Angela Merkel e David Cameron si riuniranno venerdì per affrontare la crisi dell'eurozona e le tensioni tra Germania e Gran Bretagna su come gestirla. Il leader parlamentare della Unione Cristiano-Democratica, ha dichiarato: "La Gran Bretagna ha la responsabilità di frenare l'Europa verso un successo". Volker Kauder, in occasione della conferenza CDU a Lipsia, ha dichiarato: "Posso capire che i britannici non vogliono che le operazioni fiscali, quando generano quasi il 30% del loro PIL nella gestione finanziaria sul mercato di Londra siano tassate a favore della EU. Gli inglesi hanno una difficoltà ad andare contro i propri interessi e per questo si rifiutano di contribuire al successo del progetto Europa. L'imposta sulle operazioni compravendita di azioni e scambi - altrimenti nota come Tobin tax o Robin Hood tax - è stata sostenuta dai Francesi, dagli Italiani ed oggi anche dai Tedeschi. Ma la Gran Bretagna ha intenzione di resistere alla sua attuazione qualora questa tassa non sia accettata dagli Stati Uniti e delle altre principali economie. Alla domanda sulle osservazioni Kauder, il portavoce del primo ministro ha dichiarato: "Chiaramente ci sarà un dibattito sull'Europa e la forma che l'Europa nelle prossimi settimane, mesi o anni dovrà assumere, è indubbio che la crisi significa che dobbiamo concentrarci sull'economia. I paesi dovranno avere piani credibili per affrontare i loro debiti e il loro deficit senza dimenticare i problemi strutturali dei paesi europei." Nelle osservazioni che faranno ulteriormente infiammare gli euroscettici Tory, Kauder ha anche sostenuto che l'Europa ormai abbraccia le soluzioni della crisi puntando su una più dura disciplina fiscale per i paesi indebitati. "Ora tutto ad un tratto, l'Europa è di lingua tedesca", ha detto. "Non come un linguaggio, ma nella sua accettazione degli strumenti per i quali Angela Merkel ha combattuto così duramente, e con successo alla fine."La crisi nella zona euro sta spingendo la Germania a redigere piani possibilmente di vasta portata per il cambiamento dei trattati dell'UE che potrebbero costringere Cameron a chiedere concessioni in cambio. Questo processo potrebbe a sua volta, far aumentare le tensioni fra conservatori e liberal-democratici in Europa. Nel suo discorso annuale di politica estera durante un banchetto a Londra lunedì, Cameron ha detto che la crisi ha fornito l'occasione all'UE di ripensare il suo scopo, le sue regole e di rimodellarsi come una unione più libera. Martedì il vice primo ministro, Nick Clegg, ha esortato i leader europei a non scomparire in una "stanza senza finestre" per discutere i cambiamenti istituzionali. L'idea che si possa semplicemente salire sull' Eurostar, andare a Bruxelles e tornare con una valigetta di poteri semplicemente non è fattibile, Clegg ha dichiarato, meglio concentrarsi su "questioni che contano". Dati della Commissione europea rilasciati martedì hanno mostrato una crescita economica tra luglio e settembre di soli 0,2% sia nella zona euro delle 17 nazioni che nei 27 paesi dell'UE. La maggior parte della crescita è avvenuta in Germania e in Francia. Soltanto Grecia, Portogallo e Cipro sono cresciuti più lentamente della Gran Bretagna nell'ultimo anno. La zona euro è cresciuta del 1,4% rispetto allo scorso anno, in confronto alllo 0,5% del Regno Unito. Le cifre indicano che la disoccupazione giovanile nel Regno Unito è salita ad oltre 1 milione di persone secondo i dati pubblicati oggi. Il segretario al lavoro, Vince Cable, cercherà di sedare la tempesta politica, annunciando un incentivo fino a 1.500 £ a persona per le aziende con 50 dipendenti o meno se assomono apprendisti di età compresa tra 16-24 anni. Nel lavoro giovanile la disoccupazione è aumentata del 93% rispetto all'anno delle elezioni politiche. Ci sono segni in aumento che la crisi del debito sovrano europeo ormai si sta diffondendo in tutta Europa, compresa Francia, Spagna , i rendimenti dei titoli del Belgio sono aumentati in maniera significativa, anche l'Austria e l'Olanda incominciano a sentire il tiro incrociato della speculazione. Per non parlare dei tassi in Italia dei titoli a 10 anni che sono tornati sopra il livello critico del 7%. Ma le ragioni più profonde di questi problemi sembrano essere altre e più complesse. Era molto facile e troppo comodo scaricare la crisi dell'euro prima sulle deboli spalle della Grecia, un colpevole perfetto con i suoi conti truccati, deficit e debito alle stelle, evasione fiscale generalizzata, Stato più o meno inesistente. E poi sulle spalle grosse dell'Italia, la terza economia dell'area latitante più sulle riforme strutturali che sulla disciplina finanziaria. Da una parte incompetenza, errori, egoismi nazionali e miopie collettive a poco a poco sono riusciti infatti a trasformare una crisi periferica minore nella crisi esistenziale dell'euro. Dall'altra le forze economiche inglesi e americane che non hanno gradito molto il fatto che negli ultimi anni l'euro sia entrato di forza nelle riserve delle banche centrali di tutto il mondo, erodendo fortemente la posizione del dollaro in primis, sterline e yen dopo.
mercoledì 16 novembre 2011
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