In Europa non si prevedono variazione sui tassi della BCE nell’incontro del 4 marzo, primo giovedì del mese. E’ probabile qualche segnale sulla strategia d’uscita dalla crisi con diminuzione della liquidità immessa precedentemente. Persiste una certa debolezza nel settore bancario, dopo l’annuncio di Commerzbank di un aumento degli accantonamenti su crediti, saliti a 1,32 miliardi di € rispetto ai 638 milioni di € del precedente esercizio. Analogamente, Royal Bank of Scotland ha incrementato le perdite su crediti a 13,9 miliardi di sterline rispetto ai 7,4 miliardi del 2008, condizionando il risultato operativo, che ha fatto segnare una perdita pari a 6,2 miliardi di sterline, anche se con un miglioramento rispetto ai 6,9 miliardi dell’anno precedente. Pesano sul settore anche le prospettive di applicazioni di nuove regole operative sulla copertura dei prestiti denominate “Basilea 3”.
In Francia i prezzi al consumo, a gennaio, hanno registrato un calo mensile -0,2% e la spesa globale ha accusato una flessione mensile del -2,7%, per l’impatto della riduzione degli incentivi sulle vendite di auto. In Germania l’indice IFO è calato a sorpresa a febbraio, a 95,2 da un precedente 95,8. Sempre in Germania i disoccupati sono aumentati (in termini destagionalizzati) di 7 mila unità a febbraio, facendo aumentare di un decimo, all’8,2%, il tasso di disoccupazione. La fiducia dei consumatori è in calo a 0,1% da -0,3%. Dopo circa un anno di crescita dei prezzi negativa o inferiore all’1%, l’inflazione europea è tornata a tale livello nel mese di gennaio. Più in dettaglio la crescita mensile dei prezzi al consumo è stata negativa per lo 0,8%, in linea con le attese e prevalentemente a causa di una stagionalità nel mese di gennaio. Escludendo alimentari ed energia, l’inflazione è risultata in calo allo 0,9% da 1,1%, ai minimi dal 2000.
Grecia. Notizie rilevanti sono pervenute dalle agenzie di rating con S&P che ha dichiarato mercoledì scorso che, entro un mese, potrebbe declassare il rating della Grecia (attualmente a BBB+) . Anche Moody’s ha segnalato che qualora il paese deviasse dal piano di consolidamento fiscale porterebbe il rating attuale da A2/Outlook Negativo a BBB+. L’annuncio odierno del governo greco di un ulteriori taglio delle spese del bilancio statale di 4,8 miliardi di €, con riduzione di quasi uno stipendio l’anno delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, del blocco delle pensioni e di un aumento dell’IVA sui carburanti e altri generi di non prima necessità dovrebbero rafforzare la situazione economica del Paese.
In Gran Bretagna, rispetto ad una previsione di massima che la BOE lasci invariato il tasso allo 0,50% sarà interessante conoscere come verrà affrontato il calo della sterlina, che sembra essere sotto-attacco da parte della speculazione internazionale.
Negli USA, dopo un leggero calo della disoccupazione al 9,7% rispetto al 10% di dicembre, esiste comunque una diminuzione di 50000 posti di lavoro nel primo bimestre dell’anno. Questo quadro di persistente debolezza, rispetto ad un miglioramento del PIL attestatosi globalmente al +4% dovrà essere affrontato dal Governo onde evitare tensioni sociali. A livello settoriale, mostra forza il Tecnologico, sulla scia dei risultati migliori delle attese grazie soprattutto alla divisione dei Semiconduttori. Bene anche il comparto dei Beni personali e per la casa sulle prospettive di una ripresa dei consumi dei beni di lusso. Tra i comparti peggiori Costruzioni, Auto e Bancari; i primi frenati dalla scarsa visibilità di una ripresa nel breve, seppur sostenuti dagli investimenti pubblici.
In Francia i prezzi al consumo, a gennaio, hanno registrato un calo mensile -0,2% e la spesa globale ha accusato una flessione mensile del -2,7%, per l’impatto della riduzione degli incentivi sulle vendite di auto. In Germania l’indice IFO è calato a sorpresa a febbraio, a 95,2 da un precedente 95,8. Sempre in Germania i disoccupati sono aumentati (in termini destagionalizzati) di 7 mila unità a febbraio, facendo aumentare di un decimo, all’8,2%, il tasso di disoccupazione. La fiducia dei consumatori è in calo a 0,1% da -0,3%. Dopo circa un anno di crescita dei prezzi negativa o inferiore all’1%, l’inflazione europea è tornata a tale livello nel mese di gennaio. Più in dettaglio la crescita mensile dei prezzi al consumo è stata negativa per lo 0,8%, in linea con le attese e prevalentemente a causa di una stagionalità nel mese di gennaio. Escludendo alimentari ed energia, l’inflazione è risultata in calo allo 0,9% da 1,1%, ai minimi dal 2000.
Grecia. Notizie rilevanti sono pervenute dalle agenzie di rating con S&P che ha dichiarato mercoledì scorso che, entro un mese, potrebbe declassare il rating della Grecia (attualmente a BBB+) . Anche Moody’s ha segnalato che qualora il paese deviasse dal piano di consolidamento fiscale porterebbe il rating attuale da A2/Outlook Negativo a BBB+. L’annuncio odierno del governo greco di un ulteriori taglio delle spese del bilancio statale di 4,8 miliardi di €, con riduzione di quasi uno stipendio l’anno delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, del blocco delle pensioni e di un aumento dell’IVA sui carburanti e altri generi di non prima necessità dovrebbero rafforzare la situazione economica del Paese.
In Gran Bretagna, rispetto ad una previsione di massima che la BOE lasci invariato il tasso allo 0,50% sarà interessante conoscere come verrà affrontato il calo della sterlina, che sembra essere sotto-attacco da parte della speculazione internazionale.
Negli USA, dopo un leggero calo della disoccupazione al 9,7% rispetto al 10% di dicembre, esiste comunque una diminuzione di 50000 posti di lavoro nel primo bimestre dell’anno. Questo quadro di persistente debolezza, rispetto ad un miglioramento del PIL attestatosi globalmente al +4% dovrà essere affrontato dal Governo onde evitare tensioni sociali. A livello settoriale, mostra forza il Tecnologico, sulla scia dei risultati migliori delle attese grazie soprattutto alla divisione dei Semiconduttori. Bene anche il comparto dei Beni personali e per la casa sulle prospettive di una ripresa dei consumi dei beni di lusso. Tra i comparti peggiori Costruzioni, Auto e Bancari; i primi frenati dalla scarsa visibilità di una ripresa nel breve, seppur sostenuti dagli investimenti pubblici.
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