Intanto il dollaro, dopo le comunicazioni dei dati sulla disoccupazione rimasti stabile al 9,5%, e del ribasso dei valori immobiliari, per cui i portatori di mutui devono restituire alla banche cifre superiori ai valori odierni delle case acquistate, il dollaro si è deprezzato con il cambio vs euro salito fino a 1,3334. Altra nota interessante, secondo i dati più recenti del Dipartimento del Tesoro Usa, a maggio gli investitori Usa (fondi comuni, famiglie e banche) sono tornati a detenere un ammontare di Treasury superiore a quello detenuto dagli investitori esteri. Si tratta della prima volta dall’inizio della crisi nell’agosto 2007. L’ammontare si attesta a 8180 Mld$, pari al 50,2% del totale. In lieve ribasso anche le borse Usa, sebbene nel finale abbiano recuperato gran parte delle perdite. Come accennato in precedenza i dati del mercato del lavoro di luglio sono risultati sotto le attese. Il totale dei nuovi occupati non agricoli è calato oltre consenso di Bloomberg (131.000 unità vs 65.000 attese), inoltre sono stati rivisti al ribasso i dati di giugno. Quelli del settore privato sono aumentati meno del previsto (71.000 vs 90.000 attesi) a luglio, ed anche tale categoria ha subito una revisione al ribasso a giugno. Materie Prime: arrivano le prese di profitto sul grano (-7,6%) che venerdì ha avuto il calo più marcato da metà 2009 sulla speculazione che gli agricoltori aumenteranno i terreni destinati a tale raccolto nella prossima stagione pronti a gestire i riflessi degli incendi in Russia e il blocco temporaneo delle esportazione decretato da Putin.
Tra chi invece vede rosa si deve annoverare la Morgan Stanley attraverso un veterano analista come Richard Berner di 64anni che punta ad un rialzo del PIL USA del 3,8% nel terzo trimestre. Berner ha presentato calcoli precisi su aspettative di una inflazione all’1,2% su base annua, o quasi vicina allo zero come ha dichiarato un capo-economista della Goldman. Gli analisti di entrambi i campi sono comunque d’accordo che tutto dipenderà da una eventuale deflazione e delle ricadute sui salari.
Tra chi invece vede rosa si deve annoverare la Morgan Stanley attraverso un veterano analista come Richard Berner di 64anni che punta ad un rialzo del PIL USA del 3,8% nel terzo trimestre. Berner ha presentato calcoli precisi su aspettative di una inflazione all’1,2% su base annua, o quasi vicina allo zero come ha dichiarato un capo-economista della Goldman. Gli analisti di entrambi i campi sono comunque d’accordo che tutto dipenderà da una eventuale deflazione e delle ricadute sui salari.
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