria e molti ne sono titolati pur non avendo un mezzo di proprietà. Se si guarda inoltre al panorama assicurativo italiano, moltissimi sono i cittadini titolari di più polizze relative a vari mezzi, in particolare quelli di familiari o figli a carico, in questi casi tutte sono deducibili senza alcun tetto massimo. Un vantaggio da non sottovalutare.