Europa. La settimana che si apre, vede il tasso di disoccupazione di febbraio, a 10% dal precedente 9,9%. Secondo la stima flash della Commissione Europea, l'indice di fiducia dei consumatori in marzo per la zona euro si è attestato a -17,2 da -17,4 di febbraio. Per i 27 paesi dell'intera Unione Europea l'indice è a -13,8 da -13,5. Gli ordinativi al settore industriale dei sedici paesi dell’euro hanno mostrato a gennaio una flessione del 2,0% su dicembre e un incremento del 7,0% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Lo riferisce l'istituto di statistica comunitario Eurostat.
Germania. L’indice IFO ha sorpreso positivamente attestandosi a 98,1 e superando le stime che indicavano 95,8. L’indice ha quindi recuperato la flessione del mese scorso dovuta probabilmente al clima eccezionalmente rigido.
Italia. La settimana di dati in Italia prevede le statistiche PMI Manifatturiero di marzo, atteso a 52,6 dal precedente 51,6. E’ presumibile un rallentamento di dati nella parte economica, sia per le feste pasquali, sia per l’attesa di conoscere meglio le riforme economiche al vaglio del Governo.
USA. Prospettive migliori nel mercato del lavoro USA che a differenza dei due mesi precedenti, per marzo vedono un aumento dell’occupazione mensile di 190 mila unità, segnalando l’avvio di una ripresa della creazione di posti di lavoro. In realtà, parte di tale aumento sarebbe in ogni caso attribuibile alle assunzioni pubbliche legate all’avvio del censimento, stimate pari a 150 mila circa per il mese di marzo e superiori al milione per il 2° trimestre 2010. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate a 442 mila unità per la settimana scorsa, ad un livello inferiore rispetto al dato precedente, che si era attestato attorno alle 456 mila unità, potranno avere un effetto favorevole sull’economia per la conseguente maggiore spesa per consumi che un maggior numero di lavoratori retribuiti determina. Oltre che sull’economia americana, quest’aumento dei consumi potrebbe riflettersi favorevolmente anche sull’economia europea, le cui merci saranno progressivamente più competitive anche grazie al recente significativo indebolimento della valuta europea. Il dato sul PIL del 4° trimestre 2009 è stato rivisto al ribasso al 5,7%. La fiducia delle famiglie rilevata dall’Università del Michigan a marzo è stata rivista marginalmente verso l’alto a 73,6 dal 72,5 della lettura precedente. L'indice redatto dalla Federal Reserve di Chicago sull'attività nazionale ha mostrato a febbraio una contrazione a -0,64 dopo il -0,04 rivisto di gennaio. La media mobile a tre mesi è passata il mese scorso a -0,39 da -0,13 di gennaio. Le vendite di case nuove a febbraio sono diminuite a 308 mila unità, da 315 mila di gennaio. Il dato complessivo sugli ordini di beni durevoli in febbraio ha segnato +0,5% (atteso +0,6%), in rallentamento rispetto alla crescita del mese precedente pari a +3,9%
Mercati azionari. Continuano a mostrare forza, anche se il livello elevato dei debiti pubblici resta una criticità di rilievo e le tensioni sui paesi periferici (Pigs) europei continuano a tenere la moneta unica sotto pressione. A tal riguardo, alle incertezze relative alla posizione della Grecia si è aggiunto anche l’abbassamento del rating da parte di Fitch sul Portogallo. Inoltre, il Fondo Monetario Internazionale ha ribadito nuovamente come le elevate posizioni debitorie pubbliche possano incidere negativamente sulla crescita economica.
Valute. Settimana sul mercato delle valute che si chiude col recupero dell'euro contro il paniere delle principali valute e contro il dollaro (1,3380) dopo il raggiungimento del minimo a 10 mesi a 1,3268. La questione greca va risolvendosi attraverso il varo del piano congiunto fra Europa e Fondo Monetario Internazionale attraverso prestiti bilaterali, volontari e coordinati, ma solo se la Grecia sarà nell’impossibilità di approvvigionarsi sul mercato dei capitali. Lo scenario sembra
rasserenarsi e anche la volatilità sull'euro dovrebbe ridursi, visti i picchi toccati nelle scorse settimane. L'idea resta quella di un cambio euro/dollaro stabile nell'intervallo 1,3250-1,36 nel breve/medio periodo. Si segnala nell’area della sterlina la pubblicazione delle vendite al dettaglio di febbraio, migliori delle attese, ma che subiscono una pesante revisione al ribasso del dato di gennaio; la valuta si è rafforzata sulla pubblicazione della statistica per poi tornare sui livelli soliti in area 0,90 contro euro e 1,49 contro dollaro, lasciando di fatto invariato l’attuale trend di debolezza, che si riconferma anche nel breve/medio periodo. Il Giappone soffre di deflazione e la stessa BoJ, nelle ultime dichiarazioni, sottolinea come tale fenomeno stia cominciando a influenzare la percezione dei cittadini sui movimenti futuri dei prezzi e questo possa rendere ancora più difficile l'uscita del paese dallo scenario deflazionistico. A dimostrazione di ciò il dato in calo dell'indice dei prezzi al consumo in Giappone nel mese di febbraio. La flessione mensile è stata dello 0,1%, con un calo tendenziale dell’1,1%, in linea con le attese del mercato.
Commodity. Il WTI resta sotto gli 81 dollari al barile, ma sulla settimana ha pesato il movimento del dollaro più che i fondamentali relativi alla domanda di energia espressa dal ciclo economico mondiale. Tutti i comparti beneficiano delle dichiarazioni cinesi in merito alla garanzia di offerta di moneta e credito stabili nel 2010 per realizzare un appropriato allentamento monetario da parte della Banca Centrale cinese. La Cina proverà, cioè, ad incanalare il credito bancario in settori chiave al fine di mantenere un certo equilibrio tra inflazione e crescita.
L'Energia chiude la settimana in calo a -1,8%, influenzata in modo non univoco dal dato sulle scorte di greggio negli Stati Uniti, che sono aumentate di 7,3 milioni di barili (la scorsa settimana), come comunicato dall'Energy Information Administration (EIA); le attese erano per un +1,5 milioni di barili. Al contrario, però, le riserve di distillati sono calate di 2,4 e scorte di benzina sono scese di 2,7 milioni di barili, contro una previsione di riduzione di 1,3 milioni.
I Metalli Industriali archiviano la settimana con una performance di +0,4%; ancora una volta i singoli metalli beneficiano delle intenzioni della Cina in termini di politiche fiscali e di gestione del ciclo economico, oltre alle notizie sull'India che si candida a contendere il ruolo di leader alla Cina nella domanda di Metalli Industriali e di Energia, così come la rivalutazione auspicata dello yuan cinese, che potrebbe dare ulteriore spinta al rialzo delle materie prime. Positiva anche la performance dei Metalli Preziosi (+0,2%) mentre gli Agricoli registrano un pesante -3,3%.
Tassi. La scorsa settimana i mercati hanno risentito della profonda incertezza che ha animato la discussione dei leader europei, prima dell’accordo raggiunto durante la riunione del Consiglio Europeo. L’Argentina, impegnata da tempo nel tentativo di rientrare sui mercati internazionali dei capitali, ha ottenuto nella settimana appena trascorsa, l’autorizzazione dalla SEC (Securitites and Exchange Commission) per l’offerta di scambio pari a 20 miliardi di dollari di vecchie obbligazioni in nuovi titoli obbligazionari. Lo ha dichiarato il Segretario alle Finanze Hernan Lorenzino. Dopo questa prima approvazione, l’Argentina ha depositato in Consob il prospetto per la nuova offerta di scambio. L’offerta resterebbe comunque condizionata al successo di un’emissione parallela di obbligazioni global con scadenza 2017, di ammontare non inferiore a un miliardo di dollari USA, non rivolta però alla clientela italiana. Il prospetto non ha indicato ancora la data di inizio dell'offerta e il periodo di adesione, che verranno eventualmente concordati con la Consob. Aspettative positive sul buon esito del collocamento delle nuove obbligazioni spingono i rendimenti delle obbligazioni del precedente swap al ribasso.
Germania. L’indice IFO ha sorpreso positivamente attestandosi a 98,1 e superando le stime che indicavano 95,8. L’indice ha quindi recuperato la flessione del mese scorso dovuta probabilmente al clima eccezionalmente rigido.
Italia. La settimana di dati in Italia prevede le statistiche PMI Manifatturiero di marzo, atteso a 52,6 dal precedente 51,6. E’ presumibile un rallentamento di dati nella parte economica, sia per le feste pasquali, sia per l’attesa di conoscere meglio le riforme economiche al vaglio del Governo.
USA. Prospettive migliori nel mercato del lavoro USA che a differenza dei due mesi precedenti, per marzo vedono un aumento dell’occupazione mensile di 190 mila unità, segnalando l’avvio di una ripresa della creazione di posti di lavoro. In realtà, parte di tale aumento sarebbe in ogni caso attribuibile alle assunzioni pubbliche legate all’avvio del censimento, stimate pari a 150 mila circa per il mese di marzo e superiori al milione per il 2° trimestre 2010. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate a 442 mila unità per la settimana scorsa, ad un livello inferiore rispetto al dato precedente, che si era attestato attorno alle 456 mila unità, potranno avere un effetto favorevole sull’economia per la conseguente maggiore spesa per consumi che un maggior numero di lavoratori retribuiti determina. Oltre che sull’economia americana, quest’aumento dei consumi potrebbe riflettersi favorevolmente anche sull’economia europea, le cui merci saranno progressivamente più competitive anche grazie al recente significativo indebolimento della valuta europea. Il dato sul PIL del 4° trimestre 2009 è stato rivisto al ribasso al 5,7%. La fiducia delle famiglie rilevata dall’Università del Michigan a marzo è stata rivista marginalmente verso l’alto a 73,6 dal 72,5 della lettura precedente. L'indice redatto dalla Federal Reserve di Chicago sull'attività nazionale ha mostrato a febbraio una contrazione a -0,64 dopo il -0,04 rivisto di gennaio. La media mobile a tre mesi è passata il mese scorso a -0,39 da -0,13 di gennaio. Le vendite di case nuove a febbraio sono diminuite a 308 mila unità, da 315 mila di gennaio. Il dato complessivo sugli ordini di beni durevoli in febbraio ha segnato +0,5% (atteso +0,6%), in rallentamento rispetto alla crescita del mese precedente pari a +3,9%
Mercati azionari. Continuano a mostrare forza, anche se il livello elevato dei debiti pubblici resta una criticità di rilievo e le tensioni sui paesi periferici (Pigs) europei continuano a tenere la moneta unica sotto pressione. A tal riguardo, alle incertezze relative alla posizione della Grecia si è aggiunto anche l’abbassamento del rating da parte di Fitch sul Portogallo. Inoltre, il Fondo Monetario Internazionale ha ribadito nuovamente come le elevate posizioni debitorie pubbliche possano incidere negativamente sulla crescita economica.
Valute. Settimana sul mercato delle valute che si chiude col recupero dell'euro contro il paniere delle principali valute e contro il dollaro (1,3380) dopo il raggiungimento del minimo a 10 mesi a 1,3268. La questione greca va risolvendosi attraverso il varo del piano congiunto fra Europa e Fondo Monetario Internazionale attraverso prestiti bilaterali, volontari e coordinati, ma solo se la Grecia sarà nell’impossibilità di approvvigionarsi sul mercato dei capitali. Lo scenario sembra
rasserenarsi e anche la volatilità sull'euro dovrebbe ridursi, visti i picchi toccati nelle scorse settimane. L'idea resta quella di un cambio euro/dollaro stabile nell'intervallo 1,3250-1,36 nel breve/medio periodo. Si segnala nell’area della sterlina la pubblicazione delle vendite al dettaglio di febbraio, migliori delle attese, ma che subiscono una pesante revisione al ribasso del dato di gennaio; la valuta si è rafforzata sulla pubblicazione della statistica per poi tornare sui livelli soliti in area 0,90 contro euro e 1,49 contro dollaro, lasciando di fatto invariato l’attuale trend di debolezza, che si riconferma anche nel breve/medio periodo. Il Giappone soffre di deflazione e la stessa BoJ, nelle ultime dichiarazioni, sottolinea come tale fenomeno stia cominciando a influenzare la percezione dei cittadini sui movimenti futuri dei prezzi e questo possa rendere ancora più difficile l'uscita del paese dallo scenario deflazionistico. A dimostrazione di ciò il dato in calo dell'indice dei prezzi al consumo in Giappone nel mese di febbraio. La flessione mensile è stata dello 0,1%, con un calo tendenziale dell’1,1%, in linea con le attese del mercato.
Commodity. Il WTI resta sotto gli 81 dollari al barile, ma sulla settimana ha pesato il movimento del dollaro più che i fondamentali relativi alla domanda di energia espressa dal ciclo economico mondiale. Tutti i comparti beneficiano delle dichiarazioni cinesi in merito alla garanzia di offerta di moneta e credito stabili nel 2010 per realizzare un appropriato allentamento monetario da parte della Banca Centrale cinese. La Cina proverà, cioè, ad incanalare il credito bancario in settori chiave al fine di mantenere un certo equilibrio tra inflazione e crescita.
L'Energia chiude la settimana in calo a -1,8%, influenzata in modo non univoco dal dato sulle scorte di greggio negli Stati Uniti, che sono aumentate di 7,3 milioni di barili (la scorsa settimana), come comunicato dall'Energy Information Administration (EIA); le attese erano per un +1,5 milioni di barili. Al contrario, però, le riserve di distillati sono calate di 2,4 e scorte di benzina sono scese di 2,7 milioni di barili, contro una previsione di riduzione di 1,3 milioni.
I Metalli Industriali archiviano la settimana con una performance di +0,4%; ancora una volta i singoli metalli beneficiano delle intenzioni della Cina in termini di politiche fiscali e di gestione del ciclo economico, oltre alle notizie sull'India che si candida a contendere il ruolo di leader alla Cina nella domanda di Metalli Industriali e di Energia, così come la rivalutazione auspicata dello yuan cinese, che potrebbe dare ulteriore spinta al rialzo delle materie prime. Positiva anche la performance dei Metalli Preziosi (+0,2%) mentre gli Agricoli registrano un pesante -3,3%.
Tassi. La scorsa settimana i mercati hanno risentito della profonda incertezza che ha animato la discussione dei leader europei, prima dell’accordo raggiunto durante la riunione del Consiglio Europeo. L’Argentina, impegnata da tempo nel tentativo di rientrare sui mercati internazionali dei capitali, ha ottenuto nella settimana appena trascorsa, l’autorizzazione dalla SEC (Securitites and Exchange Commission) per l’offerta di scambio pari a 20 miliardi di dollari di vecchie obbligazioni in nuovi titoli obbligazionari. Lo ha dichiarato il Segretario alle Finanze Hernan Lorenzino. Dopo questa prima approvazione, l’Argentina ha depositato in Consob il prospetto per la nuova offerta di scambio. L’offerta resterebbe comunque condizionata al successo di un’emissione parallela di obbligazioni global con scadenza 2017, di ammontare non inferiore a un miliardo di dollari USA, non rivolta però alla clientela italiana. Il prospetto non ha indicato ancora la data di inizio dell'offerta e il periodo di adesione, che verranno eventualmente concordati con la Consob. Aspettative positive sul buon esito del collocamento delle nuove obbligazioni spingono i rendimenti delle obbligazioni del precedente swap al ribasso.
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