mercoledì 21 dicembre 2011

L'Eurozona sotto osservazione delle agenzie di rating

A inizio dicembre S&P ha annunciato di aver messo in Credit Watch negativo tutti i paesi dell’area euro, che hanno perciò una probabilità del 50% di vedere il loro rating ridotto entro fine febbraio. Dopo il summit del week-end scorso, Moody’s, pur non procedendo a un effettivo Credit Watch, ha affermato ufficialmente l’intenzione di riconsiderare i paesi di tutta la UE nel 1° trimestre del 2012 e ha già tagliato il rating sul Belgio di 2 scalini (notch). Infine, Fitch, nel corso del fine settimana appena concluso, ha posto in Outlook Negativo la Tripla A francese e posto in Credit Watch Negativo Italia, Spagna, Belgio, Irlanda, Slovenia e Cipro. Tutte e tre le agenzie, con sfumature differenti, giustificano le proprie decisioni affermando che la stabilità finanziaria dei paesi dell’area euro è messa a rischio dai persistenti disaccordi fra le Autorità politiche su come risolvere la crisi del debito e dai sempre più importanti effetti che la crisi sta avendo su crescita e parametri di finanza pubblica. Queste decisioni sono il riflesso di due fattori che dovranno sempre di più pesare sulle valutazioni di mercato. Da una parte, i paesi, sulla falsariga delle società, saranno giudicati in maniera più stringente per i loro impegni interni in termini di finanza pubblica. Dall’altra parte, il coinvolgimento nella revisione del rating anche di paesi come Germania e Finlandia testimonia come l’appartenenza all’area euro non possa essere ignorata nella valutazione di ciascuno dei suoi elementi. L'ultima nota di ieri del senior vicepresidente di Credit Policy Moody's, Alen Laurin, in audizione oggi in commissione Finanze alla Camera insieme con il direttore generale di Moody's Italia, Alex Cataldo. L'agenzia di rating ricorda che Basilea 3 "è un passo positivo, che porterà però rischi di transizione inevitabili". Comunque, secondo il suo parere non ci si può aspettare che i rating tornino ai livelli pre-crisi sotto Basilea 3. L'Eba, l'Authority bancaria europea, "ha imposto il 9% come coefficiente patrimoniale di primo livello. Se l'operazione è perfettamente comprensibile, impone però una pressione sul bilancio delle banche che crea dei rischi", ha aggiunto il senior vicepresidente di Credit Policy Moody's.

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