Le cifre del secondo trimestre mostrano una crescita dell’Eurozona superiore agli USA. Con uno 0,6% di crescita la Francia, non è più ferma e rappresenta una felice sorpresa per i Francesi. L’Europa, facilmente tacciata di vecchiaia, mostra le unghie e per il periodo aprile-giugno, contro tutte le attese dimostra un buon dinamismo di ritorno. Con un PIL in crescita dell’1% ha fatto meglio degli USA che rivendica un + 0,6%. La buona tenuta dell’Eurozona è dovuta alla maggioranza dei paesi europei: + 2,2% la Germania, + 1,1% l’Italia, +0,9% i Paesi Bassi, +0,9% l’Austria, + 0,7% il Belgio e + 0,6% la Francia sono tutte performance migliori di quelle d’oltre Atlantico. Restano indietro a queste percentuali i cosiddetti paesi periferici soprattutto per la politica economica molto restrittiva per tamponare il loro debito pubblico. Restano infatti con un PIL stabile la Spagna e il Portogallo, mentre la Grecia segnala un –1,5 %. In Francia, la crescita dello 0,6% è percepito a giusto titolo positivamente. Nel primo trimestre la ripresa ha poggiato soprattutto su due principali fattori. La ripresa delle vendite degli alimentari di gamma alta, che partita con qualche difficoltà è poi riuscita a migliorare tra aprile e giugno di uno 0,4%. Il secondo fattore è stata l’attività turistica con buone prospettive per l’avvenire, nuovi investimenti e la creazione di 35.000 nuovi posti di lavoro, tanto da far dire a Christine Lagarde, Ministra dell’Economia, che ci sono buone prospettive di poter arrivare ad una crescita dell’1,4% per la fine del 2010. Gli economisti francesi invece richiamano alla prudenza, ricordando i piani di austerità, appena partiti e la possibilità che i piani di sostegno accordati dalla BCE possono essere progressivamente ridotti. Altro elemento di riflessione è che questa crescita dipende in gran parte dall’esportazioni delle principali economie che nel lungo tempo potranno anche rallentare se l’Europa non troverà sufficienti clienti per i propri prodotti.
sabato 21 agosto 2010
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