I dati economici resi noti nelle ultime settimane negli USA fanno temere che l’economia americana si stia avviando verso un’attenuazione della crescita economica, addirittura con il rischio di una nuova recessione. I segnali di un possibile rallentamento non hanno lasciato indifferente neanche le Autorità monetarie statunitensi, che nei verbali dell’incontro del 23 giugno scorso, ma anche nella testimonianza del Presidente della Fed, Ben Bernanke, al Congresso, hanno segnalato che un eventuale rallentamento dell’economia sarebbe accompagnato da nuovi stimoli monetari da parte della Fed. Alla prova dei fatti, questa settimana sarà reso noto il dato del 2° trimestre 2010 relativo al PIL statunitense. Le previsioni in media indicano una crescita economica riferita all’anno, pari al 2,5%, dal 2,7% del 1° trimestre. Per i consumi privati si attende un rallentamento al 2,3% dal 3% del 1° trimestre 2010. A meno di una netta inversione di tendenza nel 3° trimestre o di un dato particolarmente peggiore delle attese nel 2° trimestre, le stime finora disponibili sembrano confermare che la crescita economica americana resta buona, soprattutto se paragonata a quella più modesta che caratterizza l’Europa (1,1% la previsione media per il 2010).
Una forte preoccupazione proviene invece dal settore bancario. Secondo la Federal Deposit Insurance Corporation sono 17 le banche fallite nel solo mese di luglio. Nell'ultimo fine settimana hanno chiuso i battenti ben 7 banche. Le autorità statunitensi hanno imposto la chiusura dei battenti a 103 istituti di credito dall'inizio del 2010. Le 7 banche che hanno chiuso i battenti il 23 luglio, distribuite in 7 stati diversi dell’Unione, sono:
- Sterling Bank di Lantana (Florida),
Una forte preoccupazione proviene invece dal settore bancario. Secondo la Federal Deposit Insurance Corporation sono 17 le banche fallite nel solo mese di luglio. Nell'ultimo fine settimana hanno chiuso i battenti ben 7 banche. Le autorità statunitensi hanno imposto la chiusura dei battenti a 103 istituti di credito dall'inizio del 2010. Le 7 banche che hanno chiuso i battenti il 23 luglio, distribuite in 7 stati diversi dell’Unione, sono:
- Sterling Bank di Lantana (Florida),
- Crescent Bank and Trust Company di Jasper (Georgia),
- Williamsburg First National Bank di Kingstree, (Carolina del Sud),
- Thunder Bank di Sylvan Grove (Kansas),
- Community Security Bank di New Prague (Minnesota),
- Home Valley Bank di Cave Junction (Oregon),
- Southwest USA Bank di Las Vegas (Nevada).
Tali banche complessivamente disponevano di depositi per un ammontare pari a 2 miliardi di dollari ed il loro fallimento costerà all’organismo che negli USA garantisce i correntisti, in caso di fallimenti bancari , la Federal Deposit Insurance Corporation, circa 431 milioni di dollari. Ci sono motivi per ritenere che il numero di banche che andranno in default quest'anno sia ancora sostenuto, a tal punto che probabilmente il 2010 vedrà un numero di fallimenti bancari addirittura superiore a quello del 2009, quando si registrarono ben 140 chiusure di istituti di credito. Infatti gli ultimi dati parlano chiaro: nello scorso mese di maggio il tasso di banche in difficoltà è cresciuto nei primi tre mesi dell’anno del 10,4%.
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