La visita del presidente degli USA, Obama, in questi giorni in estremo Oriente, e la sua sosta in Cina ha riportato sotto i fari del mondo economico e industriale i progressi di questo paese sullo scenario globale. Forte di una parsimoniosa economia all’interno, ai limiti del dumping sociale ed ecologico, ma capace di assorbire un 26esimo del debito pubblico americano, con una moneta lo yuan, ampliamente sottovalutato , continua a far crescere il proprio PIL a ritmi di oltre il 9% annuo. E’ indubbio che la storia del mondo è fatto di corsi e ricorsi. Nel 1820 il PIL della Cina rappresentava il 30% della ricchezza mondiale, poi l’espansione in Europa sostenuta dalle scoperte tecnologiche, le centrali termiche, l’elettricità, lo sviluppo della meccanica pesante e dell’industria tessile fecero decollare l’Europa dove si affermò come prima potenza economica la Gran Bretagna e la sua moneta, la sterlina. Corollario a questo sviluppo fu la crescita degli USA e l’immigrazione che rese grande quel paese. Ai primi del ‘900 abbiamo il sorpasso degli USA sulla Gran Bretagna e la sostituzione della sterlina con il dollaro come moneta di riferimento. Oggi a qualche hanno della fine della seconda guerra mondiale abbiamo una nuova situazione in trasformazione. Cala nel mondo la fiducia negli USA.Troppi debiti, elevato il livello dei consumi rispetto alla capacità di risparmio, l’aumento della forbice delle ineguaglianze sociali, poca voglia di farsi carico del pagamento delle tasse, tuttociò sta minando la fiducia nel dollaro. Alcune banche centrali come l’India la Russia stanno tramutando una parte delle loro riserve comprando oro. La Cina al contrario, anche allo scopo di migliorare la propria immagine, lancia una specie di Piano Marshall alla cinese, soprattutto nei paesi africani, abolendo per alcuni i debiti pregressi, impegnandosi a costruire le grandi infrastrutture a prezzi di favore o con mutui anche 40ennali. Tuttociò anche per evitare una rivalutazione della propria moneta e nello stesso tempo per evitare l’accusa di fare incetta di materie prime a prezzi troppo favorevoli. La notizia curiosa di questi giorni viene dalla Lombardia, fra i vari corsi istituiti dalla Regione per i cassaintegrati e/o disoccupati in genere, con un fondo forte di 350 mln di € vi sono anche corsi di lingua cinese. A tutti coloro che frequenteranno con profitto i suddetti corsi verrà riconosciuto un trattamento economico mensile di 350 €. E’ vero che a Milano c’è una delle più grandi comunità cinesi in Italia, ma anche questo può essere un segno dei tempi.
mercoledì 18 novembre 2009
Cina. L’affermazione internazionale di un gigante
La visita del presidente degli USA, Obama, in questi giorni in estremo Oriente, e la sua sosta in Cina ha riportato sotto i fari del mondo economico e industriale i progressi di questo paese sullo scenario globale. Forte di una parsimoniosa economia all’interno, ai limiti del dumping sociale ed ecologico, ma capace di assorbire un 26esimo del debito pubblico americano, con una moneta lo yuan, ampliamente sottovalutato , continua a far crescere il proprio PIL a ritmi di oltre il 9% annuo. E’ indubbio che la storia del mondo è fatto di corsi e ricorsi. Nel 1820 il PIL della Cina rappresentava il 30% della ricchezza mondiale, poi l’espansione in Europa sostenuta dalle scoperte tecnologiche, le centrali termiche, l’elettricità, lo sviluppo della meccanica pesante e dell’industria tessile fecero decollare l’Europa dove si affermò come prima potenza economica la Gran Bretagna e la sua moneta, la sterlina. Corollario a questo sviluppo fu la crescita degli USA e l’immigrazione che rese grande quel paese. Ai primi del ‘900 abbiamo il sorpasso degli USA sulla Gran Bretagna e la sostituzione della sterlina con il dollaro come moneta di riferimento. Oggi a qualche hanno della fine della seconda guerra mondiale abbiamo una nuova situazione in trasformazione. Cala nel mondo la fiducia negli USA.Troppi debiti, elevato il livello dei consumi rispetto alla capacità di risparmio, l’aumento della forbice delle ineguaglianze sociali, poca voglia di farsi carico del pagamento delle tasse, tuttociò sta minando la fiducia nel dollaro. Alcune banche centrali come l’India la Russia stanno tramutando una parte delle loro riserve comprando oro. La Cina al contrario, anche allo scopo di migliorare la propria immagine, lancia una specie di Piano Marshall alla cinese, soprattutto nei paesi africani, abolendo per alcuni i debiti pregressi, impegnandosi a costruire le grandi infrastrutture a prezzi di favore o con mutui anche 40ennali. Tuttociò anche per evitare una rivalutazione della propria moneta e nello stesso tempo per evitare l’accusa di fare incetta di materie prime a prezzi troppo favorevoli. La notizia curiosa di questi giorni viene dalla Lombardia, fra i vari corsi istituiti dalla Regione per i cassaintegrati e/o disoccupati in genere, con un fondo forte di 350 mln di € vi sono anche corsi di lingua cinese. A tutti coloro che frequenteranno con profitto i suddetti corsi verrà riconosciuto un trattamento economico mensile di 350 €. E’ vero che a Milano c’è una delle più grandi comunità cinesi in Italia, ma anche questo può essere un segno dei tempi.
Pubblicato da economicamente alle 15:08
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento