Europa. Poche le novità della settimana con i dati relativi alla produzione industriale di gennaio, in positivo con lo 0,7%. Per i singoli Paesi, in Germania si prevede a gennaio un 1,0% e a febbraio, uno 0,2% per la Francia e la Gran Bretagna, non si conoscono i dati relativi. Confermando il sostegno alla Grecia, ma non alla costruzione di un FME, Fondo Monetario Europeo, la BCE ha richiamato tutti i paesi dell'Euro alla necessità di riforme strutturali per il rispetto dei parametri di Maastricht. In Italia è positivo il dato della produzione industriale a 2,6% su gennaio.
Gran Bretagna. La Banca d'Inghilterra (BoE) ha lasciato il costo del denaro al minimo storico dello 0,5%, mantenendo invariato a 200 miliardi di sterline il programma di 'quantitative easing'.
Islanda. Con un 93,2% dei voti al referendum, gli islandesi si sono pronunciati contro il rimborso dei crediti degli inglesi e degli olandesi, clienti della banca privata islandese Icesave, a carico dello stato.
USA. Poche le novità della settimana statunitense vale la pena segnalare che la bilancia delle vendite al dettaglio di febbraio si è chiusa con uno 0,2%, mentre i consumi globalmente hanno fatto meglio con uno 0,5% L'occupazione riscontra un dato positivo in gennaio del 4,0%. In borsa il settore auto si rafforza, scontando la presentazione di nuovi modelli soprattuto ecologici.
Australia. La Reserve Bank of Australia (RBA) ha aumentato i tassi dello 0,25% portandoli al 4%. La prospettiva è di un futuro aumento degli stessi.
Valute. Il piano del Governo greco fatto di tagli retributivi ai dipendenti statali, di congelamento delle pensioni e di aumento dei contributi pensionistici ha parzialmente convinto il mercato riportando il cambio euro/dollaro a 1,36. Qualche preoccupazione rimane sulla tenuta della sterlina inglese, data la situazione di debolezza dei partiti e con la prospettiva che nuove elezioni non portino grandi cambiamenti.
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