Alcuni paesi dell’Asia Orientale come il Giappone, La Cina, Hong-Kong e la Corea del Sud il 24 marzo daranno il via ad un nuovo Fondo anticrisi di 120 miliardi di dollari che servirà a creare nei paesi aderenti uno spazio d’intervento regionale autonomo rispetto allo stesso Fondo Monetario Internazionale. L’iniziativa progettata e discussa nel maggio 2000 a Chiang Mai in Thailandia finalmente vedrà il debutto. Il fondo avrà un’organizzazione molto leggera in quanto nel suo modo di operare prevede solo la possibilità di creare dei currency swap tra le banche centrali in casi di problemi di liquidità momentanea e per cifre predefinite. A questa paesi si associeranno con quote minori già predefinite nell’investimento e nelle disponibilità di prelievo, l’Indonesia, la Thailandia, la Malaysia, Singapore, Filippine e Vietnam. Si tratta di paesi che hanno tutti bilance di pagamento positive. Inoltre alcuni di questi paesi possiedono già Fondi sovrani che cercano di gestire gli esuberi monetari. La sola Cina ha riserve per 2.270 mld di dollari, e il totale di riserve valutarie da parte di questi paesi emergenti raggiunge l’iperbolica cifra di 3.878 miliardi di dollari. Da parte cinese già esiste la proposta di creare un fondo sovrano sopranazionale e di studiare una specie di nuovo piano tipo Marshall per i paesi in via di sviluppo.
venerdì 22 gennaio 2010
Nuovo Fondo nel Far East
Alcuni paesi dell’Asia Orientale come il Giappone, La Cina, Hong-Kong e la Corea del Sud il 24 marzo daranno il via ad un nuovo Fondo anticrisi di 120 miliardi di dollari che servirà a creare nei paesi aderenti uno spazio d’intervento regionale autonomo rispetto allo stesso Fondo Monetario Internazionale. L’iniziativa progettata e discussa nel maggio 2000 a Chiang Mai in Thailandia finalmente vedrà il debutto. Il fondo avrà un’organizzazione molto leggera in quanto nel suo modo di operare prevede solo la possibilità di creare dei currency swap tra le banche centrali in casi di problemi di liquidità momentanea e per cifre predefinite. A questa paesi si associeranno con quote minori già predefinite nell’investimento e nelle disponibilità di prelievo, l’Indonesia, la Thailandia, la Malaysia, Singapore, Filippine e Vietnam. Si tratta di paesi che hanno tutti bilance di pagamento positive. Inoltre alcuni di questi paesi possiedono già Fondi sovrani che cercano di gestire gli esuberi monetari. La sola Cina ha riserve per 2.270 mld di dollari, e il totale di riserve valutarie da parte di questi paesi emergenti raggiunge l’iperbolica cifra di 3.878 miliardi di dollari. Da parte cinese già esiste la proposta di creare un fondo sovrano sopranazionale e di studiare una specie di nuovo piano tipo Marshall per i paesi in via di sviluppo.
Pubblicato da economicamente alle 19:03
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