Il Commissario europeo al Budget, il Polacco Janusz Lewandowski, lunedì, ha rimesso in discussione lo sconto di cui gode la Gran Bretagna sui contributi finanziari alla UE dopo gli accordi degli anni “80" in quanto non più giustificati, secondo una dichiarazione fatta al quotidiano tedesco “Handelsblatt”. Questo sconto, chiamato anche “assegno britannico” era stato deciso nel 1984, dietro richiesta del primo ministro britannico delle epoca, Margaret Thatcher, autrice sul tema di un’uscita rimasta celebre: «I want my money back». ( Io voglio indietro i miei soldi). Oggi il contributo è di 3 mld di euro all’anno, contro gl’iniziali 6 miliardi. La “Dama di ferro” aveva giustificato la sua richiesta in quanto all’epoca il budget europeo per circa tre quarti era destinato all’agricoltura, e i benefici per la Gran Bretagna erano ridottissimi rispetto ad altri paesi come la Francia. In oltre la Signora Thatcher aveva argomentato la sua richiesta facendo presente che la Francia e la Germania erano più ricchi della Gran Bretagna.
Ma dopo la situazione è fortemente cambiata. Intanto i costi della politica agricola europea nel budget della UE sono scesi dal 75 al 40% previsti sino al 2013 e il PIL britannico, nel frattempo, è considerevolmente aumentato.
Il portavoce del Commissario europeo al Budget, Fabrizio Fiorilli ha tentato di minimizzare, davanti alla stampa, la portata della proposta di M. Lewandowski chiarendo che non si è parlato di soppressione dello sconto, ma della necessità di riesaminare la situazione, in quanto il PIL britannico è aumentato dopo il 1984, mentre il peso del settore agricolo è diminuito costantemente in 20 anni nel budget UE. Il tutto nell’ottica generalizzata di un mandato ricevuto dalla Commissione europea di riesaminare i vari aspetti del budget UE in preparazione di quello prossimo che debutterà nel 2014 e comprenderà una revisione del peso dell’agricoltura e dello sconto britannico.
Le previsione sono di una trattativa difficile tra il governo britannico del conservatore David Cameron, più incline a ritenere una zavorra i sussidi ad una politica agricola e dall’altra il presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha minacciato una crisi in Europa pur d’impedire uno smantellamento della politica agricola.
Tenuto conto del contesto di crisi economica e budgetaria probabilmente il bilancio UE sarà mantenuto invariato all’1% del PIL europeo, mentre Bruxelles guarderà, all’interno del bilancio disponibile (140 mld di euro) di ridurre certe spese per offrire priorità ad altri settori. Inoltre Bruxelles metterà sul tappeto la necessità di avere un’imposta europea per disporre di risorse proprie. Questa idea è già stata rigettata nel passato dai 3 contribuenti più importanti al budget comunitario: la Germania , la Francia e il Regno Unito.
Ma dopo la situazione è fortemente cambiata. Intanto i costi della politica agricola europea nel budget della UE sono scesi dal 75 al 40% previsti sino al 2013 e il PIL britannico, nel frattempo, è considerevolmente aumentato.
Il portavoce del Commissario europeo al Budget, Fabrizio Fiorilli ha tentato di minimizzare, davanti alla stampa, la portata della proposta di M. Lewandowski chiarendo che non si è parlato di soppressione dello sconto, ma della necessità di riesaminare la situazione, in quanto il PIL britannico è aumentato dopo il 1984, mentre il peso del settore agricolo è diminuito costantemente in 20 anni nel budget UE. Il tutto nell’ottica generalizzata di un mandato ricevuto dalla Commissione europea di riesaminare i vari aspetti del budget UE in preparazione di quello prossimo che debutterà nel 2014 e comprenderà una revisione del peso dell’agricoltura e dello sconto britannico.
Le previsione sono di una trattativa difficile tra il governo britannico del conservatore David Cameron, più incline a ritenere una zavorra i sussidi ad una politica agricola e dall’altra il presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha minacciato una crisi in Europa pur d’impedire uno smantellamento della politica agricola.
Tenuto conto del contesto di crisi economica e budgetaria probabilmente il bilancio UE sarà mantenuto invariato all’1% del PIL europeo, mentre Bruxelles guarderà, all’interno del bilancio disponibile (140 mld di euro) di ridurre certe spese per offrire priorità ad altri settori. Inoltre Bruxelles metterà sul tappeto la necessità di avere un’imposta europea per disporre di risorse proprie. Questa idea è già stata rigettata nel passato dai 3 contribuenti più importanti al budget comunitario: la Germania , la Francia e il Regno Unito.
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