Il capo del governo del principato, Klaus Tschütscher, dalla sua entrata in funzione, nel febbraio 2009, ha perseguito una politica di cooperazione internazionale in materia fiscale. Egli ha affermato in un'intervista pubblicata oggi dalla Reuters "Il Liechtenstein era un'oasi fiscale, oggi è un'oasi di stabilità" . Nella concorrenza tra le banche nel mercato finanziario oggi quelle del Principato del Liechtenstein sentono di potercela fare anche senza dover far capo al denaro degli evasori. Esse hanno buone carte da giocare sullo scenario internazionale, ne è convinto il capo del governo. Proprio la stabilità,politica ed economica, è la carta su cui ha puntato il piccolo stato per attirare capitali: finiti quindi i tempi in cui tutto ruotava intorno al segreto bancario. Vaduz intende fare a meno di modelli d'affari che servono ad aggirare le tasse: sono troppo rischiosi, continua il politico. Un ritorno a vecchie consuetudini è quindi escluso. Per il capo del governo il processo di trasformazione in atto potrebbe portare a un consolidamento nel ramo. "Si dovrà collaborare", sintetizza Tschütscher, che non esclude nemmeno che qualcosa possa muoversi fra i tre principali istituti, LGT Bank, Liechtensteinische Landesbank e VP Bank. Prioritaria, per il Principato, è ora una regolamentazione del denaro in nero che si trova in Liechtenstein da tempo. Un accordo con la Gran Bretagna c'è già, mentre per quanto riguarda Germania e Austria Vaduz vuole seguire le orme di Berna. E contatti sono in corso anche con Francia, Stati Uniti e Italia.
giovedì 24 maggio 2012
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