Invitalia, l’'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo Sviluppo d'impresa (già Sviluppo Italia) è, per mandato del Governo, l'interlocutore unico per gli investitori esteri. Nel luglio 2010 ha firmato, a Roma, un accordo di collaborazione con il DOFTEC - Dipartimento del commercio estero e della cooperazione economica - della Provincia del Guangdong, una delle più ricche della Cina. L’intesa è stata siglata in occasione del workshop “Investire in Italia: vantaggi e opportunità”. Ma gli investitori cinesi da tempo avevano nel mirino l’Italia per cui da qualche anno essi arrivano sempre più numerosi non solo nel mercato tessile e con prodotti a basso costo, ma incominciano ad essere presenti in settori ad alto valore aggiunto. Così a Grosseto ad ottobre arriva, dalla Cina, il primo prototipo di un elettrobus che avrà 200 km di autonomia di carica a 90 all’ora e sarà anche il primo di una serie che percorreranno la Maremma dal prossimo maggio. Si tratta di un mezzo ideale per il trasporto urbano ed è il frutto di un accordo appena firmato da Rama Spa, Rete Automobilistica Maremmana e Amiatina di Grosseto, Shanghai Leibo New Energy Auto Technology Co. e Jiangsu Alfa Bus Co. Così Rama diventerà partner industriale dei cinesi per l’omologazione di autobus a emissioni zero, e le aziende cinesi porteranno nel vecchio continente prodotti ad alta tecnologia nel settore del trasporto pubblico. L’obbiettivo è fare della Maremma, il terminal europeo per prodotti cinesi basati sulla reingegnerizzazione delle elettrovetture. In Puglia, il colosso Cecep (China Energy Conservation & Environment Protection Group), attivo nelle tecnologie ecosostenibili, entro settembre completerà una prima serie di investimenti da 30 milioni di dollari in impianti fotovoltaici. Una seconda tranche da 120 milioni è già stata deliberata per acquisire e costruire impianti per 20 MW di potenza nel Mezzogiorno, mentre è in fase di valutazione un mega progetto da 130 MW stimato in 350 milioni di dollari. E per farlo Cecep sta costituendo a Milano una sub-holding per il mercato locale. A Senago in provincia di Milano, la Cifa S.P.A. azienda leader nel ciclo del calcestruzzo e nel leasing di settore, con stabilimenti a Castiglione delle Stiviere, Montichiari e Zanica, è stata acquistata dai cinesi di Zoomlion, gigante nella costruzione di macchinari per l’edilizia. A Treviso si è appena insediata Kinglong, società che produce e vende prodotti per l’illuminazione. Il loro piano d’impresa è collaborare con designer italiani per la creazione di prodotti innovativi da commercializzare in 70 paesi. A regime, Treviso diventerà anche il centro acquisti per l’Europa. Dopo l’Africa, dopo lo shopping americano nell’informatica, per la prima volta dall’ingresso nel Wto la Cina incomincia a mettere piede massicciamente in Italia in aziende di medie e grandi dimensioni. Gl’investimenti delle 54 imprese cinesi sbarcate nell’ultimo decennio sono ancora bassi: 400 milioni di dollari (2009), ma destinati, con le ultime operazioni, a salire in pochi mesi. Il 15% dei nuovi player cinesi, infatti, si è insediato nell’ultimo anno e mezzo. «Si tratta di un fenomeno in crescita», spiega l’avvocato Marco Carone, direttore del China Milan Equity Exchange. Ci sono imprese a caccia di brand da rilanciare per acquisire valore aggiunto nella propria strategia di marchio e distribuzione (è stato il caso di Sergio Tacchini). Ci sono imprese che guardano alla tecnologia italiana per completare il loro ciclo produttivo, specie nella meccanica di precisione in cui l’Italia resta all’avanguardia. E’ il caso di alcune aziende bresciane e vicentine che stanno negoziando trasferimenti di tecnologia, cedendo rami d’azienda in cambio dell’impegno cinese a utilizzare fornitori locali. Già oggi il colosso cinese Suntech vende in Italia pannelli solari prodotti in loco per 200 milioni di dollari con investimenti in crescita nel biennio, visto che l’azienda di Wuxi sposterà risorse dalla Spagna, dove Zapatero ha tolto gl’ incentivi. Lo stesso vale per la multinazionale Haier, secondo produttore mondiale di elettrodomestici con stabilimenti in Veneto. La catena di fornitura è quasi tutta italiana, tradizionalmente siamo una delle capitali del bianco. Dunque uno scambio fruttuoso. Nel frattempo la Industrial and Commercial Bank of China, la più grande banca mondiale per capitalizzazione di borsa, sta per aprire a Milano una filiale che darà consulenza alle imprese cinesi insediate o che vorranno insediarsi in Italia. Ancora a Milano, King Street, il colosso dei centri commerciali per consumatori di target elevato, punta ad avviare partnership con aziende italiane sul food. Il piano di investimenti prevede un approvvigionamento di prodotti agroalimentari italiani per 100 milioni di euro nel 2010, destinati a crescere nel 2012 a 300 milioni. «A Pechino, spiegano gli esperti di Invitalia, ci vedono sempre più come ponte strategico verso i mercati europei e del Mediterraneo».
giovedì 5 agosto 2010
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