giovedì 1 settembre 2011

Euro salvataggio

La politica di salvataggio dell'euro è iniziata lo scorso maggio, quando la Grecia chiese il primo prestito di 110 miliardi di euro che sono stati concessi in tre anni. Non c'era una autorità ad hoc, i prestiti furono gestiti in modo bilaterale. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha erogato oltre 30 miliardi di euro, il resto è stato diviso tra i paesi dell'Eurozona. Solo pochi giorni più tardi, anche altri paesi dell'area dell'euro (Portogallo, Spagna, Irlanda) hanno avuto problemi finanziaria, finchè i leader dei paesi dell'euro, il 7 Maggio 2010 hanno messo su un pacchetto di salvataggio per l'intera zona euro. Questo è stato uno sforzo ponte in attesa che il "Fondo europeo di stabilità finanziaria" (EFSF), potesse entrare in funzione a metà 2013. EFSF potrà assumere prestiti fino a 440 miliardi di euro. Agli sforzi di soccorso contribuirà anche il "meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria" (EFSM) per un importo di 60 miliardi di €, che è sostenuto dal bilancio comunitario, e un contributo del Fondo monetario internazionale per un ammontare di 250 miliardi di €. Nel complesso, il pacchetto di salvataggio sarà quindi di € 750 miliardi. L'Irlanda prende gli aiuti dal novembre 2010, il Portogallo dal maggio 2011. Nel marzo 2011, i Capi di Stato e di governo dell'UE, dopo le scadenze dell'EFSF e dell' EFSM hanno costruito un piano di salvataggio di più lunga durata, denominato "meccanismo di stabilità europeo" (ESM). Avrà un capitale di 700 miliardi di €, di cui 80 miliardi provengono da contributi in denaro dei paesi dell'euro. Il resto proverrà da garanzie. All' ESM sarà consentito intervenire in "casi eccezionali" sul mercato primario, cioè acquistando titoli di stato emessi dai governi. Per la creazione dell'ESM sono stati cambiati i trattati dell'UE. L'EFSF, che gestirà questi fondi ancora per due anni, ha ottenuto nel frattempo l'aumento dell'importo garantito fino a 780 miliardi di euro. Una volta che è stato chiaro che la Grecia ha bisogno di più credito, i capi di Stato e di governo dell'Eurogruppo il 21 luglio scorso, hanno varato un secondo programma ausiliario per il Paese pari a 109 miliardi di euro (compresa una partecipazione ancora riservata al FMI). Questa volta i soldi non arriveranno da prestiti bilaterali, ma dal ESFS. I tassi di interesse sono stati abbassati, i tempi di rimborso allungati, anche per il Portogallo e Irlanda. Oltre a queste decisioni è passata la regola che i bilanci nazionali saranno riesaminati a Bruxelles per i prestiti concessi alla Grecia, al Portogallo e all'Irlanda. Per facilitare la transizione, la Banca centrale europea ha acquistato sui mercati titoli obbligazionari di paesi dell'area dell'euro in difficoltà per abbassare la tensione sugl'interessi. Infine, vi sono alcune iniziative per rafforzare la crescita e aumentare la competitività nei 17 paesi dell'Eurozona. Non ancora adottato è una riformulazione del Patto di stabilità, che tra l'altro, porterà a più veloci sanzioni automatiche per coloro che sfonderanno il tetto del deficit. Il Cancelliere Merkel ha richiesto un "Euro-Plus-patto" in cui i leader s'impegnino per un accordo su pensioni e riforme del settore finanziario, Francia e Germania, inoltre, si sono impegnati a creare un governo economico della zona euro, con almeno due vertici l'anno per tenere sotto controllo la situazione.

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