L'assenza di una soluzione radicale fa peggiorare ogni giorno di più la crisi della zona euro. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel che sarà pubblicato lunedì, l'effetto leva sperato dall'aumento della capacità del Fondo di soccorso dell'area dell'euro (EFSF) sarà inferiore al previsto, nonostante le attese del capo del Fondo Klaus Regling che si aspettava di ottenere una triplicazione delle risorse assegnategli. Secondo il giornale, che non cita le fonti, l'effetto leva originariamente previsto in un aumento di quattro volte o cinque volte la dotazione del fondo che doveva raccogliere 1.000 miliardi di €, non ci sarà. La ragione: secondo sempre il quotidiano tedesco Spiegel, la rinuncia di alcuni partecipanti, soprattutto di paesi asiatici, che avevano espresso la volontà di partecipare, ma che in questi mesi hanno ritirato la loro disponibilità, perchè accusano il Fondo di non gestire bene le proprie risorse. Il Fondo europeo di stabilità finanziaria era stato creato nella primavera del 2010, con le garanzie degli Stati membri con facoltà di prestare fino a 440 miliardi di euro ai paesi in crisi di liquidità. Secondo le informazioni pubblicate, oggi domenica 27 novembre, dal quotidiano tedesco Welt am Sonntag, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy stanno prendendo in considerazione l'implementazione di un nuovo patto di stabilità sia pure limitato a pochi paesi della zona euro, Italia compresa. Secondo il quotidiano, che si basa su fonti governative, i due leader vogliono implementare rapidamente un nuovo accordo esclusivo tra Francia, Germania e alcuni paesi sul modello dell'accordo di Schengen sulla circolazione delle persone che attualmente comprende 10 dei 27 paesi aderenti all' UE. Parigi e Berlino presenteranno proposte in tal senso durante la prossima settimana e comunque prima del vertice UE del 9 dicembre e vogliono che Roma si unisca all'accordo fin dall'inizio, riferiscono le fonti. Il patto di stabilità impegna gli attuali 17 paesi della zona euro a limitare il deficit di bilancio al 3% del PIL e il debito al 60% del PIL.
domenica 27 novembre 2011
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