Uno studio della Confederazione nazionale del commercio greco (ESEE) pubblicato lunedì afferma che il 15% dei negozi e delle boutiques della regione ateniese hanno abbassato le saracinesche a causa della crisi che attanaglia il paese su un totale di 3.421 negozi. Questa situazione si è verificata per il basso potere d’acquisto della popolazione e si evidenzia in modo particolare nelle grandi vie centrali dello stadio e di Panespistimiou con delle percentuali di chiusura intorno al 20-25% che scendono all’11% nelle strade attorno al porto del Pireo, a sud di Atene a Kolonaki, il quartiere chic di Atene, per poi risalire sino al 17% nelle banlieues di Maroussi, Kifissia, Kallithea, Halandri, et Nea Ionia. L'ESEE in una precedente inchiesta aveva stimato che circa 100.000 lavoratori avevano perduto il lavoro per questa crisi. Secondo Vassilis Korkidis, presidente della Confederazione, questa situazione di crisi potrebbe portare a trasformazioni di una certa violenza per il cambio degli equilibri nelle vendite al dettaglio. I sindacati di settore chiedono da tempo una riunione del comitato di sorveglianza dell’economia greca formata dalla Commissione Europea, dalla BCE, e dal FMI per cercare degli aggiustamenti alle riforme previste. Questa crisi finanziaria, senza precedenti, ha messo la Grecia sotto tutela delle 3 istituzioni per ridurre l’enorme debito pubblico stimato a 300 mld di € a fine 2009. Il gruppo di esperti che segue l’evoluzione economica, la settimana scorsa ha precisato che l’economia greca avrà una contrazione del PIL del 4% nel 2010 e 2,5% nel 2011, mentre l’inflazione si dovrebbe attestare al 4,75% a fine anno.
venerdì 20 agosto 2010
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