martedì 19 ottobre 2010

Passaporto europeo per gli hedge-funds

Oggi, martedì 19 ottobre, un accordo su i fondi hedge è stato finalmente raggiunto nel Lussemburgo, dal direttivo dell’Ecofin dei 27 Stati membri della UE a distanza di un anno e mezzo dalla proposta della Commissione di regolamentare questo settore opaco additato anche come un acceleratore della crisi finanziaria. Salvo sorprese, il Parlamento europeo, che aveva adottato la sua posizione sul testo in primavera, dovrebbe ora assumere l'equilibrio trovato da parte della Gran Bretagna e della Francia, che presiederà il G20 a novembre con un compito fatto. "Ora abbiamo un settore che era fuori controllo, senza un regolamento, che dal giorno dell'approvazione sarà oggetto di monitoraggio, controllo e oggetto d' intervento delle autorità di vigilanza nazionali e dell'Esma (il nuovo supervisore del mercato europeo), ha spiegato il ministro francese dell'Economia, Christine Lagarde, che ha aggiunto che probabilmente si sarebbe potuto fare di meglio, ma è, comunque, un salto di qualità, sottolineando i poteri di indagine, ingiunzione e informazioni che potranno godere dal garante europeo. L'accordo prevede che i gestori dei fondi, siano essi di paesi europei o terzi, devono necessariamente registrarsi presso un supervisore nazionale fornendo una serie d’ informazioni sulle loro attività, per operare nell' Unione europea. In cambio di questi legami, il gestore potrà contare su una licenza pan-europea, chiamata anche “passaporto unico” per vendere i propri fondi su tutto il territorio dei Ventisette, senza dover chiedere il permesso per ogni singolo paese come accade oggi. Questo nuovo sistema non entrerà in vigore immediatamente, perchè ci sarà un periodo di transizione diviso in tre fasi. Il passaporto sarà disponibile per i manager europei nel 2013. I gestori avranno accesso ai paesi terzi a partire dal 2015 e poi dal 2018, l'attuale sistema di 'private placement', in cui un manager deve chiedere un'autorizzazione in ogni paese dove si vuole vendere un fondo, scompare.
La Francia, che ha accettato il principio di questo passaporto, ha anche chiesto che l'Esma sia responsabile dal 2015 di valutare la reciprocità delle regole di accesso per i gestori di fondi nei paesi del mercato europeo. Infine, una clausola dettagliata di revisione della direttiva è stata inserita in modo che il regolamento possa essere aggiornato dal 2017. Il testo ha finalmente raggiunto un equilibrio tra le posizioni inglesi e francesi. Esso incorpora la richiesta di Londra che le autorità di vigilanza nazionali restino in prima linea nel dispositivo e sono competenti per il rilascio del passaporto, ma include anche la posizione francese che sia l'Esma ad avere un ruolo di vigilanza, che potrebbe tradursi in una ingiunzione alle autorità di vigilanza nazionali in caso di errata applicazione della direttiva o di una mediazione vincolante quando due autorità nazionali di vigilanza dovessero avere opinioni diverse sulla concessione del passaporto. La versione concordata dal direttivo degli Stati membri dovrà ora essere approvata dal Parlamento, che agisce in qualità di co-decisione. La triangolazione fra i rappresentanti del parlamento europeo, la Commissione e gli Stati membri è prevista entro questa settimana, ma una fonte di alto livello in seno alla Commissione ha dichiarato che i contatti informali di questi giorni con i parlamentari indica che un accordo c'è. Raggiunto dall'agenzia Reuters, il relatore per la direttiva del Parlamento Jean-Paul Gauzès ha anche indicato che la strada è ormai chiara, anche se due o tre punti devono ancora essere esplicitati, ma non sarà una decisione politica di rilievo. La votazione è prevista per il 10 o 11 novembre, alla vigilia del vertice del G20 a Seul l’ 11 e il 12 novembre, il cui punto di vista ha giocato un ruolo nell'accelerare la discussione.
Nel discorso ai suoi colleghi europei sugli avvenimenti odierni, Christine Lagarde ha anche detto che l'Europa non può permettersi di andare al vertice del G20 a Seoul, senza la convalida del testo. Dobbiamo andare al G20 con un accordo, ha affermato, poichè questo è anche il parere dei diplomatici che hanno partecipato alle discussioni.

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