mercoledì 20 gennaio 2010

Obbligazioni. In vista corpose emissioni


Rispetto a una stabilità ultimamente confermata dalla BCE con un tasso di riferimento dell’1%, del tasso di rimunerazione dei fondi depositati dello 0,25% e dello 1,75% sui prelievi, nel mercato internazionale da oggi si affacciano gli Stati sovrani a caccia di capitali con emissioni corpose. Oggi è stata la volta dell’Italia con un Bond di 2.5 miliardi di dollari a 5 anni sindacato da un gruppo di banche con capofila Credit Suisse, Barclays e Citibank. Nei prossimi mesi altri paesi europei come la Germania e la Spagna si presenteranno sul mercato internazionale. Il ritorno in Italia di circa 95 miliardi di euro, più altri 30/40 previsti nei prossimi 6 mesi, quale effetto dello scudo fiscale, hanno rafforzato l’immagine della solidità del nostro paese. Alcuni nuovi elementi di valutazione si stanno facendo strada nel complesso lavoro delle società di rating. Ci sono variabili economiche, forse sottovalutate dai tecnici nel passato, quali debito/ricchezza in mano ai privati, compattezza sociale, fiducia nel governo in carica, che hanno un peso non indifferente nelle attese del pubblico e quindi offrono una disponibilità a investire in titoli del debito nazionale molto sostanziosa. La questione non è irrilevante in quanto 9 anni orsono la borghesia argentina pur possedendo ingenti capitali all’estero, nulla fece per evitare il default nazionale, rimpatriando i capitali detenuti all'estero, nonostante i sostanziosi tassi pagati dallo stato. Il rimpatrio dei 95 miliardi di Euro scudati entro dicembre 2009, danno indubbiamente un’immagine molto diversa della fiducia espressa dagli italiani nel proprio paese.

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