sabato 11 settembre 2010

Aspettative migliori per l’economia del Brasile

L’economia brasiliana ha presentato nel secondo trimestre di quest’anno una crescita vicina al 10% senza rischi di surriscaldamento. Le prospettive a medio e lungo temine del Brasile sono molto buone. La crescita della popolazione, l’accesso al credito facile, la stabilità della finanza del paese sono carte positive da giocare per l’economia del paese. L’ultima serie di statistiche tendono a mettere in evidenza una crescita moderata dell’attività economica, infatti è prevista una crescita del PIL di circa il 7,5% quest’anno e del 4,5% l’anno prossimo. E’ possibile che si avrà un aumento del tasso d’interesse dell’0,25% entro la fine dell’anno, attualmente è del 10,75%, il più alto del mondo. Qualche preoccupazione si nutre per un aumento dell’inflazione che farebbe ripartire automaticamente i tassi nel 2011. Il mercato brasiliano è già metà d’importanti investimenti stranieri e italiani. Basta ricordare gli stabilimenti FIAT, le imprese di costruzioni come Impregilo, l’Eni, Todini, le aziende di telecomunicazioni e dell’Enel. Spesso queste azienda hanno fatturati in loco superiori a quelli dei propri paesi d’origine. Una grande discussione c’è in questi giorni nel paese attorno alle fonti energetiche e all’aumento di capitale di 70 miliardi di dollari prospettato dalla società statale di perforazioni e prodotti petroliferi Petrobras. Sembra quasi sia divenuto un affare politico. Lo stato brasiliano possiede il 32,13% del capitale della società e il 55,6% dei diritti di voti. L’invito agli investitori si farà in gran parte sotto forma di cessione a Petrobras di 5 miliardi di barili di petrolio. Le due parti dovranno trovare un giusto equilibrio al fine che il governo abbia sufficiente entrate dal petrolio e che il prezzo scelto per l’aumento del capitale sia attraente agli occhi degl’investitori.
Altri settori in grande sviluppo sono il settore domestico, l’immobiliare, la fabbricazione di prodotti alimentari, il commercio al dettaglio, l’istruzione, i servizi sanitari e ancora le infrastrutture.

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