Il deficit di settore accumulato in questi anni vale circa 3,5 miliardi di Euro, con regioni tipo Lazio che da sola raggiunge il milione e 400.000 € e poi, a scalare, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna e Calabria che insieme producono l’80% del deficit sanitario nazionale a fronte del 40% della popolazione. Nel Lazio, oltre alla sanità pubblica, ci sono, tutti convenzionati con il S.S.N. struttute religiose pari a 43 unità, tra ospedali, istituti di riabilitazione e di convalescenza, con circa 1900 medici e paramedici più altri 2600 lavoratori impegnati nei vari settori. Al confronto con questa situazione disastrosa, in cui le precedenti amministrazioni regionali di sinistra e di destra non hanno avuto la capacità d’intervenire per contenere il deficit, ci sono regioni meglio amministrate, che sono anche importatrici di pazienti dal Sud-Italia in cerca di una migliore assistenza specialistica, che non raggiungono con il 60% della popolazione il 20% del deficit. Le 5 regioni, tutte del Nord-Italia, sono la Lombardia, il Piemonte, l’Emilia-Romagna, il Friuli e la Toscana. I Fondi Fas pari a un miliardo e 987 milioni di € utilizzabili per ridurre il deficit di settore andranno per 1 miliardo di € alla Calabria, 500 milioni di € alla Campania, 420 milioni di € al Lazio e 67 milioni di € al Molise. In Calabria, su 2.604.000 abitanti ci sono 43 strutture ospedaliere + 2 in costruzioni. E’ ovvio che è difficile parlare in queste regioni dal deficit mostruoso, di chiusure, ristrutturazioni, accorpamenti, in quanto gl’interessi stratificati, gl’intrecci economici politici e religiosi si ergono come un muro di gomma a qualsiasi tentativo di razionalizzazione in tempi brevi. L’unico tentativo pragmatico, anche in vista dell’abbandono del rimborso per spesa storica è il tentativo governativo di trovare un accordo su una tabella di costi standard per prestazioni e forniture sulla base di costi e necessità individuati. Una volta raggiunta e sottoscritta l’intesa, fissare questa specie di benchmark per i territori. In una prima fase e per un tempo prestabilito sarà possibile accettare una differenzzazione in base ad alcuni standard che tengano conto della logistica, cioè della distanza territoriale tra una struttura e l’altra, dell’ intensità demografica sul territorio e dell’’età anagrafica della popolazione servita. Il confronto tra le varie anime politiche della maggioranza sarà il vero banco di prova della tenuta politica per dopo azzerare i gap tra le varie regioni perché in questi ultimi 9 anni (2001-2009) si sono avuti il 1.792.000 € di debito del Lazio e l’avanzo di 162.000 € del Friuli. D’altra parte la possibilità di un attimo di respiro che viene dal fondo 2010 che lo Stato deve ancora distribuire, come entrate generali delle regioni, pari 108 miliardi, più 4 miliardi del federalismo fiscale fermi per la pausa elettorale delle amministrative, va colto per meglio organizzare l'uscita dal disavanzo cronico non più sopportabile.
venerdì 2 aprile 2010
La sanità è il banco di prova per i neo-presidenti regionali
Pubblicato da economicamente alle 18:13
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