In questi giorni tutto il mondo sta a guardare le riunioni a raffica dei vari leaders dei 27 paesi dell'UE, nell'attesa che trovino dei punti d'incontro per cercare una via d'uscita della crisi del debito dell' Eurozona, i rischi sono che il vecchio continente non riesca a tirarsi fuori da una recessione mondiale scoppiata tre anni fa come crisi del sistema bancario USA e dove, con una Germania relativamente forte, la Governance europea non riesce a trovare un terreno comune per un rilancio economico. Nella saga infinita UE, conosciuta anche come la crisi della zona euro, abituati come siamo da una stampa che tutto carica di emozioni e di alta tensione, il disaccordo è costante e sempre fonte di nuove sorprese. Ma la novità è altrove: ed è l'attenzione che il resto del pianeta sta riversanso sul Vecchio Mondo. Negli ultimi giorni, i politici degli Stati Uniti, Cina, Giappone e Singapore, anche, per non parlare del Fondo Monetario Internazionale, continuano ad esprimere la loro preoccupazione, ed esortano gli europei a trovare una via d'uscita dalla crisi del debito. Se non riescono a farlo, Parigi e Berlino hanno un reale motivo di temere, come Washington, Pechino e Londra che il prossimo incontro del G20 a Cannes si trasformerà in un pubblico processo all'euro, con la preoccupazione da qualche parte espressa che inizi il conto finale per la valuta. Come si è arrivati a questo punto? Nella ultime due settimane, la crisi ha avuto un punto di partenza con la Grecia, poi anche le incertezze su Italia e Spagna. In realtà, l'intera economia, è stato fatta a pezzi e gettata nel panico. Come nel 2008, la confusione è iniziata nel settore finanziario e negli investimenti truffa. Il rimpatrio dei dollari americani da parte degli investitori ha minato il lavoro dei loro colleghi d'oltreoceano. I giri viziosi delle grandi banche, magari acquisendo risorse dalla FED o dalla BCE a tassi molto bassi per rigirarli in acquisti ad alto rischio, ma con dividendi altissimi, nel momento in cui il circolo vizioso si è interrotto hanno evidenziato i guai che tale politica ha nascosto. Negli ultimi 18 mesi, promesse di soluzioni "globali e sostenibili" sono state fatte talmente tante volte che la fiducia del mercato è evaporata. C'è una grande differenza tra la Germania e la sua capacità finanziaria di farsi in parte carico del problema e la Francia con le finanze pubbliche indebolite dalla sua Governance, anche se tali differenze sono nascoste dietro le quinte o nei bilanci delle grandi banche nazionali che hanno in pancia tanti titoli di stato in pericolo di default, da mettere in pericolo il debito sovrano francese se lo stato se ne dovesse far carico. Su un solo punto sino a questo momento i due paesi hanno trovato un accordo per prevenire la diffusione del contagio ed è sulla ricapitalizzazione delle banche (108 miliardi di euro) e la cancellazione di una parte del debito della Grecia (circa il 50%). E, infine, un accordo su Berlusconi per costringerlo ad agire e seguire o lasciare il potere.
mercoledì 26 ottobre 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento