Con la sua decisione unilaterale di fissare un cambio non sotto 1,20 per euro, senza limiti di assorbimento la BNS si è assunta il compito di aiutare l'euro e dare una mano a salvare la Grecia. "Per due anni, la Svizzera, che non fa parte dell’euro (e che quindi non sarebbe costretta a pagare i debiti greci) ha assistito alla tragedia greca mentre gli investitori correvano a investire nel Franco, fuggendo dall'euro. Da ieri, Berna ha deciso di salvare la Grecia. Non è dato sapere se lo abbia fatto perché crede agli eurocrati che strillano che in Grecia va tutto bene e che l'euro è una moneta solida. Certo da oggi la spesa in Svizzera costerà di più, e non solo all’estero, perché le catene alimentari non abbasseranno più i prezzi. Chi ha accettato di lavorare gratis per continuare a garantire agli azionisti gli stessi profitti di sempre sarà costretto a continuare a farlo, perché già ci sono le lamentele che il cambio a 1,20 non basta a sostenere le esportazioni (si chiedeva un cambio a 1,40) mentre i licenziamenti numerosi continuano, anche perché nulla avevano a che fare con il cambio dell’euro. Ma indubbiamente l'operazione è un aiuto all’esportazione. Da quasi due anni, indebolito dalla crisi del debito, l’euro continua a deprezzarsi rispetto al Franco creando, si ritiene, numerosi problemi alle industrie esportatrici e al settore turistico. Scambiato a circa 1,50 all’inizio del 2010, il Franco ha toccato la parità con l’euro il 9 agosto, dopo che la BNS era intervenuta una prima volta il 3 agosto, portando il tasso di riferimento vicino allo zero e iniettando liquidità sul mercato monetario, ma solo per qualche giorno, poi la moneta svizzera è subito tornata a salire, spingendo la BNS ad agire di nuovo il 20 agosto e ancora ieri con una dichiarazione a sorpresa che ha sorpreso l'Europa, che è l'unica a guadagnarci da questa manovra perchè non ci sarà sostegno da parte dell'UE per rivalutare l'euro. La BNS ha scelto di mettere in pericolo l'equilibrio del franco, piuttosto che sopportare un aumento della disoccupazione, una situazione di deflazione e di altre conseguenze negative per la propria economia. Questo farà sì che qualche distorsione, sul piano interno sia possibile anche se il tasso d'inflazione rimarrà basso, il rischio potrebbe essere una bolla dei prezzi delle attività. Il settore immobiliare è uno dei più esposti, ora che i tassi d'interesse in Svizzera sono a zero. La BNS deve anche investire le proprie riserve di valuta estera. Acquistare semplicemente titoli tedeschi non basta, la crisi della zona euro è destinata a peggiorare, con un conseguente aumento dei rendimenti obbligazionari in Spagna e in Italia.A livello internazionale, la reazione è stata immediata: la ricerca di un rifugio sicuro ha portato ad una rivalutazione della corona norvegese rispetto all'euro e un aumento dell'oro sopra $ 1.900. Le misure adottate dalla Svizzera potrebbe incoraggiare altri paesi che affrontano problemi simili, soprattutto il Giappone, a seguire l'esempio. Ad oggi comunque la discesa del prezzo dell'oro, del petrolio, di alcune materia prime e il raffredamento del corso del Franco vanno nella direzione giusta.
mercoledì 7 settembre 2011
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