sabato 26 maggio 2012

All'UE occorre un salto federale

Mario Draghi, Presidente della BCE, ritiene che questo sia l'unico modo per rassicurare gli investitori sul futuro dell'euro. Sulla scia di un vertice europeo caratterizzato da un confronto tra Francia e Germania sugli Eurobond, il presidente della Bce ha invitato i leader della zona euro a prendere misure non convenzionali di politica monetaria. Quelle intraprese dalla BCE hanno permesso di risparmiare tempo ed evitare un collasso bancario che avrebbe avuto conseguenze più gravi sui livelli di produzione e disoccupazione", ha detto giovedì Draghi in un discorso all'Università La Sapienza di Roma. "Ma siamo arrivati al punto in cui il processo di integrazione europea ha bisogno di un coraggioso salto di immaginazione politica per sopravvivere. Stiamo vivendo un momento cruciale della storia dell'Unione", ha dichiarato parlando di fronte ad una sala gremita. "Abbiamo bisogno che i governi dei paesi membri dell'area dell'euro definiscano congiuntamente e in modo irreversibile una visione di quello che sarà la costruzione politica ed economica che sostiene la moneta unica", ha aggiunto. Nell'unione monetaria, non c'è bisogno di alcun bilancio comune, insiste Mario Draghi, ma di federalismo, come anche Jean-Claude Trichet al termine del suo mandato ha richiesto agli stati membri che si devono preparre ad una minore sovranità anche se oggi non sono ancora pronti. Con questa ipotesi federale in mente , un pò più tedesca che francese, Mario Draghi difende la necessità di una "crescita compatta" del prossimo "patto fiscale". "Non c'è crescita sostenibile senza conti pubblici in ordine," ha detto. Non promuovere la crescita aumentando il deficit, ma produrre "riforme strutturali" per aumentare la "flessibilità" e "correttezza". In attesa della nascita di questo ideale dell'Europa, dove l'integrazione delle politiche economiche sarebbe così forte da permettere storni di bilancio, la BCE è costretta ad agire come un capo dei vigili del fuoco che spegne fuochi che possono esplodere per pochi euro. Come hanno dimostrato i prestiti di emergenza per 4 miliardi di euro effettuati giovedì alle banche e 500 miliardi di euro netti anticipati sempre dalla BCE alle banche dell'area euro dall'inizio dell'anno."La pressione e il sostegno spagnolo, francese e italiano per la BCE possono fare di più", dice Juliana Caló, economista di Barclays Capital a Londra, "ma i tedeschi non vogliono che la BCE faccia troppo, e Mario Draghi si deve attenere ai trattati. Alla cena dei capi di Stato, l'operato di Mario Draghi non è stato messo direttamente in discussione. Ma gli appelli di Mariano Rajoy, primo ministro spagnolo, o di Francois Hollande erano abbastanza chiari. "Ci sono strumenti più veloci dei fondi comunitari o il MES, che entrerà in vigore a breve per risolvere i problemi di finanziamento e di liquidità", ha dichiarato pubblicamente Mariano Rajoy. Il presidente francese ha insistito, da parte sua, "su l'uso che potrebbe essere fatto del meccanismo europeo di stabilità (SPM), per essere utile alla ricapitalizzazione delle banche, in linea con la Banca centrale europea." Hollande, durante la sua campagna elettorale, è andato oltre, chiedendo il rimborso dei titoli di Stato direttamente alla BCE, "invece di passare attraverso le banche." Una linea rossa per i tedeschi.

0 commenti: