Giappone e Stati Uniti nel 2012 sono i paesi che avranno il maggior fabbisogno di capitali. Gli analisti si aspettano che gl' investitori presto esigeranno rendimenti più elevati. Le undici più grandi economie del mondo quest'anno hanno in scadenza titoli per 6000 miliardi di € che dovranno finanziare attraverso l'emissione di nuovo debito. Non sono inclusi in questa cifra gl'interessi che si accumulano sul debito esistente. Compreso questo che viene a scadenza, il cui fabbisogno finanziario è di oltre otto miliardi di euro. Con un debito pari al 200% del PIL il Giappone è il paese più indebitato del mondo. Fino ad ora la terza più grande economia del globo, ha pochi problemi, nonostante l'elevato debito per il rifinanziamento, perchè sono gli stessi giapponesi a comprare i titoli di Stato su larga scala. Il rendimento sul decennale è attualmente all'1%, tasso inferiore a quello della Svizzera. Gli Stati Uniti dovranno assorbirsi quest'anno 2.200 miliardi di euro di nuovo debito, il 20% del PIL. In termini assoluti, la Germania è nella lista dei debitori del 2012 al quinto posto, alle spalle di Italia e Francia. I Bund tedeschi, scadenza a 10 anni, rendono attualmente l'1,9%, per cui per i prossimi dieci anni, se tassi rimarranno confermati, i tedeschi non hanno all'orizzonte una crisi del debito. Tuttavia, avvertono gli analisti interpellati da Bloomberg, su questo fronte, essi si aspettano un ulteriore restringimento della crisi del debito in Europa, che abbinata a un declino della crescita economica globale intorno al 4%, potrebbero di conseguenza, fare aumentare i rendimenti in tutto il mondo, che a sua volta potrebbe aggravare la crisi del debito - un circolo vizioso per i paesi ad alto indebitamento che potrebbero essere spinti verso un default o verso la necessità di una ritrutturazione dello stesso. Per le sette maggiori economie, in media gli analisti si aspettano un aumento dei rendimenti del 39%. Mentre gli Stati Uniti e la Germania potrebbero essere in grado di sopportare questo aumento, la situazione in Giappone è probabile che sia più seria: la società Pimco ha già messo in guardia contro un fallimento nazionale del Giappone. Anche l'Italia non potrà permettersi un ulteriore incremento dei costi di finanziamento. Attualmente i titoli statali a dieci anni sono attestati intorno al 7%. Questo livello è visto come cruciale per rimanere a galla. Gli analisti sono preoccupati per quanto succede alla terza più grande economia della zona euro, in quanto per evitare la bancarotta occorrerebbe un nuovo intervento dell'Unione europea, o della BCE o/e del FMI.
venerdì 6 gennaio 2012
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