La debolezza del dollaro è dovuta alla non brillante situazione dell’economia USA. Le stime sulla crescita per il terzo trimestre sono state riviste al ribasso da 3.2% - 3.7% a 3% - 3.5%, e la disoccupazione vista come ancora molto alta, ma soprattutto abbastanza stabile, fa da sfondo al trend rialzista dell’Euro. Ieri si sono aggiunti altri dati poco rassicuranti. Le rilevazioni che destano piu' preoccupazione sono state i prezzi alla produzione industriale, usciti peggio delle aspettative gia' non rosee del mercato, che vedevano comunque una discesa dello 0.1% (-0.5% il valore rilevato per il mese di giugno) e le aspettative sull'attivita' manifatturiera, dipinte dai manufacturing executives di New York, per il mese di luglio crollate a 5.08 dal precedente 19.57 e dal previsto 18.00. Questa rilevazione e' stata seguita a ruota del Philly Fed uscito a 5.1 contro previsioni di 10.00. Questi dati insieme alla performance negativa di alcuni titoli finanziari hanno sostenuto una nuova risalita dell'euro nei confronti del dollaro americano, anche se prima della chiusura le quotazioni sono riuscite a risollevare la testa, dopo la notizia che la riforma del sistema finanziario americano era stata approvata dal Senato con 60 voti a favore e 39 contrari. Oggi, si rincomincia proprio dall'eurodollaro che, alla fine, è riuscito a rompere a rialzo il livello di resistenza di 1.27-1.2730 portandosi anche a quota 1,29. La medesima debolezza del dollaro contro l'euro e' stata vista nei confronti dello yen. Saltato in questo caso il supporto di 88.25 i prezzi sono giunti all'importante livello di supporto di 87. Non è per nulla un livello casuale, infatti è la terza giornata, da inizio luglio, che i prezzi si fermano esattamente su questo supporto. Anche il cambio Eur/Chf si è mantenuto stabile vicino ai massimi di 1.3470, ma si attende la rottura definitiva del massimo a 1.3490, di due giorni fa, per un'ulteriore risalita del cambio. Terminiamo anche oggi con il cambio Usd/Chf, facendo notare come anche l'ultimo livello di supporto considerato importante, 1.05, sia stato oltrepassato ieri senza indugi. Questo potrebbe condurre ad un nuovo, ulteriore, deprezzamento del dollaro, sino ai successivi 1.0350 e 1.0130.
venerdì 16 luglio 2010
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