sabato 17 dicembre 2011

Danimarca, un paese sotto osservazione

Dal mondo globalizzato quando si guarda all'Europa, appare come uno strano miscuglio. I paesi del nord come la Svezia, la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca ecc, sembrano in grande forma finanziaria, mentre i paesi del sud come Grecia, Spagna, Italia, ecc, sono tutti in cattive condizioni. Secondo alcuni analisti di hedge fund americani qualcuno di questi paesi dovrebbero essere messo, a breve, sotto osservazione. La Danimarca non è in così buone condizioni come il paese appare. In genere la Danimarca viene vista come un paese dal debito basso in rapporto al PIL (46%) e deficit in atto del 4% rispetto al PIL, quindi il paese è in buona forma. Soprattuto confrontato con gli Stati Uniti, il cui debito sul PIL è di oltre il 100%, e il deficit annuale è del 10%, per non parlare dell'Italia. A scavare però sotto la superfice si acclara che il sistema bancario danese è cresciuto a livelli astronomici. Negli Stati Uniti, le attività bancarie in percentuale del PIL è del 90%, in Danimarca è del 454%.In Europa, uno dei primi paesi andato in difficoltà è stata l'Islanda - che ha conosciuto una grave crisi economica nel 2008 - con un rapporto attività bancarie - PIL di quasi il 400%. Il problema che diventa evidente subito è che le banche in Danimarca sono troppo grandi per fallire o da salvare. La più grande banca della Danimarca, Dankse Bank ha un asset pari al 200% del Pil danese. Come se Banca Intesa, in Italia, avesse 3.600 miliardi di euro di asset. Un altro problema in casa danese sono le case e i mutui. Nel periodo 2000 / 2007 gl'immobili sono aumentati del doppio. Oggi i prezzi si sono fermati, ma se le persone non saranno ingrado di far fronte ai mutui e andranno in default, i prezzi delle case diminuiranno e tutta l'economia ne soffrirà. Il basso rapporto PIL / disavanzo avrebbe una rapida crescita, anche se il governo non avrà, nel frattempo, aumentato la spesa. Recentemente si è parlato nella UE di un fondo di 1000 miliardi di euro per salvare i paesi del sud come la Spagna l'Italia, la Grecia e il Portogallo. Tuttavia, pochi hanno preso atto che anche la Danimarca potrebbe averne bisogno nel prossimo futuro.

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