lunedì 20 giugno 2011

La Spagna e il suo deficit

Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, a margine dei lavori dell'Ecofin di oggi in Lussemburgo ha dichiarato che i 27 ministri delle finanze hanno raggiunto l'accordo sulla messa a regime permanente del fondo europei anti crisi, o salva-Stati, che avrà una capacità di erogare prestiti da 500 miliardi di euro, mentre a livello dell'area euro è stato deciso di rinviare l'effettivo versamento di una nuova tranche di aiuti alla Grecia, a dopo che il parlamento greco avrà approvato le misure di austerità supplementari richieste in contropartita. Secondo uno studio della società "Ernst & Young" intitolato "Eurozona Previsione" (EEF), l'accordo raggiunto tra i governi europei e la BCE sono elaborati in previsione che il Pil della zona euro crescerà solo del 2% quest'anno e del 6% il prossimo. Così, lo studio rileva che un pacchetto di salvataggio per il paese ellenico ulteriore sarebbe solo un 'sollievo a breve termine'. Tuttavia, riconosce che una ristrutturazione moderata e ordinata del debito darebbe un 'sollievo' alla Grecia ed eviterebbe l'incertezza e il 'caos' nel settore finanziario della zona euro. Allo stesso modo, le previsioni di crescita di altri paesi europei tra cui Germania (+3,5%), Finlandia (+4,1%) e Olanda (+2,2%), possono essere considerate opportunità per le aziende che vogliono aumentare il loro fatturato quest'anno. Sempre secondo questo studio, la Spagna sarà il prossimo stato sovrano che andrà incontro a difficoltà non riuscendo a raggiungere l'obiettivo di disavanzo del 6%. L'economia spagnola crescerà dello 0,7% quest'anno e 1,2% nel 2012, una prospettiva debole che rende improbabile una svolta per un necessario processo di aggiustamento fiscale, sempre secondo lo studio di Ernst & Young "Eurozona Previsione" (EEF). Per quanto riguarda il deficit, la EEF ritiene che questo elemento si ridurrà al 6,6% quest'anno (sei punti in più rispetto alle previsioni del governo), ma chiarisce che le previsioni dipenderanno dall'assenza di incertezze politiche, dalla possibilità di far emergere il deficit delle amministrazioni locali e regionali e dalla lentezza delle riforme da attuare. Tuttavia, lo studio indica che, nonostante il buon andamento delle esportazioni e della spesa pubblica, altri indicatori quali gl'investimenti hanno prospettive più difficili sul lungo termine, per cui ci si aspetta di andare incontro al quarto anno consecutivo di ribassi, in calo del 4,5% nel 2011, con prospettive di una crescita del 1,6%, per il prossimo anno. Per quanto riguarda la disoccupazione quest'anno raggiungerà il suo massimo del 20,5%, con stime migliori per il 2012 con un abbassamento fino al 19,9%. L'inflazione sarà di circa il 3,3% alla fine dell'anno, e i consumi avranno una crescita limitata allo 0,1% quest'anno, per risalire allo 0,6% l'anno prossimo.

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