L'Italia sta pagando di più per prendere in prestito denaro, ma esattamente non è facile valutare quanto il governo finirà per pagare di più per finanziarsi nei prossimi anni, ed è sicuramente più coinvolto che guardando semplicemente il rendimento delle ultime aste. La Banca dei regolamenti internazionali ha riportato le somme che suggeriscono quanto il rapporto debito PIL in Italia ha lavorato fino a dimostrare che non è così costoso come alcuni dei rendimenti pagati recentemente suggeriscono. Infatti, la BRI dice che il paese "dovrebbe essere in grado di sopportare rendimenti elevati per qualche tempo, a condizione che conserva l'accesso al mercato". Allora, qual'è il tasso sostenibile per un paese con una situazione demografica come quella italiana (rapido invecchiamento della popolazione) e il profilo del debito (un rapporto debito-PIL del 120%)? La BRI afferma che in Italia gli oneri finanziari sono sostenibili almeno fino al 2014, sulla base di tre possibili scenari. La peggiore ipotesi è che i rendimenti si assestino sui 500 punti base sopra il tasso del 2007 pre-crisi per i prossimi tre anni, il che significherebbe rendimenti su quasi tutte le scadenze di oltre il 9%. I costi di finanziamento supplementare a carico dell'Italia viaggerebbero su una percentuale poco più del 2% del PIL, secondo la BRI. Ciò a fronte di piani per tagliare il debito pubblico con l'equivalente del 12% del PIL nei prossimi tre anni, come ha annunciato il primo ministro Mario Monti, il 4 dicembre.La banca calcola che se i rendimenti si stabilizzano sulla base dei costi del 9 novembre, cioè tra il 6% e l'8% sulla maggior parte delle scadenze, il "costo aggiuntivo annuale sarebbe pari allo 0,95% del PIL del 2010". Ora consideriamo l'asta bond di oggi: l'Italia ha venduto 7 miliardi di euro scadenza ad un anno, il costo massimo dell'asta e oneri finanziari è diminuito. Il Governo italiano ha venduto i titoli al rendimento del 5,952%, in calo rispetto al 6,087% dell'ultima asta del 10 novembre, che è stato il più alto in 14 anni. La domanda è stata 1,92 volte l'importo in offerta rispetto a 1,99 volte il mese scorso. L'Italia non è in procinto di affondare sotto la sua montagna del debito, anche con rendimenti più in alto di come sono. Non solo la BRI, ma anche la domanda di questa ultima asta confermano questa diagnosi.
martedì 13 dicembre 2011
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