giovedì 5 agosto 2010

Gli stress test bancari non finiscono mai

Dopo la fine degli stress test per le banche europee, con la pubblicazione dei risultati alla luce di scenari alternativi più restrittivi, anche il Fondo Monetario Internazionale, allarmato dal numero delle banche americane fallite nel 2010, stringe le maglie del giudizio proponendo per le banche USA un nuovo stress test. Il risultato che scaturisce è una doccia fredda per il sistema bancario americano che, in presenza di criteri più restrittivi e di scenari avversi, solo per mantenere il proprio Core Tier 1 fermo al 6%, tra il 2010 e il 2014, avrebbe bisogno di ulteriore liquidità per 76 mld di dollari. L'exit strategy diventa così una chimera e il governo federale USA dovrebbe, per questo, immettere nuovi fondi nel settore. Anche in uno scenario meno sfavorevole, il sistema bancario USA avrebbe comunque bisogno di oltre 45 mld di dollari per rimanere entro il Core Tier 1 al 6%. Oggi, secondo l’agenzia americana Bloomberg, la China Banking Regulatory Commission (Crbc), per le preoccupazione del Governo cinese di una bolla nei settori immobiliari, del cemento e di prodotti per le costruzioni, ha chiesto alle banche del paese di condurre degli stress test per capire cosa potrebbe succedere di fronte ad un crollo del valore delle case del 50%. La Commissione di regolazione bancaria avrebbe avvertito che molti costruttori potrebbero presto trovarsi senza soldi, e gli acquirenti senza fondi sufficienti per continuare a pagare i debiti contratti. Secondo Dai Ming, fund manager dello Shanghai Kingsun Investiment Management & Consulting Co. per il momento si tratta di misure precauzionali atti a evidenziare le difficoltà che il settore potrebbe affrontare nel corso del 2° semestre 2010 dopo aver visto nel recente passato aumenti di oltre il 70%.

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