Secondo un articolo di oggi del quotidiano britannico online "The Guardian" Parigi e Berlino avrebbero concordato un piano per porre fine alla crisi del debito e calmare così i timori del mercato prima del G20. L'accordo prevederebbe un incremento del fondo a € 2.000 miliardi come parte di un "piano globale" per risolvere la crisi del debito sovrano, che il vertice di questo fine settimana dovrebbe avallare. La crescente fiducia che un accordo possa essere siglato al culmine della crisi la prossima domenica è venuta in mezzo a segni di pressione del mercato sulla Francia dopo la segnalazione dell'agenzia di rating Moody che potrebbe rivedere l'ambito rating AAA del paese a causa dei costi di risanamento delle sue banche e di altre membri della zona euro. La Francia ha visto salire lo spread con i Bund tedeschi di oltre un punto percentuale - 114 punti base - per le scadenze a 10 anni. E' il divario più alto tra i rendimenti dei titoli dei due paese dal 1992. La notizia del possibile accordo è stata applaudita dagl'investitori statunitensi. Tutti i principali mercati azionari sono saliti, con il Dow Jones Industrial Average in aumento di 250 punti, pari al 2,2%, a 11.651, dopo una caduta da 101 punti nel corso della giornata. In secondo luogo, Berlino e Parigi avrebbero convenuto che le banche europee dovranno essere ricapitalizzate per soddisfare i capital ratio al 9% che l'Autorità bancaria europea sta chiedendo, dopo il riesame dei livelli di esposizione a 60 a 70 banche di "grandezza sistemica". L'EBA ha caratterizzato le esposizioni molto più vicine ai valori correnti di mercato. Si dice che la ricapitalizzazione complessiva necessaria sarà più vicina a € 100 miliardi, anziché i 200 miliardi di € di cui ha parlato Christine Lagarde, amministratore delegato del FMI. Le banche francesi e tedesche, secondo fonti UE, dovrebbero essere in grado di soddisfare il nuovo obiettivo di coefficiente patrimoniale da sole e senza far ricorso a fondi statali, per non parlare dell' EFSF. Per le banche di altri paesi, tuttavia, potrebbe essere necessario il sostegno finanziario dello Stato o della EFSF. E' anche stato detto, da persone vicine ai negoziati, che Berlino e Parigi sono più vicino ad un accordo su un maggiore coinvolgimento del settore privato nel pacchetto di del secondo salvataggio (€ 109 miliardi) per la Grecia. Questo è stato fissato ad un taglio "volontario" del 21% nel pacchetto di luglio, ma, per un peggioramento complessivo delle condizioni economiche e di una probabile ristrutturazione del debito greco, la Germania sta spingendo per perdite fino al 50%. La Francia, sostenuta da parte della BCE, ha resistito all'idea, mentre funzionari dell'UE hanno chiaramente indicato che un taglio dal 30 al 50% viene presa in seria considerazione. Josef Ackermann, amministratore delegato uscente di Deutsche Bank, ieri martedì ha avuto colloqui con alti funzionari dell'Unione europea a favore degli obbligazionisti scontenti. Ma ci sono segni che, con riluttanza, accetterebbero la necessità di "tagli" più grandi nell'ambito di un piano globale per risolvere la crisi del debito sovrano. "Non stiamo parlando di una unilaterale ristrutturazione del debito greco", hanno detto i diplomatici in vista della imminente arrivo del rapporto completo dalla troika della BCE, FMI e Commissione europea sul rispetto della Grecia con i termini del salvataggio. L'euro ha continuato a salire rispetto al dollaro. Stamani l'euro ha toccato quota 1,3818 contro dollaro rispetto a 1,3752 dollari di ieri martedì. Nei confronti dello yen, l'euro è salito a ¥ 106,04 contro 105,66 ¥ di ieri. I guadagni della valuta europea sul mercato dei cambi dopo il forte rialzo a Wall Street hanno riaperto una propensione al rischio degli investitori, dicono gli analisti, ma quest'ultimi hanno anche messo in guardia contro la continua volatilità, perché il mercato continua a reagire con forza agli annunci.
mercoledì 19 ottobre 2011
Aumento del fondo di salvataggio europeo a 2.000 miliardi di €
Pubblicato da economicamente alle 10:31
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