venerdì 31 dicembre 2010

In borsa e in economia l'oroscopo 2011 che vorremmo

In un paese pieno di miserie e nobiltà, come l’Italia, molte sono gli avvenimenti accaduti nel 2010, che ci auguriamo non vedere più nel 2011. Tra le miserie elencate, senza ordine di priorità, ci sono:
- l'esercito che spala l'immondizia di Napoli.
- la politica in lotta continua, dove le riforme per un paese che ancora deve entrare nel 3° millenio spesso sono soverchiate da lotte faziose o per l'arricchimento personale.
- una stampa che troppo spesso offre le faziosità di schieramento anzicchè informazioni.
Tra le nobiltà: - un paese che lavora con ingegno (siamo ai primi posti nel mondo per "fashion, nel design etc.) , che risparmia (siamo ai primi posti nel mondo per il risparmio privato) che esporta (nel settore manifatturiero siamo secondi, nella UE, solo alla Germania).
Con questo premesse le cose che gl'italiani vorrebbero avere nel 2011:
1°. Che in borsa il toro torni sul mercato, in realtà siamo già in una fase rialzista.
2°. Che l'alternativa-investimento del settore si sblocchi. Il driver principale dei fondi speculativi e fondi di private equity è stato la ricerca di rendimento. Con i mercati azionari in stasi, i tassi di interesse quasi a zero e i rendimenti obbligazionari ai minimi storici, oggi gli investitori sono alla disperata ricerca di qualsiasi tipo di ritorno significativo sul loro soldi. Nel prossimo anno, i tassi d'interesse saranno in aumento, e così sarà il rendimento dei titoli e restituirà equità.
3°. Che torni di moda un modello tedesco. In un mondo che cerca di capire come si può uscire da una crisi del debito, il modello della Renania e del suo capitalismo ritorni ad essere attraente. Tante imprese di medie dimensioni, con enormi competenze tecniche, un debito basso, forza lavoro qualificata ed esportazione di prodotti di nicchia. Entro la fine del 2011, ci aspettiamo che ogni capo esecutivo sul pianeta inizi a parlare seriamente su come sono alla ricerca di un modello di gestione alla tedesca.
4°. Che l'Islanda insegni al mondo una lezione. Due anni fa, tutti i governi del mondo, hanno sostenuto l'idea che si doveva salvare la banca nazionale. Se fossero crollati, sarebbero tornati subito all'età della pietra. Si è rivelato un paese capace di sfidare il consenso. L'Islanda non poteva permettersi di mantenere le sue banche andando in default. Che cosa è successo? C'è stato il dolore, certo, ma dal prossimo anno l'economia dovrebbe essere di nuovo in crescita, l'inflazione è sotto controllo e i tassi d'interesse stanno scendendo. Se Islanda continua a recuperare, una sola conclusione è possibile: Non è necessario dopo tutto salvare le banche.
5°. La Russia mette il turbo nella sua R del BRIC. Abbiamo sentito parlare molto sulla potenza economica emergente del Brasile, dell'India e della Cina. Molto meno si è sentito parlare della R del BRIC - Russia. Si tende a respingerla come sola fornitrice d materie prime e sottoposta ad un governo autoritario. Ma sta cercando di rifondarsi per ricreare se stessa come una potenza tecnologica, si guarda ai piani per creare una nuova Silicon Valley in Mosca sobborgo di Skolkovo. Non bisogna dimenticare che è stato il primo paese a mandare un uomo nello spazio. La Russia è sempre stata scientificamente avanzata. Ne risentiremo parlare.

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