28/04/2010
Europa. La fiducia dei consumatori nella zona euro è migliorata in aprile a -15,2 da -17,3 di marzo, secondo la Commissione Europea. Gli ordinativi al settore industriale dei 16 paesi euro hanno mostrato a febbraio un aumento dell'1,5% su gennaio e un incremento del 12,2% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Il tasso di disoccupazione rimane stabile al 10%.
Germania, il tasso di disoccupazione è stimato all’8,0%. La Volkswagen, ha registrato vendite in aumento del 25%, grazie soprattutto al contributo del mercato cinese. Il governo tedesco apre al prestito alla Grecia per 8,5 miliardi nel 2010,e per altre somme da concordare per il 2011 e 2012.
Italia. Quasi consumati gl’incentivi per le due ruote. Non si temono riflessi sui BTP dallo tsunami ellenico.
Francia. Positivi i risultati nel settore automobilistico, in particolare di Peugeot (fatturato in crescita del 27,5%).
Islanda. Moody's migliora l'outlook dell'Islanda portandolo a Stabile da Negativo; il cambiamento di outlook deriva dal miglioramento della situazione di liquidità dell'Islanda grazie al ripristino dei finanziamenti del FMI e dei Governi Scandinavi. Moody's aveva abbassato l'outlook lo scorso 6 aprile (il rating del paese è BAA3.
Grecia. L’abbassamento del rating di S & P e di Moody’s che hanno fatto precipitare il rating del debito pubblico a debito spazzatura ha aggravato la situazione. A questo abbassamento si aggiungono, la revisione al rialzo delle stime di Eurostat sul rapporto deficit/PIL 2009 al 13,6%, dal precedente 12,7%, non escludendo ulteriori revisioni al rialzo.
Spagna. S&P ha declassato il rating da “AA+” ad AA con outlook negativo.
USA. La riunione della Fed odierna ha confermato i tassi allo 0,25%. Significativi i dati sull’immobiliare statunitense, con le vendite di marzo relative alle case nuove ed esistenti in rialzo rispetto al mese precedente e alle attese di mercato
Giappone. C’è attesa per la riunione della Banca del Giappone venerdì 30 aprile;i tassi dovrebbero rimanere invariati nel solito range 0,0-0,10%.
Chi Paga?
A questo punto qualche valutazione va fatta per i danni economici che questi attacchi all'Euro e ad un paese dell'Eurozona hanno provocato e per l'impegno economico previsto per i prossimi 3 anni per un valore di circa 100 miliardi di €. Il pressing della BCE, del FMI sulla Germania e la cautela della Germania stessa ad aprire i cordoni della borsa, in presenza di conti statali ellenici non molto chiari, impongono a Bruxelles un approccio più efficace ed efficiente nel controllo dei bilanci degli stati facenti parte dell’Eurozona, creando quegli strumenti che ora non ci sono. Come si è potuto constatare i mercati e la speculazione non aspettano i tempi lunghi della politica. Qualche perplessità si è avuta per la sincronizzazione dei tempi fra attacchi della speculazione internazionale agli stati cosiddetti periferici della UE e l’abbassamento dei rating. Comunque la debolezza degli stati esisteva ed esiste. Alcuni segmenti di PIL nazionali gonfiati, (es.: settore immobiliare) alla fine non pagano. Non basta pensare che è augurabile una maggiore cautela e un maggiore controllo. E’ giunta l’ora che la UE si doti di quei strumenti che le consentano di fare dei grossi passi in avanti sul cammino dell’Unione.
Europa. La fiducia dei consumatori nella zona euro è migliorata in aprile a -15,2 da -17,3 di marzo, secondo la Commissione Europea. Gli ordinativi al settore industriale dei 16 paesi euro hanno mostrato a febbraio un aumento dell'1,5% su gennaio e un incremento del 12,2% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Il tasso di disoccupazione rimane stabile al 10%.
Germania, il tasso di disoccupazione è stimato all’8,0%. La Volkswagen, ha registrato vendite in aumento del 25%, grazie soprattutto al contributo del mercato cinese. Il governo tedesco apre al prestito alla Grecia per 8,5 miliardi nel 2010,e per altre somme da concordare per il 2011 e 2012.
Italia. Quasi consumati gl’incentivi per le due ruote. Non si temono riflessi sui BTP dallo tsunami ellenico.
Francia. Positivi i risultati nel settore automobilistico, in particolare di Peugeot (fatturato in crescita del 27,5%).
Islanda. Moody's migliora l'outlook dell'Islanda portandolo a Stabile da Negativo; il cambiamento di outlook deriva dal miglioramento della situazione di liquidità dell'Islanda grazie al ripristino dei finanziamenti del FMI e dei Governi Scandinavi. Moody's aveva abbassato l'outlook lo scorso 6 aprile (il rating del paese è BAA3.
Grecia. L’abbassamento del rating di S & P e di Moody’s che hanno fatto precipitare il rating del debito pubblico a debito spazzatura ha aggravato la situazione. A questo abbassamento si aggiungono, la revisione al rialzo delle stime di Eurostat sul rapporto deficit/PIL 2009 al 13,6%, dal precedente 12,7%, non escludendo ulteriori revisioni al rialzo.
Spagna. S&P ha declassato il rating da “AA+” ad AA con outlook negativo.
USA. La riunione della Fed odierna ha confermato i tassi allo 0,25%. Significativi i dati sull’immobiliare statunitense, con le vendite di marzo relative alle case nuove ed esistenti in rialzo rispetto al mese precedente e alle attese di mercato
Giappone. C’è attesa per la riunione della Banca del Giappone venerdì 30 aprile;i tassi dovrebbero rimanere invariati nel solito range 0,0-0,10%.
Chi Paga?
A questo punto qualche valutazione va fatta per i danni economici che questi attacchi all'Euro e ad un paese dell'Eurozona hanno provocato e per l'impegno economico previsto per i prossimi 3 anni per un valore di circa 100 miliardi di €. Il pressing della BCE, del FMI sulla Germania e la cautela della Germania stessa ad aprire i cordoni della borsa, in presenza di conti statali ellenici non molto chiari, impongono a Bruxelles un approccio più efficace ed efficiente nel controllo dei bilanci degli stati facenti parte dell’Eurozona, creando quegli strumenti che ora non ci sono. Come si è potuto constatare i mercati e la speculazione non aspettano i tempi lunghi della politica. Qualche perplessità si è avuta per la sincronizzazione dei tempi fra attacchi della speculazione internazionale agli stati cosiddetti periferici della UE e l’abbassamento dei rating. Comunque la debolezza degli stati esisteva ed esiste. Alcuni segmenti di PIL nazionali gonfiati, (es.: settore immobiliare) alla fine non pagano. Non basta pensare che è augurabile una maggiore cautela e un maggiore controllo. E’ giunta l’ora che la UE si doti di quei strumenti che le consentano di fare dei grossi passi in avanti sul cammino dell’Unione.
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