La scorsa fine settimana il presidente dell’Eurogruppo Junker ha annunciato il raggiungimento di un accordo per un nuovo prestito alla Grecia di circa 70 miliardi di € provenienti da EFSF e FMI). I funzionari del FMI hanno garantito, sotto condizioni, l’erogazione entro luglio della quinta tranche dell’attuale piano di aiuti, ora le pressioni sembrano destinate a spostarsi da Atene a Bruxelles. Non sono chiari, infatti, il grado e le modalità di partecipazione del settore privato al rifinanziamento del debito greco; non pare infatti di facile risoluzione il conflitto sorto tra BCE e funzionari tedeschi. Questi ultimi, infatti, vorrebbero fornire incentivi agli investitori privati per convincerli a scambiare i titoli greci in loro possesso con altri bond con scadenze più lunghe; i rappresentanti della BCE invece sarebbero disposti ad accettare solo una forma di rifinanziamento a scadenza del debito in mano ai privati. L’intento che certamente i due schieramenti condividono è quello di attuare una ridefinizione del profilo di debito greco che eviti che si configuri una condizione di default secondo le agenzie di rating; in merito venerdì Standard & Poor’s ha emesso una nota nella quale ha esposto la propria metodologia di valutazione, evidenziando come uno scambio del debito greco su base volontaria sarebbe valutato alla stregua di un fallimento, se i creditori dovessero ricevere condizioni peggiori rispetto a quelle offerte dal mercato secondario. Questo mese di giugno dunque sarà cruciale per il raggiungimento di un accordo tra le Autorità politiche europee, che dovranno discutere il nuovo pacchetto di aiuti. D'altra parte l’esecutivo di Atene sarà impegnato a cercare l’approvazione dell’opposizione su un nuovo piano di austerità necessario per assicurarsi il pagamento della quinta tranche del prestito da parte del Fondo Monetario Internazionale.
mercoledì 8 giugno 2011
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