Dopo un inizio dell’anno che sembrava promettente, nel secondo trimestre la crescita dell'economia giapponese si è bruscamente fermata. Nel periodo aprile-giugno è stata quasi nulla con +0,1% di fronte alla crescita dell’Eurozona con un 1%, e gli USA con +0,6% nel periodo in questione. Il Giappone cerca ancora un’uscita dalla crisi. Secondo Jean-Marie Bouissou, esperto del Giappone al Centro studi e di ricerche internazioni di Scienze politiche a Parigi “Le fonti di queste difficoltà sono doppie: c’è un problema di esportazioni e uno di economia interna. Per l’esportazioni il paese subisce le difficoltà del commercio mondiale proprio perchè è stato sempre dipendente dalle sue esportazioni, ma la crisi economica è acuita dalla forte concorrenza cinese. All’interno il paese soffre ancora di una domanda troppo debole che manca di un sostegno statale a causa di un debito pubblico colossale. Yoshiki Shinke, economista del Dai-Ichi Life Research Institute, conferma “Gli effetti delle misure di rilancio accordati dalle sovvenzioni erogate dallo Stato sono già finiti da tempo”. Comunque non c’è ragioni di preoccuparsi di possibili conseguenze in Europa delle difficoltà giapponesi. Tradizionalmente si dice che quando gli USA hanno il raffreddore l’ Europa ha la tosse. Non è assolutamente il caso del Giappone. Il paese è in crisi da più di 20 anni, ma questo non ha vietato ai paesi asiatici di conoscere uno sviluppo eccezionale.
sabato 21 agosto 2010
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