lunedì 31 gennaio 2011

L'inflazione accelera

La situazione politica e sociale dei paesi della sponda Nord Africana preoccupa moltissimo gli economisti, per i riflessi che avranno sui mercati mondiali delle materie prime, petrolio in testa, prodotti alimentari, al Cairo già si temono difficoltà negli approvvigionameni alimentari e per i riflessi, sulle loro economie. Oggi a seguito della grave crisi politica in atto e della situazione di anarchia in cui è sprofondato l’Egitto, l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il suo giudizio sul debito dell’Egitto da Ba1 a Ba2, portando l’outlook da stabile a negativo. Dopo il declassamento del rating sovrano dell’Egitto, deciso da Moody’s, aumentano in queste ore le quotazioni dei credit default swap (cds), le polizze che servono per assicurarsi contro l’insolvenza degli Stati. Comunque le difficoltà si erano già viste a livello mondiale con l'aumento dei prezzi nel mese di gennaio che è stata un'ulteriore spinta all’inflazione nella Eurozona, che ha raggiunto 2,4% su base annua, superando di poco il 2% soglia massima permessa dalla Banca centrale europea (BCE), secondo una prima stima pubblicata oggi da Eurostat, l'ufficio statistiche dell'Unione europea. L'inflazione è al massimo livello nella zona euro dal mese di ottobre 2008, quando raggiunse il 3,2%. L'aumento dei prezzi al consumo è stato poi del 2,1% nel novembre 2008 prima di tornare definitivamente al di sotto del 2%. La BCE, che fa da guardiana della stabilità dei prezzi nell'area dell'euro dichiara che a medio termine, l'inflazione sarà leggermente inferiore al 2%. Nel complesso, l'inflazione ha accelerato nella zona euro per oltre un anno: i prezzi al consumo hanno iniziato ad aumentare di nuovo nel novembre 2009 dopo cinque mesi di ribassi. Ma è rimasta fino alla fine del 2010, entro i limiti tollerati dalla BCE. Eurostat pubblicherà il 28 febbraio la sua stima finale per il mese di gennaio. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, domenica ha lanciato un nuovo allarme contro l'inflazione, facendo presente, in un’intervista al Wall Street Journal, che era disposto ad aumentare il tasso
d’interesse. "Tutte le banche centrali, in tempi come questo dove ci sono minacce da spinte inflazionistiche, devono essere molto attente che non vi siano effetti di ritorno dell’aumento del petrolio. Jean-Claude Trichet ha avvertito. Queste parole ricordano quelle profferite nel giugno del 2008 quando l'impennata dei prezzi delle materie prime e del petrolio perchè miravano ad influenzare i salari ('effetti di secondo impatto') e portare ad una spirale inflazionistica. Il 3 luglio dello stesso anno, la BCE ha alzato il suo tasso di un quarto di punto al 4,25% prima della caduta di mezzo punto percentuale nel mese di ottobre e al calo all’1% del maggio del 2009, tasso in cui si trova ancora oggi. Tutti i paesi della zona euro hanno un immenso interesse per ancorare saldamente le aspettative di inflazione, ha dichiarato Trichet domenica, con un’ allusione ai paesi alle prese con il loro debito. Una settimana fa, il signor Trichet aveva lanciato un avvertimento simile, "Nessuno può immaginare che avendo più inflazione ci siano più posti di lavoro sostenibili", aggiunse. Il mandato principale della BCE è garantire la stabilità dei prezzi, e non superare la soglia d’ inflazione del 2%. Tuttavia, nel mese di dicembre 2010, l'inflazione nella zona euro ha superato la soglia, per la prima volta dalla fine del 2008, raggiungendo il 2,2%
all'anno.

giovedì 27 gennaio 2011

Airbus lancia una nuova gamma di Jet d'affari

Mentre il mercato per l'aviazione d'affari mostra segni di ripresa, Airbus coglie l'occasione e presto offrirà i modelli A319 e A320 NEO versione VIP ai clienti business. Anche il mercato per aerei di linea e commerciali sta mostrando segni di ripresa, come risulta dalla previsione annuale di Airbus. Nel 2010, la Boeing ha firmato 8 nuovi contratti, portando a 180 il numero di ordini raccolti dopo l'entrata di Airbus in questo segmento di mercato. Il 2010 ha segnato un miglioramento rispetto al 2009. La crisi è stata più grave per gli aerei commerciali e per gli aeromobili. Le vendite in questo segmento molto esclusivo, dove i clienti sono miliardari, grandi corporazioni o governi, era crollata. L'immagine del business jet si era appannata. Durante la crisi, difficile da giustificare l'acquisto di velivoli VIP con prezzi di listino da 50 milioni di euro per un Airbus A318 Elite con la sua cabina VIP ai ben oltre 320 milioni di euro per un A380, acquistato da una società controllata dal principe saudita miliardario Al Walid. "I prezzi dei nostri widebody VIP - A330, A350 e A380 - dipendono dall'attrezzatura e dalle decorazione della cabina", ha detto un portavoce di Airbus. Se la situazione diventa chiaro sul fronte di ordini per Airbus, rimangono ancora ad un livello modesto rispetto al picco del 2007 con 37 contratti e un felice anno nuovo 2008 con i suoi 25 ordini. Per quanto riguarda le consegne, tuttavia, Airbus ha battuto tutti i record con 15 esemplari consegnati ai clienti con un valore di catalogo di € 1,3 miliardi. Queste spedizioni sono grandi, ma provengono da ordini raccolti nel 2006, 2007 e 2008. Dieci aerei in Medio Oriente e in Asia secondo Airbus, che detiene il 50% del mercato dei jet-business in quella zona. Nel resto del mondo, le stime sono più difficili perché "è molto variabile di anno in anno", dice il produttore.
Ad assumere la leadership in questo mercato che sono in concorrenza non solo con Boeing, ma con Gulfstream e Bombardier, potrà essere l’Airbus A319 presto in catalogo con sigla ACJ e A320 Prestige versione NEO (sostituzione dei motori). "Una domanda si sta delineando anche per l'A318 Elite, che potrebbe anche essere una versione Neo", ha aggiunto il portavoce. Si basa anche su altri punti di forza della sua gamma in termini di spazio", un Airbus A 320 è esternamente simile a un Gulfstream 550 o di un Bombardier Global Express, ma è lo spazio della cabina matrimoniale, che offre più libertà di movimento che fa la differenza", dice il produttore. Sottolinea inoltre che la vasta gamma dei suoi A319 e A320 Prestige ACJ, in versione 8 passeggeri, con serbatoi supplementari nella stiva, hanno un'autonomia di più di 11.000 km.

mercoledì 26 gennaio 2011

A Davos oggi il World Economic Forum

L'elite del mondo degli affari s’incontra oggi a Davos, in Svizzera, per la prima giornata del World Economic Forum (WEF). La giornata dovrebbe essere inaugurata dal Presidente russo, Dmitry Medvedev che intende mantener fede alla promessa di una sua partecipazione, nonostante l'attentato che ha colpito l'aeroporto Domodedovo di Mosca con 35 morti e qualche centinaio di feriti , due giorni fa. L'appuntamento sulle Alpi svizzere è molto importante sia per la partecipazione massiccia di capi di Stato e di governo, ne sono annunciati circa 40, sia perchè nelle varie conferenze, a latere della manifestazione, sono annunciati interventi dei manager delle grandi multinazionali finanziarie e industriali, le cifre parlano di oltre 2000 presenze. Ascolti e partecipazioni sono utilissime anche per comprendere le sensibilità diverse e le possibili vie d'uscita delle varie crisi economiche e sociali che in questo momento imperversano a tutte le latitudini del mondo. Una delle crisi sociali più pericolose si sta sviluppando, proprio in questi giorni, sulla sponda sud del Mediterraneo. Molti esperti di P.R., per la presenza di Medvedev, contano anche sulla necessità del leader russo che dovrà convincere il mondo economico mondiale che la Russia non permetterà un altro disastro come l'ultimo attentato dell'aeroporto di Domodedovo. Egli dovrà fare tutti gli sforzi possibili per rassicurare i partecipanti che la Russia rimane un luogo sicuro per gli investimenti esteri. In ogni caso, la questione del terrorismo, che Mosca descrive come la minaccia maggiore, si dovrebbe sviluppare in una decina di dibattiti in programma fino a Domenica. Fra i vari punti all’ordine del giorno ci sono i problemi economici che gravano sulla ripresa dell'economia globale nel 2011, alcune fragilità della zona euro, anche se il successo di ieri della prima emissione mondiale di titoli comunitari rispetto ad un offerta di 5 miliardi di euro ha visto una richiesta 9 volte superiore, e la riconfigurazione del sistema monetario internazionale onde disinnescare una guerra delle valute. Il WEF ha messo in evidenza quest'anno il ruolo dei mercati emergenti, con una forte presenza dell'India e della Cina, per illustrare il posto oggi predominante di questi paesi nel mondo economico e politico internazionale. Il fondatore del World Economic Forum nell’incontro dell 19 gennaio ha dichiarato che il mondo non ha ancora digerito le implicazioni della crisi economica e che bisogna essere attenti ad evitare una crisi sociale. Schwab ha anche messo in guardia contro un nuovo male che minaccia il pianeta, una sorta di assuefazione che altera la visione generale a lungo termine, ma fondamentale in tempi di crisi.

sabato 22 gennaio 2011

Fiat, Peugeot e Renault, tre bigs europee

Mentre in Fiat, dopo il referendum del 13 e 14 gennaio 2011 tenutosi a Mirafiori tra i lavoratori, sul cosiddetto "piano Marchionne" si parla di rilancio, nuvole si addensano all’orizzonte sul mercato automobilistico francese.
L'AD Marchionne torna a parlare delle strategie commerciali del gruppo. Secondo l’AD “È inutile lanciare nuovi modelli quando il mercato è difficile. Il 2011 per la Fiat sarà un anno di transizione. Stiamo preparando un’offensiva per il 2102”. Marchionne ha parlato anche di Lancia e del suo futuro strettamente legato al successo della nuova Ypsilon, che sarà presentata al Salone di Ginevra per essere commercializzata a giugno. Sarà un nuovo prodotto che entrerà nel segmento B a cinque porte e la produzione è prevista intorno alle 100 mila unità all’anno. Inoltre la newco ”Fabbrica Italia Mirafiori”, che assumerà i dipendenti dello stabilimento, investirà 1 miliardo di euro in vista delle future produzioni di Suv Alfa Romeo e Jeep e sarà interamente Fiat, così come quella creata a Pomigliano. Secondo il Sole 24Ore l’investimento americano a Mirafiori potrebbe prendere una forma indiretta, potrebbe essere semplicemente una scatola che acquista le vetture prodotte a Mirafiori e le smista ai due partner: uno degli schemi possibili è quello adottato dalla stessa Fiat con Ford per la produzione della Ka in Polonia: lo stabilimento Fiat di Tychy sforna le vetture per l’azienda Usa che le paga a prezzo prefissato e s'impegna a rilevarne un certo numero l’anno.
Bernard Cambier, direttore delle vendite Renault, in una intervista pubblicata sui giornali di lunedì ha dichiarato che prevede nel 2011 un calo delle vendite del 13% sul mercato francese. La sua controparte di Peugeot, Olivier Veyrier, anch'egli intervistato dai quotidiani, ha dichiarato che le vendite dovrebbero calare di più del 10%. Gli ordini effettuati nel mese di dicembre e sostenuti dalla fine del premio-demolizione hanno comunque garantito tre mesi di consegna, secondo Bernard Cambier. Lunedì, Renault e Peugeot hanno annunciato ordini in crescita del 46% e del 30% a dicembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

venerdì 21 gennaio 2011

Franco svizzero troppo forte

Forte preoccupazione nel governo della Confederazione Elvetica, che convoca gli esperti per una valutazione sull'attuale fase del cambio della propria moneta non solo rispetto all'euro, ma anche con il dollaro USA per le possibili ripercussioni sulle esportazioni e sull'economia in generale.
Nel tardo pomeriggio di oggi, 21 gennaio, il cambio euro/franco ha quotato 1.3020/1.3023 mentre l'euro si è apprezzato sul dollaro a 1.3580/1.3582, e il cambio dollaro USA contro franco ha quotato 0.9586/0.9589 dando così respiro momentaneo al franco.
La direzione della Segreteria di stato dell'economia (SECO), nei prossimi giorni incontrerà rappresentanti dei maggiori settori economici, quali industria chimico-farmaceutica, metallurgia, banche e turismo, esperti finanziari, sindacalisti, datori di lavoro e specialisti del mondo agricolo e cooperativo.
I liberali radicali hanno proposto al governo d’incominciare a rivedere i costi di produzione indotti dallo Stato, affinché le imprese svizzere, in particolare quelle esportatrici, possano ricevere una boccata d'ossigeno. Secondo il consigliere nazionale zurighese Markus Hutter, in un anno, il prezzo dei prodotti svizzeri sui mercati internazionali è aumentato del 15-20%. Per compensare il franco forte, il Partito liberale radicale vuole alleggerire il carico fiscale delle imprese, riducendo l'aliquota di imposta sugli utili e sopprimendo le tasse di bollo. Ritiene anche che la burocrazia, i tributi doganali, gli oneri salariali indiretti, nonché le tasse dovrebbero essere ridotte.
La formazione di centro-destra reclama inoltre un tasso unico dell'IVA al 5,5%, aliquota che permetterebbe alla Svizzera di essere "molto concorrenziale", poiché sarebbe il tasso più basso d'Europa, ha sottolineato il consigliere. Quale contropartita di questo abbassamento delle imposte, il programma di consolidamento economico 2012-2013 dovrebbe essere portato a termine nella sua interezza.
Effetti positivi invece si hanno per i paesi confinanti la Nazione, Italia compresa, che vede la fila dei clienti svizzeri ingrossarsi alle frontiere, e nel contempo diminuire il numero degli italiani che effettuano compere nel paese. Positivo il bilancio anche per i lavoratori frontalieri che vedono aumentare il loro potere d’acquisto. Tiene abbastanza bene il turismo, grazie alla capacità degli operatori del settore di offrire una vasta gamma di soluzioni di ottima qualita nel rapporto prezzo/servizi .

martedì 18 gennaio 2011

L'inflazione accelera nel Regno Unito

Nel Regno Unito si è avuta un'accelerazione dell'inflazione più forte delle previsioni: sotto la spinta dei prezzi dei carburanti. Secondo quanto dichiarato oggi a Londra dall'Ufficio Nazionale di Statistica i prezzi al consumo sono aumentati 3,7%, rispetto all'anno precedente, dopo un incremento del 3,3% nel mese di novembre. La media-previsione di 31 economisti in un sondaggio di Bloomberg è stata del 3,4%. La sterlina è calata dopo la relazione. Il Governatore della Banca d'Inghilterra, Mervyn King, ha dichiarato che sarà necessario scrivere una pubblica lettera di spiegazione se l'inflazione persisterà al di sopra del limite del 3% che il Governo si è dato. "L'inflazione sopra il 4% nel primo trimestre sembra quasi inevitabile", ha dichiarato David Tinsley, economista a Londra alla National Australia Bank ed ex funzionario della banca centrale. Questo aggiunge pressione sulla Bank of England per aumentare il tasso d'interesse dal suo record di livello basso. Il primo aumento dei tassi sembra non impossibile averlo in maggio o aprile. Il rendimento dei titoli di Stato sono aumentati di 6 punti base all’ 1,38%. Secondo l'Ufficio di Statistica, i costi di trasporto sono saliti, nel mese di dicembre, ad un record del 3,6% sul mese precedente e sono cresciuti del 6,5% nell'anno. Cibo e bevande non alcoliche sono salite all’1,6% sul mese e del 6,1% rispetto all'anno precedente, il maggior aumento annuale dal maggio 2009. L'inflazione al dettaglio, che sono una misura del costo della vita utilizzato nelle trattative salariali, ha accelerato al 4,8% a dicembre dal 4,7% del mese precedente, corrispondenti alle previsioni degli economisti. Escludendo i costi dei mutui, l'inflazione è stata del 4,7%, secondo l'ufficio di statistica. Il comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra ha confermato, la scorsa settimana, il tasso d’ interesse al minimo storico dello 0,5% e ha confermato il suo piano di acquisto di bond per 200 miliardi di sterline. L'inflazione crea molto disagio, anche se "non vorrei tornare indietro e cambiare la politica," ha dichiarato Paul Fisher, economista inglese e direttore esecutivo della Bank of England's ripartizione del mercato, in un'intervista al quotidiano Yorkshire Post, pubblicato oggi. "Non possiamo avere troppo preoccupazioni per il tasso d' inflazione a breve termine sui quali non possiamo esercitare alcun controllo. L'inflazione media al 3,4% nel quarto trimestre, è superiore al 3,2% previsto dalla Banca d'Inghilterra nel mese di novembre. A quel tempo, si prevedeva un'inflazione media del 3,6% nel primo trimestre. Il primo ministro David Cameron, a mezzo dell suo portavoce Steve Field, oggi ha confermato la sua fiducia nella Banca d'Inghilterra e nella sua capacità di domare l'inflazione. Gli economisti di banche tra cui BNP Paribas SA hanno detto che gli aumenti dei tassi potrebbero arrivare velocemente e prima di ogni previsione per mantenere gli utili attuali. "Le prospettive d’inflazione nel Regno Unito rimane preoccupante", dichiara Chiara Corsa, economista di Unicredit Banca a Milano. "Per il momento, siamo fiduciosi che la BOE non avvii la stretta prima del quarto trimestre, ma i rischi di una accelerazione sono chiaramente in aumento."

domenica 16 gennaio 2011

Ikea aumenta fatturato e utile nel 2010

Nell'anno contabile 2009/2010 denominato FY10 (Fiscal Year 10, che va dal 1° settembre 2009 al 31 agosto 2010), le vendite del Gruppo IKEA sono cresciute del 7,7%, raggiungendo i 23,1 miliardi di euro. Rispetto all'anno precedente, l'utile netto del Gruppo è stato di 2,7 miliardi di euro, pari a un aumento del 6,1%. Al raggiungimento dell’ottimo risultato hanno contribuito l'incremento delle vendite, un margine lordo più elevato e i miglioramenti apportati alla struttura dei costi di gestione. Il CEO Mikael Ohlsson , in carica dal 2009, l'ha annunciato ieri in un comunicato. l'Azienda ha pubblicato il rapporto annuale per la seconda volta nella sua storia, ed ha affermato che "l'esercizio 2010 è stato un buon anno perchè le vendite sono cresciute nonostante una situazione congiunturale difficile". Il fatturato è aumentato in quasi tutti i paesi. Le crescite più elevate si sono avute in Cina, Russia e Portogallo. Non quotata in borsa e gestita sotto forma di holding dal suo fondatore, il miliardario Ingvar Kamprad, residente nel canton Vaud (Svizzera), l’Ikea non è soggetta alla pubblicazione di risultati completi e dettagliati. Fino allo scorso anno, la multinazionale aveva comunicato solo pochissimi dati finanziari. Nella nota di ieri si apprende che il fatturato di Ikea è passato da 5,4 miliardi di euro nel 1997 a 12,8 miliardi nel 2004, per poi raggiungere 21,2 miliardi nel 2008. Nel 2009, a causa della crisi economica, era rimasto stabile (a 21,4 miliardi di euro). L'Ikea l'anno scorso è stata una delle aziende più redditizie del mondo, con un margine netto in crescita dall'11,6% all'11,7%. Il margine lordo è passato dal 44,6% al 46,1%. Il gruppo svedese ha anche aumentato i fondi propri da 37,1 a 41,3 miliardi di euro. L’Ikea ha 123.000 dipendenti nel mondo e 280 negozi in 26 paesi, tra cui 204 in Europa, mercato che rappresenta il 79% del suo fatturato (Nord America: 15%, e Asia-Oceania: 6%). La maggior parte degli utili è stata reinvestita negli attuali negozi IKEA e in dodici nuovi punti vendita. Nel FY10 in Italia ci sono stati 3 nuovi store ed il primo shopping center italiano inaugurato, il 21 ottobre 2009, a Villesse (GO), mentre nel primo semestre 2010 hanno visto l’apertura i punti vendita di Salerno e San Giuliano (MI). Il negozio friulano rappresenta la base di quello che, nell’arco di due anni, sarà il primo shopping center italiano gestito da IKEA. Inter IKEA Centre Group, che ha il compito di sviluppare centri commerciali nei mercati dove IKEA già opera, gestisce ad oggi 22 shopping center in 7 paesi europei e ha in cantiere la progettazione e la realizzazione di altri 12. “Si tratta di centri commerciali pensati innanzitutto per la famiglia” dice Roberto Monti, AD di IKEA Italia Retail “con solide infrastrutture a disposizione dei partner di vendita al dettaglio, finalizzate ad un’esperienza coinvolgente per tutti i clienti”. Per gli acquisti del Gruppo, l’Italia si conferma il 3° paese fornitore di mobili e complementi di arredo, dopo Cina e Polonia. IKEA compra in Italia più di quanto vende: infatti, l’8% del volume degli acquisti del Gruppo IKEA nel mondo vengono effettuati in Italia, mentre il mercato italiano copre solo il 7% del volume delle vendite totali del Gruppo.

sabato 15 gennaio 2011

Referendum Fiat, brindisi anche alla Chrysler

I lavoratori Fiat hanno approvato ieri il piano di un 1 miliardo di euro per rinnovare la più antica fabbrica della casa automobilistica in Italia, aprendo la strada all'Amministratore Delegato Sergio Marchionne per attuare una joint venture con Chrysler Group LLC.
Circa il 54% dei dipendenti pari a 2.735 lavoratori, hanno votato per l'investimento nello stabilimento di Mirafiori a Torino in cambio di misure che limitano gli scioperi ed incidono, sia pure progressivamente sull’assenteismo in fabbrica, secondo una dichiarazione da parte del sindacato Uilm sul suo sito oggi. Circa il 94% dei lavoratori ha partecipato al voto che si è concluso ieri in tarda serata. "Siamo lieti che la maggioranza dei lavoratori a Mirafiori ha capito l'impegno di Fiat per trasformarla in un impianto con una portata internazionale," ha dichiarato oggi l'AD Marchionne, 58 anni, "Siamo contenti perché i lavoratori con il loro voto hanno dimostrato di avere fiducia nel loro futuro. Il nostro piano per questa sito aziendale è molto ambizioso”. Marchionne aveva bisogno della maggioranza dei 5.500 dipendenti della fabbrica per confermare l'accordo del 23 dicembre u.s. approvato dalla maggior parte dei sindacati per cercare di eliminare le lavorazioni italiane meno redditizie e rilanciare l'alleanza con Chrysler per la produzione condivisa di veicoli Jeep sport-utility e Alfa romeo auto. Il voto segna anche una pietra miliare nei rapporti di lavoro italiano, che si basano su accordi nazionali, che spesso rendono difficile alle imprese di riorganizzarsi localmente per aumentare la produttività.
La Fiom Cgil, il più grande sindacato della Fiat, che rappresenta 10.000 dei 83.000 lavoratori della casa automobilistica in Italia, è stato l'unico gruppo che non ha firmato il 23 dicembre l'accordo, perchè la proposta limiterà i diritti dei lavoratori e peggiorerà le loro condizioni.
Fiat prevede di produrre fino a 280.000 vetture e SUV annualmente a Mirafiori con il brand Jeep e Alfa Romeo, come parte della sua joint venture con Chrysler. La produzione dovrebbe iniziare entro il quarto trimestre del prossimo anno. Questa settimana, la Fiat ha acquisito un ulteriore 5% della Chrysler, incrementando la propria quota al 25%.
Il nuovo accordo prevederà che, senza tener conto delle differenze nei modelli e delle ore di lavoro, la produttività media a Mirafiori sarà di 30 vetture per dipendente all’ anno, rispetto alle quasi 100 di Tychy. Secondo Kristina Chiesa, analista a Londra della Barclays Capital, la Fiat potrebbe generare un utile di 390 milioni di euro nel 2011 se spostasse tutta la produzione in Serbia e Polonia, anzicchè prevedere una perdita per il business di 855 milioni di euro per quest'anno dopo una perdita di 684 milioni di euro nel 2010. Mirafiori è parte di un piano di Marchionne di 20 miliardi di euro d'investimento nel progetto denominato " Fabbrica Italia "per rinnovare i cinque stabilimenti Fiat in Italia con l'esclusione di Termini Imerese, che smetterà di produrre vetture entro la fine del 2011. Fiat punta a costruire 1,4 milioni di veicoli l'anno entro il 2014 dai 650.000 del 2009. La fabbrica di Mirafiori, 494 ettari di estensione, fu inaugurata nel 1939 alla presenza del dittatore fascista Benito Mussolini, e raggiunse un organico di 50.000 unità nel 1970. L'organico poi scese nei decenni successivi, perchè la Fiat aprì nuovi stabilimenti nel sud-Italia e spostò parte della produzione all'estero. La produzione italiana di autoveicoli è scesa dai 1,7 milioni di veicoli dell'inizio degli anni 1970 a circa 659.000 del 2008, ai circa 494.000 veicoli del 2010. Tra il 1998 e il 2008, la produttività italiana ha guadagnato il 3%, a fronte di un aumento del 22% in Germania e 18% in Francia, secondo il Governatore Mario Draghi della Banca d'Italia. Il costo del lavoro è aumentato del 29% in Italia, contro il 20% della Germania.

mercoledì 12 gennaio 2011

Prezzi agricoli e disordini sociali

Sul fronte dei prodotti agricoli, i prezzi del cibo a livello globale sono aumentati nel mese di dicembre, con l'indice dei prezzi alimentari della FAO che ha raggiunto un livello record. Lo ha fatto sapere la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, che ha sottolineato come il livello abbia superato il record del 2008, quando la crescita dei prezzi alimentari scatenò proteste e disordini in diversi paesi. Il tema della richiesta alimentare dovrebbe rimanere forte anche nel 2011. A conferma di questo quadro, ci sono gli attuali gravi disordini nell’area del Maghreb, in Africa, dove la popolazione protesta per il rincaro di circa il 30% dei generi alimentari di prima necessità, come il pane e la semola per il couscous. I giornali, per il momento non danno risalto ai possibili riflessi che le alluvioni, lo straripamento di alcuni fiumi e le devastazioni dei terreni agricoli nella regione del Queensland, in Australia possono avere un notevole impatto nel 2011 perchè lasciano presagire ulteriori riduzioni delle esportazioni di granaglie, di cui la zona e forte produttrice.

martedì 11 gennaio 2011

Il risparmio delle famiglie diminuisce in Italia

Secondo uno studio pubblicato oggi dall'Istat nel terzo trimestre del 2010, il risparmio delle famiglie italiane è in diminuizione complice il calo del potere d'acquisto. La propensione al risparmio delle famiglie (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile è stata pari al 12,1%, in diminuzione dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto al terzo trimestre del 2009. La flessione del tasso di risparmio è il risultato di una stasi del reddito disponibile, cui si accompagna una dinamica positiva della spesa per consumi. Il reddito disponibile delle famiglie nel terzo trimestre 2010 non si è modificato rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa delle famiglie per consumi finali ha segnato un aumento dello 0,8%. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è aumentato dell'1,4%, a fronte di un incremento del 2,4% della spesa delle famiglie per consumi finali. Il potere di acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) è diminuito dello 0,5% sia rispetto al trimestre precedente che al corrispondente trimestre del 2009. Notevole che nel complesso, da gennaio a settembre 2010 le famiglie hanno subito una riduzione del loro potere d'acquisto dell'1,2% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente; nei primi nove mesi del 2009 la perdita di potere d'acquisto era stata molto più incisiva e pari al -3,2%.
Il tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il reddito disponibile lordo) nel terzo trimestre 2010 si è attestato all’8,8%, superiore di appena 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente. Gl'investimenti delle famiglie sono, infatti, aumentati solo dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre hanno mostrato una dinamica più vivace in termini tendenziali +4,7%. Al contrario nel terzo trimestre 2010 la quota di profitto delle società non finanziarie (data dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo a prezzi base) si è attestata al 41,7%, con un aumento dello 0,4% rispetto al trimestre precedente: il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita del 2,8%, superiore all’aumento dell’1,8% mostrato dal valore aggiunto. In termini tendenziali il recupero del tasso di profitto è più marcato (+1,6%), per effetto di una dinamica del risultato lordo di gestione (+7,1%) decisamente più vivace di quella del valore aggiunto, aumentato del 3,0%. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno, infatti, segnato una crescita in termini congiunturali in valori correnti pari al 2,1% , superiore alla variazione positiva registrata dal valore aggiunto. Particolarmente marcata risulta la ripresa dell’attività di investimento delle società non finanziarie: infatti, rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 9,8%.

domenica 9 gennaio 2011

In Belgio aumentano i costi dei CDS

Le proposte di Bruxelles per costringere gli obbligazionisti ad addossarsi parte delle perdite quando le banche falliscono hanno scosso in questo fine settimana la zona euro, nel timore che potrebbe costare di più alle banche reperire fondi sui mercati. Il Belgio è stato ancora colpito anche dalla continua incertezza sulla politica e sulle prospettive di nuove elezioni generali, che ha portato il costo per assicurare il paese contro il default del debito a livelli record. Il costo del denaro per il Portogallo e la Spagna rispetto alla Germania, considerato come il più sicuro mutuatario in Europa, è aumentato ancora. Secondo i piani UE, gl’ investitori nella forma più sicura di debito della banca potrebbero subire perdite imposti dalle autorità di regolamentazione, quando le banche incontrano difficoltà, i creditori dovrebbero condividere il peso di una banca insolvente. Durante la crisi del sistema bancario, gli obbligazionisti cosidetti senior si sono relativamente salvati, mentre gli azionisti sono stati spazzati via e gli obbligazionisti subordinati hanno subito solo piccole perdite. Questo perché le banche non sono state dichiarate insolventi, ma salvate dai contribuenti. Michel Barnier, il funzionario europeo responsabile per la riforma finanziaria, ha dichiarato: "Dobbiamo mettere in atto un sistema che garantisca che l'Europa è ben preparata ad affrontare fallimenti bancari, senza che i contribuenti siano chiamati di nuovo ad addossarsi perdite.
Le proposte - che sono oggetto di consultazione fino a marzo, quando i progetti di legge dovranno essere presentati al Parlamento europeo per l'approvazione, hanno avuto ripercussioni sulle banche innescando timori che i paesi si troverebbero in difficoltà a finanziare il loro deficit di bilancio. In vista della prossima settimana le aste dei titoli, il rendimento, o il tasso d’ interesse effettivo, su titoli di Stato portoghese e spagnolo sono cresciuti.Il Portogallo ha detto oggi che sta valutando un’emissione tra € 750 milioni e € 1.240 milioni di obbligazioni mercoledì prossimo, ma valuta negativamente lo spread tra titoli tedeschi e portoghesi a 4,14 punti percentuali. Anche per il Belgio, i costi dei prestiti saliranno - raggiungendo il 4,05% per la scadenza a 10 anni - dopo i colloqui tra i sette partiti che cercano, senza riuscirvi, di formare un governo dopo 207 giorni dall’elezioni. La Fiamminga socialdemocratica Johan Vande Lanotte, una mediatrice del governo, si è dimessa ieri dopo aver fallito nel garantire un terreno comune tra le parti. Nel frattempo il costo di assicurarsi contro i CDS (credit default swaps: che sono un'assicurazione contro il fallimento di uno stato o di un'azienda) del debito belga è salito al un nuovo massimo di 210.000 € per 10 milioni di euro di obbligazioni.

giovedì 6 gennaio 2011

Spionaggio economico in Francia

Secondo le ultime rivelazioni di Wikileaks, lo spionaggio economico di Parigi disturba gli alleati europei. La Francia, più di Cina e Russia, sarebbe il Paese più attivo in termini di spionaggio industriale tra i suoi alleati europei, ha riferito martedì 4 gennaio il quotidiano norvegese Aftenposten sulla base delle notizie ottenute da Wikileaks. Lo spionaggio francese è così esteso che il danno che arreca all'economia tedesca, nel complesso, è maggiore dei danni causati dalla Cina o dalla Russia, secondo una nota non datata dell' Ambasciata degli Stati Uniti a Berlino.
Aftenposten, che ha ottenuto con mezzi sconosciuti nel mese di dicembre, tutti i 250.000 documenti diplomatici di Wikileaks, riprodotti anche in norvegese, danno un senso alle parole pronunciate dal capo di una città tedesca in una nota dell'ambasciata. 'La Francia è l'impero del male in relazione al furto di tecnologia, e la Germania lo sa, è stato dichiarato, nel mese di ottobre 2009, da Berry Smutny, direttore generale dell'azienda tedesca produttrice di piccoli satelliti OHB Technology. Questa azienda è nota al grande pubblico perché, nel gennaio 2010, vinse a spese di Astrium, una sussidiaria del gigante Eads, un contratto per la costruzione di satelliti per il programma di navigazione Galileo, Future 'GPS' europea.
A bilanciare l’ Aftenposten oggi, sui maggiori quotidiani francesi, si parla di tre dirigenti del gruppo Renault, compreso un membro del comitato direttivo, che sono sospettati di aver fatto trapelare informazioni strategiche sull'auto elettrica, progetto di punta del gruppo e per questo licenziati. Su RTL, il ministro dell'Industria, Eric Besson, ha dichiarato che il caso è grave e che si tratta di una vera e propria guerra economica. Il caso di spionaggio industriale rivelato da AFP, la cui grandezza è senza precedenti alla Renault, è simile ad un terremoto. L'area interessata allo spionaggio sono: la divisione progetti upstream e servizi e il settore ricerca su veicoli elettrici. Questa storia è traumatica perchè il veicolo elettrico è il progetto di punta del gruppo, attraverso il quale, con la sua alleata Nissan, Renault vuole creare una rottura nel mercato, simile a quanto era accaduto, con successo, con Toyota Prius ibrida. Renault-Nissan vogliono diventare leader mondiale nel settore, che può rappresentare il 10% delle vendite globali nel 2020. Il gruppo, in totale, ha investito 4 miliardi su questo programma. L'industria automobilistica è ancora considerata una delle più segrete, le vendite dipendono dal progresso tecnologico. PSA Peugeot Citroen e Renault sono anche prime per le presentazioni di domande di brevetto in Francia, con rispettivamente 1.265 e 906 registrati nel 2009. Più di 200 brevetti sono stati depositati da parte di Renault per il veicolo elettrico. Sono 1.700 gl’ingegneri che lavorano su questo progetto a Technocentre a Guyancourt. Gli obiettivi franco-giapponese sono di raggiungere una capacità produttiva di 500.000 vetture e altrettanto batterie elettriche all'anno nel 2013.

PAC, Politica agricola comunitaria e sussidi UE

Il crollo, in questi giorni dei prezzi delle materie prime, anche di prodotti alimentari, mette sotto una nuova luce la Politica agricola dell'Unione europea. Molti si aspettavano dopo l’apolittica alluvione che ha colpito una zona dell’Australia, vasta quanto la Francia e la Germania messe insieme, un aumento dei costi delle derrate. Invece la speculazione ha invertito la rotta dichiarando il sell-off su tutto il settore delle commodity. Oltre al prezzo del greggio Usa che e' sceso dai 92 dollari al barile di lunedì, agli 89 di martedì, il rame ha bruciato il 2,7%, scivolando da un picco record, la farina, il mais e il cacao sono in calo di oltre un punto percentuale. Nel contesto dei rialzi visti nel 2010 c'e' chi potrebbe anche pensare che un ritracciamento naturale era da mettere in conto. Ma da alcuni paesi UE si alzano voci contro una politica agricola "moralmente sbagliata", perché mina l'agricoltura nei paesi a causa dei dazi sulle importazioni e sussidi alle esportazioni, ha dichiarato Caroline Spelman, ministro dell'ambiente del Regno Unito.
La politica agricola comune (PAC) "continua a falsare la concorrenza mantenendo elevati i prezzi europei", ha scritto la Spelman in un discorso via e-mail da consegnare oggi alla Oxford Farming Conference. "Questo produce prezzi all'importazione più alti e l'utilizzo di sovvenzioni all'esportazione delle eccedenze di mercato". L'UE deve ridurre i pagamenti diretti agli agricoltori, e l'aumento dei prezzi alimentari a livello mondiale rendono possibile un piano per la fine di tali sovvenzioni. Gli agricoltori dovrebbero invece essere pagati per l'adozione di misure per proteggere l'ambiente. La PAC è la spesa più forte nella politica della UE, con un budget 56,7 miliardi € per l'agricoltura e lo sviluppo rurale nel 2009, secondo i dati della UE. La fine nel 2013 delle attuali norme in materia, sono all'ordine del giorno della prossima riunione dei ministri dell’agricoltura UE che si riuniranno anche per discutere le modifiche ai regolamenti di questo anno. Il Regno Unito intende collaborare con i paesi del G20 al fine di contrastare i divieti all'esportazione di prodotti agricoli di base, per evitare episodi come il divieto della Russia che ha fermato l'anno scorso le esportazioni di grano, dopo che la siccità aveva ridotto la sua produzione cerealicola. Sarà la Francia a capo del G20 di quest'anno a gestire la partita. Mentre la domanda globale e la speculazione governano con alti e bassi i prezzi sui mercati alimentari internazionali, aumenta anche il rischio di un protezionismo sbagliato. Cercare di porre fine anche alle esportazione dei divieti, una delle pratiche più restrittive che s’incontrano sul mercato mondiale, può rasserenare il mercato.

mercoledì 5 gennaio 2011

Il Portogallo immetterà sul mercato 20 miliardi di € di titoli di stato

Il Portogallo si propone di vendere fino a 20 miliardi di euro di titoli per finanziare il rimborso del debito giunto a scadenza e per le necessità finanziarie di quest'anno. Sul fronte interno con un aumento delle tasse e il taglio dei salari cerca di convincere gl'investitori che è possibile restringere il suo deficit di bilancio, dopo che la crisi del debito greco ha portato ad una impennata degli oneri finanziari per i paesi indebitati in euro dallo scorso anno. L'Irlanda, nel mese di novembre è diventata il secondo paese dell'area dell'euro a cercare un salvataggio e il primo a chiedere l'aiuto della European Financial Stability Facility.
Le nazioni europee che hanno già venduto titoli per il finanziamento di quest'anno sono Francia, Belgio, Paesi Bassi e Malta, con la Germania che va in asta oggi. L'agenzia del debito dell'Austria ha annullato un' asta prevista per l'11 gennaio, optando invece per la vendita attraverso un pool di banche a fine mese. Il Portogallo, all'asta del 15 dicembre, ha visto quasi raddoppiare il tasso pagando il 3,403% dall' 1,818% di novembre. "Non vedo alcuna ragione che questa asta, prevista da tempo, non debba essere effettuata", ha detto Diogo Teixeira, chief executive officer per ottimizzare gl'investimenti Partners, una società con sede a Lisbona che gestisce 38 milioni di € in attività tra cui il debito pubblico portoghese. "Le condizioni di mercato non sono ottimali, ma sono stabili". La differenza di rendimento tra le obbligazioni a 10 anni dei titoli portoghesi e i Bund tedeschi, secondo Europa benchmark s', ha raggiunto un record nell'area euro. Era di 484 punti base l'11 novembre. La diffusione è stata a 370 punti base ieri. Un punto di base è di 0,01 punti percentuali. Il Portogallo non farà alcun rimborso di titoli fino ad aprile, poi i rimborsi che effettuerà sino al mese giugno raggiungeranno il valore di circa 9,5 miliardi di euro. L'agenzia del debito nazionale stima il fabbisogno lordo di finanziamento di quest'anno pari a circa 3 miliardi di euro in più rispetto al 2010, e prevede di vendere una nuova trance attraverso banche nel primo trimestre.
"La vera prova sarà un asta bond", ha dichiarato Olaf Penninga, che aiuta a controllare 140 miliardi di € alla Robeco Group di Rotterdam. “ "Il Portogallo ha davvero bisogno di vendere una nuova trance, nel primo trimestre. Il Ministro delle Finanze, Fernando Teixeira dos Santos il 15 dicembre ha dichiarato che il governo sta prendendo le misure necessarie in modo che non avrà bisogno di chiedere ulteriori aiuti. Il bilancio 2011 comprende tagli di spesa più incisivi degli ultimi tre decenni. Nel mese di settembre, il governo ha dichiarato che avrebbe tagliato la massa salariale del 5% per i lavoratori del settore pubblico che guadagnano più di 1500 euro al mese, di congelare gli affitti e di aumentare l'IVA di 2 punti percentuali portandola al 23%, in modo di contribuire a ridurre il deficit che è pari al 9,3% del PIL del 2009.
Moody's Investors Service, il 21 dicembre, ha dichiarato che il rating dei titoli del Portogallo possono essere declassati di uno o due livelli, perché i tagli di bilancio possono peggiorare l'economia del paese con una crescita economica più lenta. Moody's ha tagliato il rating del Portogallo di due livelli da A1 il 13 luglio. Anche Standard & Poor's il 30 novembre ha dichiarato che si può abbassare il rating del Paese, dopo aver già tagliato ad aprile da A+ aA-.
Il Portogallo conta sulle esportazioni, di prodotti di legno e carta per sostenere l'espansione economica più i tagli alla spesa. Il bilancio di previsione di crescita del PIL dell' 0,2% nel 2011, è più lento di quello dello scorso anno che ha avuto un ritmo stimato dell’1,3%. La crescita economica del Portogallo è stato in media meno dell'1% all'anno negli ultimi dieci anni, uno dei tassi di crescita più deboli in Europa. Il paese nel 2009 ha avuto il più grande deficit tra le 16 nazioni dell'Eurozona, dopo Irlanda, Grecia e Spagna. Ha fissato un obiettivo di un deficit di bilancio dal 7,3% del PIL del 2010 al 4,6% nel 2011, e mira a raggiungere il parametro-limite dell'Unione europea del 3% nel 2012.

lunedì 3 gennaio 2011

In Val Vigezzo, a cavallo tra Piemonte e Canton Ticino

Salire a Domodossola sulla Ferrovia Vigezzina e andare attraverso le Centovalli a Locarno nel Canton Ticino è un continuo incontrare cascate e ghiacciai sullo sfondo di un capolavoro d'ingegneria fra la natura. Domodossola e i suoi cittadini sono orgogliosi della loro storia. La città è stata capitale della repubblica partigiana dell'Ossola, dal settembre all'ottobre del 1944 per 33 giorni, dell'unica isola di democrazia nell'Italia partigiana martoriata dell'epoca. Dopo aver visitato la città che ha un caratteristico centro storico con la Piazza del Mercato, la Collegiata e il seicentesco Palazzo Silva, si parte. Il treno si prende “sottoterra” che si raggiunge attraverso scale mobili e ascensori e dopo qualche kilometro incomincia a inerpicarsi sui tornati delle montagne. Questi treni panoramici sono dotati di ampi finestrini laterali per aumentare la visuale dei passeggeri e dare la sensazione di una totale immersione nel paesaggio circostante fatto di boschi di faggi e castagni, altopiani, montagne selvaggie e vecchi alpeggi. Il tracciato di montagna si snoda su 5 km con dislivelli fino a 600 metri e pendenze oltre il 60 per mille. In Svizzera alla stazione di Comedo si può noleggiare una bicicletta per fare un percorso tutto in discesa tra scorci suggestivi e piccoli villaggi alpini. Alla fine del percorso dopo 12 km si lascia la bicicletta alla stazione di Pontebrolla e si ritorna tranquillamente in treno. In inverno questi convogli che vanno verso la Svizzera permettono, scendendo a Santa Maria Maggiore di raggiungere le piste a mezzo di una spettacolare funivia panoramica, mentre a valle rimangono gli appassionati di sci di fondo. Passata la frontiera sul ponte della Ribellasca, ormai i tempi dei contrabbandieri sono finiti, nessuno vi chiederà documenti. Il viaggio sino a Locarno sarà confortato dalla vista delle spettacolari gole delle Centovalli e dei viadotti in ferro e mattoni. Una volta giunti al capolinea di Locarno, con pochi passi, si raggiunge il Lago Maggiore e c'è ancora il tempo per un tour panoramico sul Lago.

domenica 2 gennaio 2011

Bancassurance Cariparma FriulAdria

Sull'onda del rafforzamento di Cariparma che ha incassato la conferma del rating da Moody’s con Long-term “Aa3” e con outlook “Stabile” ; e di Standard & Poor’s che gli ha assegnato il rating AA-, il gruppo guarda con interesse al settore Bancassicurazione. Con una quota di mercato pari a circa il 9% ed oltre 4 miliardi di euro di raccolta, questi sono i risultati che, secondo uno studio di Deloitte Consulting, potrebbero riguardare la Bancassicurazione Danni nei prossimi 3-5 anni in Italia. Il Gruppo Cariparma FriulAdria risponde alle attese proponendo un modello di bancassurance innovativo che, forte dell'esperienza del Gruppo Crèdit Agricole e grazie anche alla presenza di CA Assicurazioni, ha realizzato prodotti semplici e perfettamente in linea con le esigenze e le aspettative della clientela. Un “modus operandi” che si sta rivelando vincente e che, con il lancio di Protezione Guida e Protezione Casa, ha portato nel corso del 2009 all’acquisizione di oltre 25 mila clienti. Il 2010 si conferma in forte crescita con un trend del 30% nei primi quattro mesi dell’anno. La sinergia con il gruppo Crédit Agricole, leader europeo nel settore della bancassicurazione, ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo del progetto italiano. Cariparma FriulAdria ha recepito l’esempio francese e ha scelto d’ investire nel ramo danni promuovendo campagne di marketing originali e coinvolgenti. La prima edizione dell’Insurance Marketing Awards ha visto trionfare l’iniziativa “Porte Aperte” con la quale era avvenuto il lancio della polizza Rc Auto Protezione Guida, come miglior progetto di marketing in assoluto, perché prevede un servizio di consulenza a 360°. Il cliente può scegliere tra una vasta offerta di prodotti, bancari e assicurativi, sulla base delle sue esigenze più specifiche. La relazione di fiducia e di conoscenza con il cliente e la vicinanza territoriale sono i plus di questa strategia di sviluppo nel settore.