Questi giorni vedono ancora come tema principale quello del futuro della crisi del debito, con un focus particolare sui prossimi passi dell’Italia. Se da un lato si moltiplicano i moniti e gli "downgrading" delle agenzie di rating per stati sovrani e banche, dall’altro emerge la possibilità di nuovi interventi da parte delle autorità internazionali a sostegno dei paesi più in difficoltà. Oggi dalle riunioni dell’Eurogruppo e dell’Ecofin potrebbe già arrivare il via libera per l’erogazione del prestito alla Grecia di 8 miliardi di €, il FMI è al lavoro per un piano d’aiuti per Roma del valore di 330 miliardi di euro, nel caso il costo del debito pubblico dovesse raggiungere livelli insostenibili. Dai funzionari del Fondo giungono solo "no comments" in merito, i tecnici sarebbero al lavoro su un pacchetto che garantirebbe all’Italia un prestito a un tasso compreso tra il 4 e il 5%, che permetterebbe al Tesoro italiano di non ricorrere al finanziamento sui mercati per i prossimi 18 mesi. Nel frattempo i leader europei continuano a lavorare su un nuovo progetto che promuova un maggior grado di unificazione fiscale tra i paesi dell’Unione Europea, introducendo un nuovo sistema di governo dell'economia e ridefinendo il ruolo del fondo salva-stati che comunque sarebbe incrementato dal 1 gennaio 2012. Oggi imercati sono incerti, con l'apertura delle Borse europee in lieve calo, nonostante l'ottimismo di Asia e Pacifico, ed il recupero, piuttosto cauto, verso metà giornata. Gli occhi degli investitori sono puntati su Bruxelles, dove l'Ecofin affronta le diverse questioni relative alla crisi del debito sovrano: dal caso Italia, con l'esame delle misure predisposte dal governo Monti, al nodo del fondo salva-Stati (Efsf) e degli eurobond, su cui pesano i "niet" della Germania.
mercoledì 30 novembre 2011
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