sabato 18 settembre 2010

Banche internazionali e vulnerabilità del sistema

Un sistema ancora fragile quello bancario internazionale che si spera con le nuove regole di Basilea III, nel giro di qualche anno possa incominciare a dare più tranquillità agli investitori, soprattutto negli USA. Infatti dopo due anni del fallimento della banca d’affari americana Lehman Brothers, in Europa ancora non sono chiare le ragioni per cui la FED e il governo USA hanno lasciato fallire questa banca fra le più importanti del sistema americano e non altre che avevano deficit maggiori di questa. La buona salute delle banche, infatti costituisce un elemento essenziale della ripresa economica, soprattutto nel caso particolare dell’Europa dove l’economia è finanziata per i due terzi dai crediti bancari contro un terzo degli USA. Certo alcune grandi banche stanno realizzando delle ottime performances, come prima della crisi: Unicredit, la spagnola Santarder e la francese BNP Paribas. Le loro cifre d’affari nel secondo trimestre 2010 sono superiori a quelle del primo trimestre 2007, cioè prima che scoppiasse la bolla dei subprimes, i famosi crediti immobiliari a rischio creati negli USA e poi diffusisi in tutto il mondo. Tuttavia ci sono settori interi del sistema che ancora hanno dei gravi problemi. Negli USA molte delle piccole imprese legate al settore immobiliare e commerciale, un mercato di 1241 miliardi di euro, con un fardello cambiario, superiore a quello dei subprimes, dove il tasso di fallimento dei crediti si attesta all’8%. Le autorità di controllo del settore finanziario hanno censito 829 imprese in condizioni fallimentari. Circa 7 volte più che nel 2009.
In Europa, eccetto la Grecia sotto controllo e l’Irlanda con il dissesto di Anglo Irish Bank, altri due paesi pongono problemi: la Spagna e la Germania. Le Casse di Risparmio spagnole soffrono per la loro esposizione ai crediti immobiliari locali, dove il tasso di fallimento è del 9%. La Spagna ha un 1,2 milioni di appartamenti invenduti.
Le banche pubbliche tedesche hanno una grossa palla al piede perche nei loro portafogli vi sono grosse quantita di titoli tossici che hanno dato luogo alla crisi. L’aiuto pubblico non permetterà di portare alle estreme conseguenze le banche in difficoltà, ma non si conosce quale potrà essere l’evoluzione del mercato nel caso che la crescita economica rallenti.
Settore bancario convalescente è in attesa di nuove turbolenze.
Infatti le nuove regole, adottate a Basilea il 12 settembre scorso, denominate Basilea 3, serviranno a mobilitare il capitale bancario per buoni investimenti. Meno severe di quanto le banche si aspettavano in primo momento, queste regole comunque richiedono il raddoppio dei fondi propri. I ratio di solvibilità medio delle banche è attualmente del 5%, ben al di sotto del 9% richiesto dai nuovi regolamenti. Questi criteri costringeranno le banche a non mischiare il capitale con i crediti, l’acquisto di azioni e d’obbligazione e altre misture come trasformare dei crediti in prodotti finanziari. Molti economisti si aspettano importanti cambiamenti nella strategia finanziaria delle banche e soprattutto una corsa verso i Titoli di Stato. Dovrà anche aumentare, secondo il parere di alcuni economisti il loro livello di redditività (ROE). La stessa professione bancaria dovrà accettare una evoluzione che altri settori economici non hanno ancora fatto. Con un ROE vicino al 10%, i corsi in Borsa non ritroveranno mai i livelli pre-crisi. Bisognerà affrontare il futuro come un progresso, come l’opportunità di entrare in un mondo con meno rischi e più possibilità di far affari.

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