Secondo il quotidiano francese Le Monde, citando fonti dell'Elyseo, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel durante la loro riunione hanno chiamato a Cannes, il primo ministro greco Papandreou, domani pomeriggio prima dell'inizio del vertice del G-20. Il messassio che i leader europei hanno inviato al primo ministro greco è che si rifiuteranno di rinegoziare l'accordo per l'assistenza finanziaria alla Grecia e che gli aiuti di emergenza pari a 8 miliardi di euro saranno bloccati fino a quando Atene non avrà ratificato il suo impegno ad attuare gli adeguamenti necessari. Di fatto è stata la risposta all'annuncio del primo ministro greco, George Papandreou, d'indire un referendum sui termini del piano di salvataggio. All'incontro saranno inoltre presenti il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde e i rappresentanti delle istituzioni dell'UE, compreso Mario Draghi, neo-presidente della BCE. L'erogazione di 8 miliardi di euro, che corrisponde alla sesta tranche del piano di salvataggio, approvato in prima istanza nel maggio 2010, è ratificato il 21 ottobre dai ministri delle Finanze della zona euro, dopo diversi ritardi a causa della resistenza di Atene a realizzare i tagli richiesti era stato programmata per essere erogata a metà novembre. Dopo l'annuncio del referendum, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale hanno dichiarato "inimmaginabile" pagare per questi aiuti. La Francia ritiene che le autorità greche saranno senza fondi alla fine di dicembre e questa operazione sarà utilizzata per raddoppiare le pressione su Papandreou. Il messaggio è che se, come sembra si andrà avanti con i piani di consultazione, a tutto gas, i tempi di convocazione del referendum potranno essere anticipati al mese di gennaio o addirittura già a dicembre. I leader europei chiederanno al presidente greco se la questione per i cittadini greci sarà anche il desiderio di lasciare l'euro. Quindi, il problema non è una UE ora paralizzata incapace di risolvere i loro problemi, ma è di un paese che rifiuta l'uscita che gli viene offerta. "Non possiamo impedire ai Greci di suicidarsi", ha detto un diplomatico francese che non desidera essere citato.
mercoledì 2 novembre 2011
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