martedì 16 marzo 2010

Come sopravvivere alle contravvenzioni stradali

Non è difficile prendere una multa per la non osservanza di uno dei 50 divieti puniti con una multa di 38 €, più spese postali di notifica verbale. Vale per la mancanza momentanea dei documenti di circolazione, dimenticati a casa, alla sosta prolungata in autostrada, per un triangolo non regolamentare, per una marmitta troppo rumorosa, per un’apertura delle porte senza guardare ai mezzi sopravvenienti, per una svolta senza azionamento della freccia, per il superamento dei limiti di velocità di soli 10 km, per velocità troppo bassa, per una fermata vietata, per circolazione senza catene o gomme da neve, per fermata al semaforo oltre la striscia d’arresto e così via. Sino allo scorso anno era più facile opporre ricorso al prefetto o al giudice di pace. Ora, nel momento in cui i ricorsi ai giudici di pace sono divenuti talmente numerosi da intasare il lavoro delle cancellerie, il governo ha chiesto un contributo amministrativo pari a 38 € per adire il giudice. Cifra che potrebbe essere recuperata nel futuro a carico del soccombente qualora il giudice riscontrasse l’errata erogazione della multa stessa. Bisogna tener presente che spesso ci possono essere il rimborso delle spese del legale assistente, non obbligatorio, e eventuali perizie per giustificare l’errata comminazione. I tempi del rimborso sono sempre più problematici, visto le esigue risorse a disposizione delle istituzioni comunali o provinciali. Più difficile sembra l’altra alternativa, cioè quella del ricorso al prefetto competente per luogo. Il ricorso che va fatto in carta semplice entro 60 gg. dall’infrazione va inviato con raccomandata A/R, ulteriori spese e perdita di tempo. Il prefetto ha 120 gg. di tempo per decidere e 150 gg. per notificare le sue decisioni. In caso di rigetto il contravventore dovrà pagare il doppio della multa comminata più le spese. Eventuali perizie, assistenza legale, sempre non obbligatorie rimarranno a carico del soccombente. Dopo si potrà sempre decidere di ricorrere al giudice di pace, pagando i contributi sopraspecificati, sperando ancora una volta nella buona stella di trovare un ufficio del giudice di pace non sovraffollato ed efficiente al servizio del contribuente.

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