Svizzera, Svezia e Singapore in ordine decrescente di competitività si sono piazzati ai primi tre posti, secondo uno studio pubblicato dal World Economic Forum. Gli USA retrocedono dal secondo al quarto posto nella classifica mondiale, a causa degli effetti della crisi finanziaria. Nel sondaggio annuale dell'organizzazione ginevrina la Germania è salita di due gradini, piazzandosi quinta. Sesto il Giappone.Ma le buone notizie per la Svizzera ricca e prospera non finiscono qui. Il Franco l’8 settembre ha toccato il suo nuovo record storico a 1,2776 contro euro. La divisa svizzera si è apprezzata più del 15% dall’inizio dell’anno rispetto all’euro. Molti analisti ormai considerano il franco svizzero il vero erede del marco tedesco. La moneta rifugio per eccellenza di fronte a un euro indebolito per la crisi dei debiti sovrani.
Davide Deddouche, stratega della Società Generale, ritiene che non ci sono al mondo 15 monete sulle quali si può investire e che in questo momento il franco sia il meno cattivo tra le grandi. Le finanze pubbliche svizzere sono tra le più sane fra i paesi sviluppati, la cornice istituzionale ispira fiducia e la congiuntura ha meno sofferto della recessione che nella maggior parte dei paesi. Non ci sono altre divise con fondamentali cosi solidi, ne c’è motivo di pensare che la Svizzera voglia fare lo sgambetto all’euro o al dollaro. Essa correrà il rischio di veder soffrire le esportazioni di orologi, di macchine utensili, della produzione chimica, veri motori della crescita, senza parlare del turismo, vera risorsa per dozzina di migliaia di lavoratori. Per gli esperti questo apprezzamento della moneta potrà indurre soprattutto le piccole e medie imprese a delocalizzare una parte della loro produzione in zona euro. In luglio la federazione sindacale USS ha lanciato l’allarme. Sono 30.000 i lavoratori che rischiano il posto di lavoro e ha chiesto alla Banca nazionale svizzera (BNS) d’intervenire. L’ istituto d’emissione ha già tentato d’intervenire senza risultati, a parte il rischio di gonfiare a dismisura le riserve che già sono passate dal marzo 2009 alla fine di maggio di quest’anno da 56 miliardi di franchi svizzeri a 239 miliardi, per la preoccupazione di poter influenzare il gigantesco mercato dei cambi ha congelato in giugno gli acquisti di euro. Il mondo politico che s’interroga sul cosa fare se il franco dovesse continuare ad apprezzarsi, la risposta che si è data: è che in questo grande mondo o si fiancheggia il dollaro, l’euro e lo yen o sarà difficile avere una moneta propria.
Davide Deddouche, stratega della Società Generale, ritiene che non ci sono al mondo 15 monete sulle quali si può investire e che in questo momento il franco sia il meno cattivo tra le grandi. Le finanze pubbliche svizzere sono tra le più sane fra i paesi sviluppati, la cornice istituzionale ispira fiducia e la congiuntura ha meno sofferto della recessione che nella maggior parte dei paesi. Non ci sono altre divise con fondamentali cosi solidi, ne c’è motivo di pensare che la Svizzera voglia fare lo sgambetto all’euro o al dollaro. Essa correrà il rischio di veder soffrire le esportazioni di orologi, di macchine utensili, della produzione chimica, veri motori della crescita, senza parlare del turismo, vera risorsa per dozzina di migliaia di lavoratori. Per gli esperti questo apprezzamento della moneta potrà indurre soprattutto le piccole e medie imprese a delocalizzare una parte della loro produzione in zona euro. In luglio la federazione sindacale USS ha lanciato l’allarme. Sono 30.000 i lavoratori che rischiano il posto di lavoro e ha chiesto alla Banca nazionale svizzera (BNS) d’intervenire. L’ istituto d’emissione ha già tentato d’intervenire senza risultati, a parte il rischio di gonfiare a dismisura le riserve che già sono passate dal marzo 2009 alla fine di maggio di quest’anno da 56 miliardi di franchi svizzeri a 239 miliardi, per la preoccupazione di poter influenzare il gigantesco mercato dei cambi ha congelato in giugno gli acquisti di euro. Il mondo politico che s’interroga sul cosa fare se il franco dovesse continuare ad apprezzarsi, la risposta che si è data: è che in questo grande mondo o si fiancheggia il dollaro, l’euro e lo yen o sarà difficile avere una moneta propria.
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