lunedì 5 aprile 2010

Osservatorio economico

Il contesto macroeconomico e finanziario di riferimento sui conti economici nazionali del quarto trimestre del 2009 mostrano una ripresa economica più vigorosa negli Stati Uniti e un nuovo rallentamento nell’Area Euro. Il Pil ha evidenziato negli Usa una variazione del +1,4% contro lo +0,1% registrato nell’Area Euro. Il 2009 si chiude quindi con una caduta del Pil del 2,4% negli Stati Uniti e del 4% per l’Eurozona. Tra i principali paesi dell’Area Euro, in Italia il Pil è tornato a ridursi su base congiunturale nel quarto trimestre -0,2% , mostrando un dato peggiore del previsto dopo la ripresa del terzo trimestre. I dati medi del 2009 mostrano, quindi, una diminuzione del Pil del 5% in Italia e in Germania e del 2,2% in Francia. Per quanto riguarda le componenti del Pil italiano, gli ultimi dati disponibili, relativi al terzo trimestre, evidenziano come il contributo maggiormente positivo alla crescita congiunturale annualizzata (+2,5%) sia da attribuire ai consumi privati (+1 punto percentuale) e alla bilancia commerciale (+0,8 p.p.); positivi sono tornati anche i contributi degli investimenti +0,2 e delle scorte +0,6. Negativo è stato invece il contributo della spesa pubblica -0,1. Segnali migliori arrivano dai leading indicators dell’OCSE: l’ultimo dato relativo al mese di dicembre segnala un’aspettativa di espansione economica sia per l’Italia che per tutte le altre principali economie avanzate; come già avvenuto nei mesi scorsi, l’indicatore italiano si conferma il più elevato. In Italia l’indice della produzione industriale ha mostrato una nuova riduzione adicembre (-0,7% m/m; -5,6% a/a)1. Mediamente nel 2009 l’indice ha fatto registrare una variazione del -17,5% rispetto al 2008. La produzione dei beni di consumo ha evidenziato, a dicembre, una variazione del +1,7% su base mensile, la produzione dei beni di investimento del -1,6%, quella dei beni intermedi del +1,2% e la produzione dei beni ad alto contenuto energetico del -0,2% . La produzione industriale è diminuita a dicembre anche nel complesso dell’Area Euro -1,7% m/m ; -4,9% a/a. Con riferimento agli altri principali paesi dell’Eurozona l’indice è diminuito a dicembre sia in Germania (-2,6% m/m; -6,7% a/a) che in Francia (-0,1% m/m; -2,3% a/a). Continua a rallentare il calo tendenziale dei nuovi ordinativi manifatturieri nell’Area Euro (-3,1% a/a a novembre; -12,2% a ottobre). In Italia il dato di novembre segnala una variazione nulla su base annua (+6,4% a/a in Germania a dicembre; -5,5% a/a in Francia a novembre). Le vendite al dettaglio hanno mostrato a dicembre nell’Area Euro una riduzione dello 0,3% m/m in Italia a novembre (-1,4% a/a), un aumento a dicembre in Germania (+0,8% m/m; -2,5% a/a) e in Francia (+1,2% m/m; +2,5% a/a). Nel mese di gennaio 2010 l’indice di fiducia delle imprese nell’Area Euro è migliorato, passando da -16 a -14,1 punti. In Italia l’indice è passato da -11,2 a -10,2; Germania (da -18,7 a -15,4), in Francia è peggiorata (da -13,4 a -14,1). Sul fronte dei consumatori, nello stesso periodo, gli indici di fiducia hanno continuato a evidenziare un recupero nel complesso dell’Area Euro (da -16,1 a -15,8). In dettaglio, il mood dei consumatori è risultato, a gennaio 2010, in peggioramento in Italia (da -15,9 a -17) e in Germania (da -15,7 a -17,8) e in miglioramento in Francia (da -17,6 a -16). Per quanto riguarda i finanziamenti bancari nell’Area Euro l’evolversi della congiuntura negativa si sta riflettendo anche sulla dinamica dei finanziamenti bancari, che negli ultimi mesi ha manifestato in Italia, così come nell’area Euro, un trend in forte rallentamento con talune differenziazioni tra paese e paese. Alla fine del 2009 la variazione tendenziale del totale impieghi è risultata pari a +0,1% nella media dell’area Euro. Da un’analisi degli impieghi per destinazione emerge, inoltre, come in Italia rimanga prevalente la quota sul totale dei finanziamenti concessi alle imprese rispetto a quella destinata alle famiglie, diversamente a quanto succede nella media europea: in particolare, la quota degli impieghi alle imprese non finanziarie sul totale risulta a dicembre 2009 pari al 63,1% in Italia, un valore superiore alla media dell’Area Euro: 48,7%. Ciò si spiega anche con riguardo alle diversità istituzionali, finanziarie, di struttura e comportamentali che caratterizzano il sistema economico italiano costellato di piccole e medie imprese. Comunque è stata evidenziata una lieve ripresa della dinamica dei prestiti bancari a febbraio 2010, sulla base di prime stime, i prestiti a residenti in Italia al settore privato hanno segnato un tasso di crescita tendenziale pari al +1,2% (+1% a gennaio 2010). Alla fine di febbraio 2010 l’ammontare dei prestiti al settore privato del sistema bancario italiano è risultato pari a 1.542 miliardi di euro. Rispetto a febbraio 2009 il flusso netto di nuovi prestiti è stato di circa 18 miliardi di euro. In particolare, secondo prime stime, i prestiti a famiglie e società non finanziarie sono risultati pari a 1.350,5 miliardi di euro, in crescita tendenziale del +0,8% (+0,2% a gennaio 2010; +3,1% a febbraio 2009; -1,3% nella media Area Euro a gennaio 2010). Ove si consideri la disaggregazione per durata, si rileva come il segmento a medio e lungo termine (oltre 1 anno) abbia segnato un ritmo di crescita tendenziale del +3,9% (+3,7% a gennaio 2010; +2,2% a febbraio 2009), mentre quello a breve termine (fino a 1 anno) una flessione di -6,4% (-7,7% a gennaio 2010 e +5,3% a febbraio 2009). Più marcata è stata la crescita dei finanziamenti per l’acquisto di immobili, risultata a gennaio 2010 superiore al +6,8% (+6,1% a dicembre 2009 e -0,7% a gennaio 2009). L’analisi dell’andamento del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a gennaio 2010 i tassi di crescita più sostenuti abbiano riguardato il settore dei servizi dei trasporti marittimi ed aerei (+6%), quello degli altri servizi destinabili alla vendita (+2,6%), quello dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+2,3%). Variazioni negative si sono di contro registrate nel comparto dei servizi delle comunicazioni (-26%), mezzi di trasporto (-15,9%), in quello dei prodotti energetici (-11,5%), in quello dei prodotti tessili, cuoio e calzature, abbigliamento (-10,4%), in quello del materiale e forniture elettriche (-10,2%), in quello dei prodotti in gomma e plastica (-9,7%) ed in quello delle macchine per ufficio, elaborazioni dati, strumenti di precisione, ottica e simili (-9,4%). Da un confronto internazionale sulla base dei dati Bce, emerge come nell’ultimo anno si sia registrato un rallentamento nella dinamica del totale dei finanziamenti alle imprese sia nella media dell’area Euro, passata da circa il +10,2% di dicembre 2008 a -2,7% di dicembre 2009, che nei principali paesi europei: Spagna (da +6,8% a -3,7%), la Francia (da +10,7% a -2,1%), l’Olanda (da +9,6% a +5,3%). In Germania si è passati da +10,2% a - 4,8%. La quota dell’Italia sul totale Area Euro per quanto concerne i finanziamenti alle imprese non finanziarie si è consolidata negli ultimi anni, posizionandosi al 18,3%, a fronte di un’incidenza dell’Italia in termini di Pil di circa il 17%. Interessante anche una lettura dei dati di finanziamenti alle imprese divisi per grandi aree geografiche che segnala, secondo i dati relativi a settembre 2009, un tasso di crescita su base annua nel Nord d’Italia pari al -0,5% (+1,5% a giugno 2009), a +0,5% nel Centro (+2% in precedenza) e del -0,1% al Mezzogiorno (+0,5% a giugno 2009). Per branca i tassi di crescita nel 2009 ha seguito le seguenti evoluzioni su base annua:
- l’agricoltura +3,3% (+2,7% a settembre 2009);
- il commercio ed alberghiero una contrazione del -2,6% ;
- l’edilizia una variazione positiva del +0,6%;
- l’industria ed i servizi industriali hanno manifestato una variazione del -7% .
L’analisi dell’andamento del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a dicembre 2009 i tassi di crescita più sostenuti abbiano riguardato il comparto dei servizi dei trasporti marittimi ed aerei (+5,6%), quello degli altri servizi destinabili alla vendita (+3,4%), quello dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+3,3%).

0 commenti: