Nonostante il calo dello 0,25% che la BCE ha praticato all'inizio di novembre la mancanza di liquidità delle banche comprese quelle italiane sta soffocando sia il settore dei mutui immobiliari che quello dei prestiti all'industria. La cosa positiva è che il tasso d'intervento praticato dalla BCE ha bloccato l'Euribor che altrimenti sarebbe salito alle stelle. È evidente che a questi tassi è difficile prestare soldi e sostenere l'economia. Se fosse rappresentato solo dalle banche italiane l'indice Euribor (che esprime il tasso medio a cui un circuito di 44 banche europee si presta denaro) sarebbe pertanto molto più elevato dei valori attuali. Ciò vuol dire che le altre 41 banche (escluse appunto le italiane che fanno parte del circuito, cioè UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banca Mps) si prestano soldi a condizioni più ragionevoli beneficiando di un rischio-Paese più ridotto rispetto a quello che attualmente incombe sull'Italia. Tre sono gli elementi che mettono in evidenza la mancanza di liquidità delle banche e i riflessi sul mercato retail, dai mutui ai conti correnti deposito:
a) Secondo l'Assofin,l'Associazione che esprime l'80% del mercato immobiliare e del credito al consumo, a settembre le erogazioni di mutui sono crollate del 25% rispetto allo stesso periodo del 2010. La cartina di tornasole sta nella notizia (barometro Crif) che a ottobre la domanda di mutui è calata, anno su anno, del 33%, dopo il -25% di settembre.
b) Alcune banche ricordano ai propri clienti che coloro che hanno contratto un mutuo dopo il 2007 non pagano alcuna penale per rimborsi parziali anticipati o in caso di estinzione totale anticipata. Per coloro che hanno contratto il mutuo in tempi precedenti le penali sono state fortemente ridotte, legge Bersani del 2007 . Sembra quasi che le banche che hanno erogati i mutui oggi suggeriscano ai mutuatari di ritornare i capitali prestati.
c) Ci sono molte offerte allettanti su conti-deposito. Alcune sono offerte promozionali per attirare nuovi clienti, ma altre sono vere e proprie offerte d'investimento con tassi superiore al 4%, con o senza vincoli temporali, cioè quasi tre volte il costo del denaro presso la Bce (1,25%).
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