A Berlino, il nuovo epicentro della politica oltre che dell'economia dell'Europa, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ieri ha messo a punto gli ultimi ritocchi alla sua dichiarazione ricevendo il consenso massiccio del Bundestag sul nuovo plafond del "bazooka" - il fondo di salvataggio o EFSF, che dovrà salvare l'Europa da una ripresa della crisi del debito sovrano. Questo problema ha pesato sui poteri dei leaders della UE che avevano bisogno di affermare il primato della politica sulle vendite in borsa a volte convulse, a volte allo scoperto. Gli altri leaders europei avevano le loro gatte da pelare. Berlusconi ha tentato con una lettera d'impegni di tirarsi fuori dai guai, Sarkozy è stato lasciato solo con la sua preoccupazione di perdere la famosa tripla A, e Cameron è fuori, ai margini, vista la non partecipazione della Gran Bretagna all'Eurozona. A Bruxelles, nell'edificio Justus Lipsius, di marmo rivestito, sede attuale del consiglio dei ministri, i funzionari UE, opportunamente schierati da un funzionario italiano del Tesoro, Vittorio Grilli - avevano iniziato una nuova sessione del loro tortuoso, spesso aggressivo contatto con i principali banchieri su come ridurre il debito della Grecia e consentire un secondo pacchetto di salvataggio per andare avanti. Mentre il cancelliere tedesco stava vincendo, con la sua martellante maggioranza, diplomatici, funzionari e giornalisti sono stati riuniti nel grande atrio del Justus Lipsius. Questa poteva essere un'occasione per l'Eurozona per far capire al mondo finanziario che un accordo era nell'aria. E infatti sia pure alle 4 del mattino di oggi l'accordo su tutta la linea si è trovato, su tre punti qualificanti. Riduzione del debito della Grecia del 50% in remissione pari a 100 miliardi di euro che sarà supportato da investitori privati e istituzioni finanziarie nella stragrande maggioranza. Le banche europee dovranno aumentare il loro livello di capitale primario (Tier 1) al 9% entro giugno 2012 e dovranno rivedere la valutazione del debito sovrano ai prezzi di mercato del 30 settembre. Questo è un temporaneo adattamento ad una situazione eccezionale. Il Fondo di stabilizzazione avrà un capitale di 1.000 miliardi di € anzicchè 440. Oggi le borse di tutto il mondo hanno risposto con slancio alla nuova situazione facendo toccare all'euro 1,41 contro dollaro. Gli indici azionari americani si sono allineati all'euforia dei listini azionari europei, che hanno brindato all'accordo raggiunto per salvare l'euro, con rialzi del 5%, stessa percentuale di aumento delle borse europee. Inoltre il dollaro debole e la forza dell'euro hanno incoraggiato gl'investitori a prendere posizioni al rialzo sul prezzo del petrolio, che è rimbalzato su entrambi i lati dell'Atlantico. Brent, il punto di riferimento in Europa, di quasi $ 3 livelli avvicinandosi ai 112 dollari al barile, mentre il barile Texas occidentale, il petrolio di riferimento americano, ha avuto sbalzi di $ 2,5 e approcci ai $ 3 toccando i 94 $. E' rimasto invece stabile l'oro sopra $ 1.700, dopo l'incertezza generata nei giorni prima del vertice europeo. Alle contrattazioni a New York ha aperto a 1720 $.
giovedì 27 ottobre 2011
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