giovedì 25 marzo 2010

Le valute sulle montagne russe

In questi giorni non è solo l’euro a perdere quota, ma a causa della crisi e della necessità di sostenere le industrie nazionali e l’esportazioni dei propri manufatti, le banche centrali fanno venire meno il sostegno alle proprie monete. A questo si aggiunge le manovre degli speculatori finanziari che nel trade continuo tentano di occupare tutti gli spazi che consentono un ritorno di guadagni veloci. Oggi per un euro bastavano 121,58 yen e 0,8957 di sterlina. La quotazione euro/dollaro oscillava su 1,33. L’euro ha perso ancora qualche centesimo quando la società Fitch ha tagliato il rating del Portogallo, portandolo da AA ad AA-, con outlook negativo e possibili nuovi tagli in mancanza di una inversione di tendenza di politica economica. In questo momento, con un dibattito ancora tutto aperto tra le nazioni di Eurolandia, con le difficoltà della Germania di accedere ad una soluzione tutta interna alla zona euro, l’orizzonte a breve non appare molto chiaro e così sarà sino al vertice di oggi e domani a Bruxelles. La posizione molto dura della Cancelliera Merkel è dovuta alla preoccupazione che un intervento interno alla zona euro, potrebbe scontrarsi a breve con un ricorso di ambienti tedeschi alla Corte Federale di Giustizia perchè l’attuale trattato di Maastricht non consente salvataggi interni. Altre voci provenienti dal ministero delle Finanze tedesco prospettano la possibilità di un accordo con la Francia per coinvolgere il Fondo Monetario Internazionale, di cui i paesi dell’Euro sono tra i maggiori sottoscrittori. L’intervento del Ministro Tremonti della settimana scorsa condivideva questa apertura. Oggi il membro italiano dell’ esecutivo della BCE l’economista Lorenzo Bini Smaghi, in una intervista al giornale tedesco Die Zeit, ha espresso contrarietà per una richiesta d’intervento al FMI pena un ulteriore indebolimento dell’Euro. Sempre la cancelliera Merkel, in una dichiarazione di timida apertura sull’aiuto alla Grecia ha fatto presente della necessita di porre delle condizioni molto drastiche a questo tipo d’intervento che va considerato comunque di ultima istanza qualora il mercato internazionale non riesca a finanziarie la Grecia e dopo un sostegno molto robusto del FMI. Nel frattempo le percentuali d’aumento delle esportazioni tedesche segnano un andamento positivo grazie al deprezzamento dell’euro. Insomma non siamo ancora a politiche aggressive monetarie pro svalutazioni competitive, ma negli USA si parla sempre meno di un dollaro forte, in GB un aumento delle vendite all’estero grazie alla svalutazione della sterlina non dispiace perché può contribuire alla ripresa economica e quindi tonificante per il partito laburista in vista anche delle prossime elezioni.

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