Alla Conferenza Mondiale per la politica, tenutasi in questi giorni nel Marocco a Marrakech, il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha chiesto un progetto più ambizioso e regole certe per indurre i paesi membri a mantenere la disciplina fiscale e punire chi non lo fa. Queste regole sono necessarie per garantire il buon funzionamento dell'unione monetaria e devono avere maggiore "automaticità, tempi accelerati e spazi ridotti di discrezionalità nelle procedure. "
I Ministri delle Finanze dell'Unione si riuniranno a Lussemburgo il prossimo lunedì, 18 ottobre, per esaminare le proposte della Commissione europea di evidenziare in bilancio i disavanzi di gestione, onde evitare fughe come quella greca. La Francia è recalcitrante a chiedere veloci imposizioni di sanzioni ai governi che cavalcano i deficit, trovandosi così in contrasto con la Germania e la BCE su come prevenire il ripetersi di crisi da debito.
In un replay di dibattiti sulla gestione economica europea simile agli anni 1990, la Francia ha insistito che le sanzioni siano lasciate nelle mani di funzionari nazionali, mentre la Germania e la BCE vogliono renderle praticamente automatiche. Trichet ha ribadito che tutti i termini della procedura per disavanzi eccessivi devono essere significativamente ridotti: è necessario applicare sanzioni quasi automaticamente sulla base di criteri ben definiti, senza margine di discrezionalità per circostanze eccezionali o rinunce. "La riduzione del debito dovrebbe essere in alcuni casi più ambiziosa di quanto proposto dalla Commissione, "ha detto Trichet.
Sinora nessun paese dell’Eurozona è stato multato negli ultimi 12 anni per aver oltrepassato il limite di disavanzo del 3% PIL. Neanche la Grecia, che con il suo debito shock, nel 2009, ha violato la soglia con un deficit del 13,6% del PIL.
La governance avrebbe anche aiutato a difendersi da sanzioni con fasi migliori di sorveglianza macroeconomica, con maggiori controlli e qualità di analisi di base.
Trichet ha poi aggiunto di essere completamente contrario all'aumento dell'obiettivo 2% dell'inflazione, perché una tale mossa potrebbe avere "conseguenze disastrose". Il commento è venuto in risposta alle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, che per gli Stati Uniti l'inflazione rimane troppo bassa. La conseguenza di queste parole è stata un rafforzamento della speculazione che ritiene possibile un obbiettivo di aumento dell’ inflazione perché un aumento dei prezzi può scongiurare la deflazione. La ripresa economica in Europa resta "modesta" e Trichet si dice "prudente" sulla forza del rimbalzo. La crisi finanziaria globale, che ha portato alla peggiore recessione in Europa degli ultimi 60 anni, dimostra la necessità di riforme strutturali per rendere le economie più efficienti e uno sforzo globale per gestire insieme un regolamento finanziario.
"Noi insistiamo sulla necessità di proseguire su riforme strutturali che permetterà all'Europa di aumentare il suo potenziale di crescita", ha dichiarato Trichet. "Il potenziale di crescita è troppo basso. Non vi è sufficiente spinta. Chiediamo a tutti i paesi di attivarsi al massimo delle proprie possibilità perché, per quanto siano difficili nel breve termine, le riforme danno la crescita nel lungo termine.
I Ministri delle Finanze dell'Unione si riuniranno a Lussemburgo il prossimo lunedì, 18 ottobre, per esaminare le proposte della Commissione europea di evidenziare in bilancio i disavanzi di gestione, onde evitare fughe come quella greca. La Francia è recalcitrante a chiedere veloci imposizioni di sanzioni ai governi che cavalcano i deficit, trovandosi così in contrasto con la Germania e la BCE su come prevenire il ripetersi di crisi da debito.
In un replay di dibattiti sulla gestione economica europea simile agli anni 1990, la Francia ha insistito che le sanzioni siano lasciate nelle mani di funzionari nazionali, mentre la Germania e la BCE vogliono renderle praticamente automatiche. Trichet ha ribadito che tutti i termini della procedura per disavanzi eccessivi devono essere significativamente ridotti: è necessario applicare sanzioni quasi automaticamente sulla base di criteri ben definiti, senza margine di discrezionalità per circostanze eccezionali o rinunce. "La riduzione del debito dovrebbe essere in alcuni casi più ambiziosa di quanto proposto dalla Commissione, "ha detto Trichet.
Sinora nessun paese dell’Eurozona è stato multato negli ultimi 12 anni per aver oltrepassato il limite di disavanzo del 3% PIL. Neanche la Grecia, che con il suo debito shock, nel 2009, ha violato la soglia con un deficit del 13,6% del PIL.
La governance avrebbe anche aiutato a difendersi da sanzioni con fasi migliori di sorveglianza macroeconomica, con maggiori controlli e qualità di analisi di base.
Trichet ha poi aggiunto di essere completamente contrario all'aumento dell'obiettivo 2% dell'inflazione, perché una tale mossa potrebbe avere "conseguenze disastrose". Il commento è venuto in risposta alle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, che per gli Stati Uniti l'inflazione rimane troppo bassa. La conseguenza di queste parole è stata un rafforzamento della speculazione che ritiene possibile un obbiettivo di aumento dell’ inflazione perché un aumento dei prezzi può scongiurare la deflazione. La ripresa economica in Europa resta "modesta" e Trichet si dice "prudente" sulla forza del rimbalzo. La crisi finanziaria globale, che ha portato alla peggiore recessione in Europa degli ultimi 60 anni, dimostra la necessità di riforme strutturali per rendere le economie più efficienti e uno sforzo globale per gestire insieme un regolamento finanziario.
"Noi insistiamo sulla necessità di proseguire su riforme strutturali che permetterà all'Europa di aumentare il suo potenziale di crescita", ha dichiarato Trichet. "Il potenziale di crescita è troppo basso. Non vi è sufficiente spinta. Chiediamo a tutti i paesi di attivarsi al massimo delle proprie possibilità perché, per quanto siano difficili nel breve termine, le riforme danno la crescita nel lungo termine.
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