Si avvicina il periodo della dichiarazione dei redditi per cui le organizzazione religiose che hanno diritto in base a intese firmate con lo stato Italiano d’inviare messaggi pubblicitari per intercettare i fondi dell’8 per mille dell’Irpef destinato per legge a interventi su
• fame nel mondo
• calamità naturali
• assistenza ai rifugiati
• conservazione di beni culturali
Le quote dalle chiese sono utilizzate per:
• interventi assistenziali, umanitari o caritativi (tutte);
• interventi sociali e culturali (tutte);
• finalità religiose ed esigenze di culto (solo la Chiesa cattolica);
• sostentamento del clero (Chiesa cattolica e Chiesa luterana);
• tutela degli interessi religiosi degli Ebrei in Italia, tutela delle minoranze contro il razzismo.
Con i Patti Lateranensi del 1929, che codificavano i rapporti tra Stato italiano e Chiesa cattolica, lo Stato italiano si impegnava a pagare lo stipendio al clero cattolico tramite il meccanismo della Congrua. Tale meccanismo si fondava su un riconoscimento del pregiudizio economico subito dai cattolici italiani a causa delle molteplici confische di beni ecclesiastici. Con la firma del nuovo concordato (18 febbraio 1984) tra l'allora Presidente del Consiglio italiano Craxi e il Segretario di Stato del Vaticano Agostino Casaroli si stabilì che il sostegno dello Stato alla Chiesa avvenisse nel quadro della devoluzione di una frazione del gettito totale IRPEF (l'otto per mille, appunto) da parte dello Stato alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni (per scopi religiosi o caritativi) o allo Stato stesso (per scopi sociali o assistenziali), in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi. Negli anni successivi lo Stato italiano ha firmato intese analoghe anche con altre confessioni: nel 1986 con le Assemblee di Dio, con gli Avventisti nel 1993 con l'Unione delle Chiese metodiste e valdesi e con i Luterani (intesa ratificata nel 1995), nel 1996 con le Comunità ebraiche e ratificò una modifica all'intesa con gli Avventisti. Ad oggi sono sei le confessioni religiose che possono ricevere l'otto per mille. I Battisti hanno firmato un'intesa con lo stato nel 1993, ma solo da qualche anno accettano l’8x1000. Il 4 aprile 2007 la Presidenza del Consiglio ha firmato il concordato con l'Unione Buddista Italiana (UBI), l'Unione Induista Italiana, la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova, la Chiesa dei Santi degli ultimi giorni (i cosiddetti "mormoni"), la Chiesa Apostolica in Italia, la Sacra Arcidiocesi d'Italia ed Esarcato per l'Europa meridionale (una chiesa "ortodossa"); nella stessa data ha anche firmato la modifica delle intese con la Tavola Valdese e con l'Unione delle Chiese cristiane avventiste del Settimo Giorno.
Nell’ultimo decennio questi sono stati i gettiti in milioni di € per la Chiesa cattolica
• 2001, 897 mln di euro
• 2002, 961 mln di euro
• 2003,1016 mln di euro
• 2004, 937 mln di euro
• 2005, 984 mln di euro
• 2006, 930 mln di euro
• 2007, 991 mln di euro
• 2008,1002 mln di euro
Anche l'otto per mille dell'IRPEF di chi non firma viene comunque ridistribuito tra cinque dei sette enti contendenti (vedi più avanti), secondo le percentuali calcolate in base a chi ha espresso una scelta. Le Assemblee di Dio in Italia non partecipano a questa spartizione e la loro quota viene assegnata allo Stato. Per alcuni anni anche la Chiesa valdese rifiutò di partecipare, ma nel 2001 il Sinodo approvò l'accettazione anche delle quote non espresse. Tale decisione è stata recepita dallo Stato nel 2005, con la modifica dell'intesa con la Chiesa valdese, che è stata approvata dal parlamento nel giugno del 2009.
Vale la pena ricordare che questi fondi sono una parte degli introiti statali da parte delle confessione religiose. Altre somme possono erogate dalle istituzioni locali, in caso di ristrutturazioni di locali di culto storici, da fondazioni bancarie nel caso di ammodernamento di istituti di assistenza, scuole etc.. Per la Chiesa cattolica un buon sostegno economico a carico dello stato, viene dal pagamento delle retribuzioni degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole statali.
• fame nel mondo
• calamità naturali
• assistenza ai rifugiati
• conservazione di beni culturali
Le quote dalle chiese sono utilizzate per:
• interventi assistenziali, umanitari o caritativi (tutte);
• interventi sociali e culturali (tutte);
• finalità religiose ed esigenze di culto (solo la Chiesa cattolica);
• sostentamento del clero (Chiesa cattolica e Chiesa luterana);
• tutela degli interessi religiosi degli Ebrei in Italia, tutela delle minoranze contro il razzismo.
Con i Patti Lateranensi del 1929, che codificavano i rapporti tra Stato italiano e Chiesa cattolica, lo Stato italiano si impegnava a pagare lo stipendio al clero cattolico tramite il meccanismo della Congrua. Tale meccanismo si fondava su un riconoscimento del pregiudizio economico subito dai cattolici italiani a causa delle molteplici confische di beni ecclesiastici. Con la firma del nuovo concordato (18 febbraio 1984) tra l'allora Presidente del Consiglio italiano Craxi e il Segretario di Stato del Vaticano Agostino Casaroli si stabilì che il sostegno dello Stato alla Chiesa avvenisse nel quadro della devoluzione di una frazione del gettito totale IRPEF (l'otto per mille, appunto) da parte dello Stato alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni (per scopi religiosi o caritativi) o allo Stato stesso (per scopi sociali o assistenziali), in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi. Negli anni successivi lo Stato italiano ha firmato intese analoghe anche con altre confessioni: nel 1986 con le Assemblee di Dio, con gli Avventisti nel 1993 con l'Unione delle Chiese metodiste e valdesi e con i Luterani (intesa ratificata nel 1995), nel 1996 con le Comunità ebraiche e ratificò una modifica all'intesa con gli Avventisti. Ad oggi sono sei le confessioni religiose che possono ricevere l'otto per mille. I Battisti hanno firmato un'intesa con lo stato nel 1993, ma solo da qualche anno accettano l’8x1000. Il 4 aprile 2007 la Presidenza del Consiglio ha firmato il concordato con l'Unione Buddista Italiana (UBI), l'Unione Induista Italiana, la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova, la Chiesa dei Santi degli ultimi giorni (i cosiddetti "mormoni"), la Chiesa Apostolica in Italia, la Sacra Arcidiocesi d'Italia ed Esarcato per l'Europa meridionale (una chiesa "ortodossa"); nella stessa data ha anche firmato la modifica delle intese con la Tavola Valdese e con l'Unione delle Chiese cristiane avventiste del Settimo Giorno.
Nell’ultimo decennio questi sono stati i gettiti in milioni di € per la Chiesa cattolica
• 2001, 897 mln di euro
• 2002, 961 mln di euro
• 2003,1016 mln di euro
• 2004, 937 mln di euro
• 2005, 984 mln di euro
• 2006, 930 mln di euro
• 2007, 991 mln di euro
• 2008,1002 mln di euro
Anche l'otto per mille dell'IRPEF di chi non firma viene comunque ridistribuito tra cinque dei sette enti contendenti (vedi più avanti), secondo le percentuali calcolate in base a chi ha espresso una scelta. Le Assemblee di Dio in Italia non partecipano a questa spartizione e la loro quota viene assegnata allo Stato. Per alcuni anni anche la Chiesa valdese rifiutò di partecipare, ma nel 2001 il Sinodo approvò l'accettazione anche delle quote non espresse. Tale decisione è stata recepita dallo Stato nel 2005, con la modifica dell'intesa con la Chiesa valdese, che è stata approvata dal parlamento nel giugno del 2009.
Vale la pena ricordare che questi fondi sono una parte degli introiti statali da parte delle confessione religiose. Altre somme possono erogate dalle istituzioni locali, in caso di ristrutturazioni di locali di culto storici, da fondazioni bancarie nel caso di ammodernamento di istituti di assistenza, scuole etc.. Per la Chiesa cattolica un buon sostegno economico a carico dello stato, viene dal pagamento delle retribuzioni degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole statali.
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